Il 19 marzo è la festa del papà, e per l’occasione vorrei farti conoscere l’evoluzione della rappresentazione della figura del padre nell’arte. Il ruolo del padre e la sua figura si sono evoluti nel tempo e attraverso l’arte abbiamo una prova evidente di tale evoluzione.
Il ruolo del padre ha sempre avuto un ruolo marginale. Noi cercheremo di capire la trasformazione che ha avvicinato l’arte verso la figura paterna.
La figura del padre nell’arte: dall’antichità ai giorni nostri
Per capire il ruolo che ha il padre in una famiglia, possiamo partire dalle rappresentazioni che ci fornisce l’arte. La figura del padre rappresenta simbolicamente la legge e l’autorità, parola latina “auctoritas” che deriva dalla radice del verbo augeo, che significa “far crescere”. Il padre è la norma, la mano forte che protegge, la roccia che non crolla.
Se osserviamo la storia dell’arte possiamo notare una evoluzione che ne testimonia la rappresentazione collettiva nelle varie epoche. Se partiamo da una società rurale, notiamo che il suo ruolo era quello di capofamiglia che detta regole e stabiliva i confini.
Proviamo a fare un passo indietro e soffermiamoci sulla rappresentazione di Anchise ed Enea. Nella loro rappresentazione, vediamo Enea portare sulle spalle il padre, per poter scappare più velocemente da Troia, completamente assediata dall’esercito greco. Possiamo notare come il padre, per gli antichi greci era un punto di riferimento.
La figura del padre dell’Antica Grecia deteneva il potere decisionale sul destino familiare, su quello dei propri figli e aveva il compito di amministrare le proprietà familiari e quello di essere addetto alla venerazione degli antenati.
Nell’antica Roma, invece, il padre diviene l’autorità per eccellenza. Viene definito pater familias e aveva il diritto della patria potestas, cioè un diritto di possesso sui figli che era illimitato nel tempo e che non cessava neanche con la conquista della maggiore età dei ragazzi. Il padre romano aveva delle caratteristiche ben precise, infatti, doveva essere una figura forte, in grado di tramandare istruzione e doveri alla prole e all’intera famiglia ed era definito un solido pilastro sia nel pubblico sia nel privato.
La figura del padre dopo l’avvento del Cristianesimo
Con l’avvento del Cristianesimo, il rapporto padre figlio muta. Si avverte l’esigenza di porre l’accento sulla formazione dei figli, che vengono portati allo stello livello del padre, o quasi. Vediamo sempre di più rappresentare San Giuseppe nella Sacra Famiglia. La sua rappresentazione muta in base al periodo storico. Ma l’immagine più rappresentativa del Santo è quella di un padre con la barba bianca.
Nella società industriale la famiglia abbandona le campagne, diventa nucleare, i ruoli educativi vengono delegati a agenzie esterne quali asili, scuole, collegi.
Con l’evoluzione della società e dei ruoli, anche il padre subisce la sua evoluzione. Piano piano il padre rinuncia alla propria autorità in cambio dell’affetto.
Alcune rappresentazioni
Come visto, il ruolo del padre si è evoluto: si è partiti con l’idea di un padre che aveva un’autorità indiscussa fino alla figura di padre affettivo. Ovviamante, non bisogna dimenticare o annullare le figure di quei padri – padroni, che avevano il controllo totale sulla prole.
Adesso, soffermiamoci su alcuni padri di pittori famosi, che hanno voluto onorare la persona più importante della loro vita. In queste opere gli artisti non solo hanno saputo cogliere i tratti del volto dei loro padri, ma anche e soprattutto a far trasparire la loro anima.
Pierre Auguste Renoir ha realizzato il Ritratto di Leonard Renoir nel 1869 e conservato presso il City Art Museum di Saint Louis. Suo padre, Léonard, era un sarto di limitate risorse finanziarie. L’artista ha ritratto il padre con uno stile molto realistico, un’espressione seria e con lo sguardo diretto sullo spettatore.
Frida Kahlo ha dipinto Ritratto di mio padre nel 1951 e conservato presso il Museo de Frida Kahlo a Città del Messico. Nel suo diario Frida Kahlo ha descritto suo padre come un uomo affabile e affettuoso:
Grazie a mio padre ebbi un’infanzia meravigliosa” scrisse, “infatti, pur essendo molto malato fu per me un magnifico modello di tenerezza, bravura (come fotografo e pittore) e soprattutto di comprensione per tutti i miei problemi.