La rassegna Tesori del Marchesato di Saluzzo è una mostra evento che racchiude nel suo percorso espositivo il periodo più fiorente del Marchesato, mediante un viaggio tra arte e narrazione, alla scoperta di tesori e di luoghi straordinari ai piedi del Re di Pietra, il Monviso, al confine tra Francia e Italia.
Tesori del Marchesato di Saluzzo – in mostra dal 2 luglio al 31 ottobre
Tesori del Marchesato di Saluzzo sarà visitabile da 2 luglio al 31 ottobre e interesserà tre aree mozzafiato del centro storico di Saluzzo: l’ex Monastero di Santa Maria della Stella, il Museo Civico Casa Cavassa e La Castiglia, antica residenza dei Marchesi.
L’allestimento della mostra prevede ben oltre 70 opere (tra cui codici miniati, opere su tavola, affreschi, sculture e documenti d’epoca) provenienti da Musei ed enti di conservazione italiani ed europei che consentiranno al visitatore di muoversi alla scoperta del patrimonio storico-artistico di Saluzzo.
La mostra Tesori del Marchesato illustra la stagione di massimo splendore, culturale e figurativo, del Marchesato di Saluzzo (XII-XVI secolo) – stato di confine che alla fine del Medioevo conobbe un periodo di eccezionale sviluppo politico, economico ed artistico beneficiato dall’ininterrotto dialogo che la famiglia marchionale seppe istituire con le corti più influenti d’Europa.
Al centro del progetto mirato alla valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del territorio vi è proprio Tesori del Marchesato di Saluzzo, nata dall’idea di Fondazione Artea e sviluppato in collaborazione con Fondazione Torino Musei (Palazzo Madama Museo Civico di Arte Antica), il Comune di Saluzzo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, con la partecipazione della Diocesi di Saluzzo e della Consulta BCE Piemonte e con l’ausilio storico-scientifico dell’Università degli Studi di Torino.
Tra i capolavori più importanti di questo periodo storico emergono le tele di Pietro da Saluzzo, dei Biazaci, e dei Pocapaglia. E ancora, occorre ricordare gli affreschi del pittore del Marchesato Hans Clemer, soprannominato il Maestro d’Elva, è stato un pittore fiammingo naturalizzato francese esponente della pittura gotico-fiamminga.
Le personalità sopra citate non fanno altro che arricchire ancora oggi il prestigio e il buon nome della città di Saluzzo, dando forma e sostanza a un paesaggio culturale unico, compreso tra la fertile pianura che unisce le provincie di Cuneo e Torino e le vallate alpine dominate dal Monviso, il Re di Pietra.
Dal centro città, la mostra si snoda lungo tutto il territorio marchionale, dialogando e coinvolgendo nella sua accezione più vasta, i beni identitari per la storia del Marchesato nella narrazione come il Castello della Manta, l’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, la Cappella Marchionale di Revello e i Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco.
La narrazione del Marchesato si realizza anche mediante il ricordo di un grande personaggio della stagione tardo-gotica: il marchese Tommaso III. Il suo ruolo politico fu di fondamentale importanza nel tessere i rapporti di un piccolo stato come Saluzzo con il ducato di Savoia e con il regno di Francia.
Infine, uno dei più considerevoli testi cavallereschi di questa tempo è lo Chevalier Errant, di cui è autore il marchese stesso: il manoscritto (scritto con tutta probabilità tra il 1394 e il 1396 durante la prigionia a Torino) rappresenta un’allegoria della vita, attraverso il viaggio di un cavaliere anonimo che conduceva nei mondi di Amore, Fortuna e Conoscenza.
Il libro Chevalier Errant rappresenta per la mostra il segno irripetuto di una storia di civiltà europea e di tradizioni culturali condivise dal Marchesato e dalla sua corte tra la Francia e il Piemonte. Il poema, elaborato in francese ebbe una notevole influenza sulla cultura piemontese del periodo.
Il Marchesato di Saluzzo: cenni storici
Il marchesato di Saluzzo occupava parti della provincia di Cuneo e di Torino, arrivando a possedere in un certo periodo storico anche alcune zone oggi sotto il controllo francese. Gli scopi espansionistici del regno Savoia non consentirono a Saluzzo di mantenere la propria autonomia e ampliare i propri territori in altre zone del Piemonte.
Frequentemente tormentata da inimicizie interne, Saluzzo ebbe il periodo di più intenso splendore nel XV secolo sotto Ludovico I e Ludovico II: il primo ebbe un ruolo da mediatore e seppe guadagnarsi la stima dell’imperatore e del re di Francia; il secondo venne continuamente sconfitto in battaglia, generando l’inizio della fine per la gloria del marchesato.
Alla morte del marchese Ludovico II i figli se ne contesero il trono, lacerando le campagne e le finanze. La Francia aveva messo gli occhi sul marchesato e Saluzzo divenne parte integrante della Francia, fino a quando i Savoia, con il Trattato di Lione (1601), riuscirono a impossessarsene mantenendo il loro controllo fino all’Unità d´Italia.