Anticitera o meglio identificata come la macchina di Anticitera, è a tutt’oggi il più accattivante esempio di tecnologia ereditato dal passato, velato naturalmente di mistero.
Erano i primi anni del ‘900, più esattamente il 17 maggio del 1902 quando sulla meravigliosa isola greca di Cerigotto altrimenti detta Anticitera, dislocata esattamente tra l’arcipelago del Peloponneso e la più grande Creta, fu individuato sul fondale non distante dalla costa, un relitto, uno come tanti avranno pensato i ricercatori impegnati nella missione.
Era in effetti una nave romana, ritrovamento certamente importante ma vista la quantità di relitti romani da tempo e con continuità riportati alla luce, si è cominciato a darne rilevanza in base al carico trasportato.
Una sorta di scrigno dal contenuto di volta in volta misterioso che in taluni casi ha deluso ma nella maggior parte di essi, regalato sensazionali ritrovamenti.
Attraverso un attento lavoro di recupero nelle acque di Anticitera, vennero riportati alla luce diversi reperti ma il più noto tra questi, quello che ha lasciato tutti sgomenti è stato un misterioso congegno meccanico oggi più noto con il nome di macchina o meccanismo di Anticitera.
Agli occhi degli archeologi si presentò un vero e proprio congegno, da qui il nome, che in seguito svelò di essere composto da ben 82 elementi.
L’impatto visivo della macchina di Anticitera nei riguardi degli studiosi fu tale da lasciare davvero tutti senza un’idea di cosa potesse essere quel misterioso congegno così ben strutturato e cosa mai ci facesse a bordo di una nave romana.
Tutte le parti della macchina di Anticitera erano composte di rame che al contatto con l’acqua di mare avevano inevitabilmente subito dei danni rispetto alla condizione iniziale e quindi anche questo precario stato di conservazione limitò di molto l’approccio conoscitivo iniziale.
Dopo un meticoloso lavoro di pulitura e ricostruzione che investì tutte le parti dell’insieme, finalmente tutto fu più chiaro, almeno per la parte che riguardava l’aspetto puramente fisico.
La macchina di Anticitera era un complesso artefatto che consentiva la simulazione del moto dei pianeti intorno al sole comprensivo delle fasi lunari.
Ciecasse chi, sulle prime ipotizzò che la macchina di Anticitera fosse un manufatto troppo complesso e strutturato per essere catalogabile come realizzazione ai tempi della nave romana su cui fu poi ritrovato, paventando l’idea di una costruzione più recente, finite poi chissà come sul relitto di epoca romana già adagiato sul fondale.
La scienza però ormai è di grande aiuto in queste indagini volte alla misurazione del tempo, se così possiamo dire e approfondimenti successivi a questa ipotesi non fecero che smentire il tutto datando il meccanismo al primo secolo prima di Cristo.
Già da qui fu ben chiaro a tutti coloro che avevano a che fare con il misterioso meccanismo che la soluzione non era certo dietro l’angolo e che ci sarebbero voluti anni di studio e pazienza per scoprire passo passo qualcosa in più su di lui.
Un agglomerato non casuale di piccoli pezzi, 82 appunto, tutti con un ruolo specifico, per alcuni scoperto per altri no.
Un capolavoro di micro ingegneria che vede in una particolare posizione, l’alloggio di ben cinque pezzi distinti in uno spazio di appena sette millimetri.
La macchina di Ancitera rompicapo archeologico
Non solo uno, la macchina di Ancitera racchiude in sé molti misteri e forse il più grande di tutti è che non si sa quanti ce ne siano custoditi all’interno.
Le ultime notizie diramate in proposito, anno la macchina costruita secondo il ciclo metonico, dall’astronomo greco Metone; ciclo che nel suo complesso consta di 19 anni solari e 254 mesi lunari.
Inoltre, ancora di recente, alcune voci si sono levate ad indicare per certa la sua costruzione in Sicilia a causa di alcune iscrizioni dei mesi trovate sulla macchina di Ancitera rispondenti a quelle di alcune colonne doriche rinvenute solo in Sicilia.
Supposizioni su supposizioni come un grande puzzle, il tentativo di decifrare il vero impiego della macchina di Ancitera sembra non essere certo arrivato al suo traguardo.
Restiamo dunque tutti con il fiato sospeso in attesa che gli esperti svelino l’ennesimo mistero legato al congegno.