La Pala di Fiesole di Beato Angelico è una delle più antiche opere più emozionanti di sempre. Della lunghezza e grandezza di 212cm x 237cm, l’opera è l’unica in assoluto nelle cui raffigurazioni appaiono tutti i santi e i martiri.
Una composizione tempera su tavola smembrata e conservata in vari musei, la pala d’altare con la Madonna e il Bambino e angeli e santi conservata nell’Oratorio di San Donato di Scozia a Fiesole, la predella con la più grande raffigurazione di santi e martiri formata da cinque scomparti conservati nella National Gallery di Londra, la cimasa di cui era corredata oggi ridotta a due tondi separati in San Romolo vescovo nella National Gallery di Londra e Santo vescovo al Metropolitam Museum of Art di New York ed, infine i pilastrini laterali due in una collezione privata e altri due al Museo Condè di Chantilly di Francia.
L’unica opera religiosa che, come celebra la festa di Ognissanti dell’1 novembre, onora tutti i santi “santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”.
La Pala di Fiesole di Beato Angelico
Guido di Pietro conosciuto come Beato o Frà, subito dopo aver preso i voti ed essere diventato frate dell’Ordine domenicano, ed Angelico rinominato dal Vasari nelle Vite per il suo animo gentile ed umile, l’emozionante religiosità e l’umanità che trasparivano dai personaggi dei suoi dipinti. Beato Angelico, infatti, diede molto valore alla figura umana ponendo particolare attenzione all’uso della luce mistica nei suoi dipinti.
Da pittore ed amatore dell’arte, Beato Angelico divenne così un frate domenicano che utilizzò questa sua dote mettendola a servizio della fede creando opere religiose e per i fedeli. Dipinse soggetti sacri adornati da una luce divina, beata che riscalda i cuori e salva le anime, ma nonostante questa misticità, nelle sue opere c’è sempre del realismo avvicinandosi così anche alla pittura di Masaccio.
Dipinse numerose opere a carattere religioso, tra l’altro composizioni artistiche di grande pregio non pagate perché a servizio della fede. Tra queste compare una delle più importanti la Pala di Fiesole del 1425 modificata parzialmente poi nel 1501 da Lorenzo di Credi per “modernizzarla” e renderla adatta al periodo, togliendo il fondo dorato in voga all’epoca del Beato Angelico e preferendo uno stile più rinascimentale con la rappresentazione di un trono a baldacchino e due scorci di paesaggio racchiusi da classicheggianti finestre aperte e pilastri.
Beato Angelico, infatti, visse a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento ed aveva appreso molto dai due differenti periodi come l’uso del fondo oro medioevale.
La Pala di Fiesole è la più grande pala d’altare di rappresentazione religiosa, formata da una parte centrale, la cimasa, i pilastrini laterali e la predella che funge da base e sono rappresentate, di solito, tutte le scene di vita dei santi. È proprio nella predella che l’artista ci mostra tutti i santi e martiri, una composizione artistica molto ricca di contenuti ed attenta ai particolari.
La parte centrale
Nella parte centrale Beato Angelico rappresenta la Madonna con il Bambino con delle caratteristiche apprese dai maestri del tempo come Masaccio, per i due angeli inginocchiati davanti ad essi. Rappresenta una Maestà con attorno 8 angeli in posizione adorante e ai suoi lati 4 santi dell’Ordine Domenicano: San Tommaso D’Aquino, San Domenico, San Pietro Martire e Barnabà, colui che donò ingenti quantità di fiorini ai domenicani per ampliare il loro convento.
Molto simbolica è la scena che si svolge tra la Madonna ed il Bambino, il quale sporge la mano per prendere le due rose simboliche, una bianca in segno di purezza e l’altra rossa che rappresenta la Passione dell’Eucarestia.
Mentre i primi angeli rappresentati nella parte centrale sono disposti ad emiciclo, tutti gli altri personaggi raffigurati nella predella e nei pilastrini e nella stessa parte centrale sono disposti in un unico piano, allineati in fila, come suggerivano i polittici o i trittici del tempo.
La cimasa e i pilastrini laterali
Continuando nella cimasa antica esistente oggi ridotta a due tondi vengono rappresentati San Romolo vescovo e Santo Vescovo e nei pilastrini laterali della pala d’altare, che all’epoca se ne contavano dieci, ma ce ne sono pervenuti solo quattro, sono rappresentati San Michele Arcangelo, San Nicola di Bari, San Marco evangelista ed il leone, San Matteo evangelista e l’angelo.
La predella con i santi
Si passa poi alla predella dove forse è concentrata tutta l’abilità artistica di Beato Angelico, che si cimentò nella rappresentazione di tutti i santi, frati e martiri consacrati e non, disposti di profilo ed allineati verso una figura centrale di estrema importanza il Cristo Risorto, mostrato al centro della predella costituita da cinque scomparti.
In quella centrale ci viene mostrata la scena della Resurrezione del Cristo, con in mano il vessillo simbolo con la croce rossa, fra gli angeli adoranti tra i quali è possibile riconoscere San Michele Arcangelo e gli angeli musicanti in festa.
Proseguendo a destra appare la Madonna con gli evangelisti, gli apostoli, i vescovi ed i santi e beati dell’Ordine domenicano, tutti in adorazione. Mentre nella parte sinistra tutti i profeti, i martiri e le sante in adorazione continuando sempre con santi e beati dell’ordine domenicano.
Questa predella della Pala di Fiesole realizzata dal Beato Angelico appare insolita, in quanto di solito come già detto in precedenza, le predelle andavano a costituire quella parte dove veniva rappresentata la storia, la vita dei personaggi. Qui, Beato Angelico, non racconta una storia ma presenta tutti i santi, i beati dell’Ordine domenicano, gli apostoli, gli evangelisti, gli angeli, i martiri e la Madonna tutti in posizione adorante verso il Cristo.
“..Cristo nella gloria in cielo, circondato nella scena centrale da angeli. Questo è incorniciato da due pannelli che mostrano file di santi e figure dell’Antico Testamento. Questi a loro volta sono racchiusi su entrambi i lati da figure “benedette” domenicani che erano sante e venerate ma non santi.”
Questo riflette l’interesse che i frati domenicani avevano verso i santi. L’oro del fondo e delle aureole, ravviva ancora di più la luce divina che circonda tutte le figure che sono immerse in questo calore mistico di pace e serenità.