Oggi, domenica 9 Maggio si festeggia la Festa della Mamma. La maternità è stata celebrata da artisti di ogni epoca: dalle raffigurazioni sacre alle rappresentazioni laiche, dalle immagini della gente comune, alle nobildonne o alle regnanti.
9 Maggio, la Festa della Mamma
La storia dell’arte è ricca di figure materne simbolo d’amore e di vita. Tale amore assume, in effetti, un valore metaforico intrinseco nell’uomo. Per molti artisti, la relazione madre – figlio diventa così un’occasione per indagare un complesso rapporto con la sofferenza.
Per la Festa della Mamma la redazione di iCrewPlay Arte ha preparato una rassegna con alcune delle opere più rappresentative sul tema della maternità.
Klimt, Le tre età della donna
Le tre età della donna(1905) di Gustav Klimt è l’opera che maggiormente celebra il legame madre – figlio. Si tratta di un dipinto olio su tela conservato presso la Galleria d’Arte moderna e contemporanea di Roma.
La tela fu presentata all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma (1911), dove vinse la medaglia d’oro e fu successivamente acquistata dallo Stato italiano.
Klimt rappresenta le tre età della donna identificate rispettivamente nel corpo di una bambina, nella maturità di una giovane donna e nella vecchiaia di una anziana.
Su uno sfondo ricco di motivi ornamentali, spicca la figura della donna anziana – evidentemente rassegnata – che nasconde il suo viso con una mano, mentre i ricci capelli grigi le coprono il volto.
La sua carnagione è chiara, il ventre porta i segni ben visibili di una maternità, mentre la schiena ingobbita sopporta gli strascichi di tanta fatica. Le mani ossute e rugose rappresentano l’avanzamento naturale dell’età.
Al contrario, la donna che le sta davanti appare nel pieno della sua giovinezza. I capelli fulvi e lucenti sono incoronati dai fiori. La sua pelle è bianca e liscia ed ella è raffigurata con la testa china, nell’atto di stringere fra le braccia la bambina che dorme accovacciata sul suo corpo.
È un’opera che si configura come una esplicita allegoria della vita e che vuole simboleggiare l’inesorabile scorrere del tempo.
Klimt, Speranza I e Speranza II
Klimt affronta il tema della maternità in altre due opere iconiche: Speranza I (1903) e Speranza II – Visione, fecondità, leggenda (1907). Una comparazione delle due opere rende ben evidente un’immagine completamente diversa della maternità.
La tela Speranza I fu presentata al pubblico sei anni dopo la sua realizzazione, in occasione di una importante mostra considerata cruciale per l’arte moderna di Vienna. Questo evento coincise anche con le celebrazioni del 60° anniversario del regno di Francesco Giuseppe.
L’opera destò particolare scalpore per un lungo periodo di tempo, tanto che si racconta che il suo primo proprietario la tenne coperta per qualche tempo dopo l’acquisto. La Speranza I viene simbolicamente rappresentata attraverso la figura di una donna incinta.
Se nella prima opera si poteva assistere ad un atteggiamento quasi di distacco della protagonista della scena, in Speranza II lo sguardo della donna è rivolto proprio verso il suo ventre. La sua mano è leggermente sollevata, colta in una sorta di dialogo silenzioso tra madre e figlio.
In Speranza I è evidente una sorta di distacco da parte della donna raffigurata che non esprime alcuna dolcezza ma, al contrario appare pervasa da un forte senso di stupore, quasi indispettita da quanto le sta accadendo. Non viene in mente di definire questa donna una futura madre.
In Speranza II sono ravvisabili alcuni elementi riconducibili all’opera realizzata nel 1903: gli arabeschi dell’abito, tre figure femminili, in atteggiamento di preghiera, gli occhi chiusi. E ancora, le mani delle figure sono rappresentate alzate offrendoci, in tal modo, una visione della maternità meno disperata.
Anche in questo caso, il pittore sembra prediligere uno stile fortemente decorativo, dove prevale ancora una volta una iconografica ciclica in cui prevalgono i temi più cari all’autore: natura, invecchiamento, vita.