Caro iCrewer, per il nostro appuntamento con l’arte circense, vorrei mostrarvi il circo e i suoi acrobati visti da Marc Chagall.
Chagall ha tratto ispirazione dal tema del circo per tutta la sua vita. Da bambino in Russia, era stato affascinato dagli acrobati itineranti che vedeva alle fiere di paese. Dopo essersi trasferito a Parigi, Ambroise Vollard lo accompagnava regolarmente al circo, dove si sedeva tra il pubblico e disegnava.
L’atmosfera caotica e colorata del circo ha affascinato Marc Chagall. Qui vedeva rappresentati tutti gli aspetti della vita, dal comico al tragico.
Per me il circo è uno spettacolo magico che passa e scompare come un mondo. I clown, le cavallerizze, gli acrobati fanno parte del mio immaginario perché i loro colori e le loro maschere mi trasportano verso altre deformazioni psichiche che sogno di dipingere.
Queste sono state le parole del pittore russo, naturalizzato francese. Infatti, ogni sua opera dà l’impressione di entrare in un sogno, proprio come quando si entra in un tendone del circo.
Il Giocoliere di Marc Chagall
Chagall, nell’opera il Giocoliere del 1943, rappresenta la natura umana. Un quadro che nasconde diversi messaggi, partendo proprio dalla figura antropomorfa che domina l’opera. Al centro troviamo un giocoliere con ali e testa di uccello e con il corpo umano, racchiudente altre figure.
Sul busto del giocoliere vediamo un violinista, simbolo dell’arte. Inoltre, il soggetto centrale mantiene in equilibro su un braccio un orologio, palese simbolo del tempo che scorre e della sua caducità.
Si scorge anche una trapezista e, proprio come se ci trovassimo ai bordi di una pista circense, anche parte del pubblico.
Il dipinto misura 110×79 cm. Oggi a custodirlo è il The Art Institute di Chicago. Sulla tela, in basso a destra si evidenzia la firma “Chagall Marc, 1943”.
Ma tutte le opere di Chagall sembrano essere ispirate al mondo circense. I personaggi, gli animali e persino gli oggetti dei suoi paesaggi, sembrano lanciarsi in spericolate acrobazie, come a voler staccarsi dalla realtà.
I protagonisti dei suoi lavori sentono l’esigenza di essere trasportati in una dimensione diversa, dove non esistono regole né forza di gravità. Proprio come nel mondo circense dove gli acrobati riescono a camminare delicatamente su fili sospesi, quasi invisibili. Oppure trapezisti che sembrano, prima, volare, poi danno l’impressione di cadere precipitosamente nel vuoto, per poi essere presi al momento giusto dal proprio compagno.
Marc Chagall riesce, con le sue pennellate decise, a ricreare quella magia circense e a stimolare la fantasia dello spettatore. Spettatore che non ammira solo un quadro, ma ne diventa parte integrante, che con la sua fantasia riesce a far vivere.
Nel 1937, inoltre, l’artista ha rappresentato la Rivoluzione d’Ottobre come un numero da circo nel dipinto La Rivoluzione e ha continuato a sviluppare questo immaginario anche nelle opere come Il giocoliere (1943), Il circo blu (1950-1952), Le cheval de cirque (1964), Le Cirque (1967), Le grand Cirque (1968). Tra queste, da non tralasciare è l’enorme e cangiante tela La vita, dipinta da Chagall nel 1964, che mette in primo piano acrobati e musicisti, tra cui notiamo una minuta equilibrista intenta a camminare in bilico nel vuoto.
Ogni opera nasconde messaggi chiari e precisi. Non sono solo rappresentazione di scene viste da bambino, ma vere e proprie allegorie dipinte.