Bernini, il celebre scultore della Roma barocca, ha lasciato in quell’immenso tempio di tesori racchiusi nella Galleria Borghese, delle profonde ed emozionanti testimonianze. Sculture talmente belle e sorprendenti in grado di generare un racconto denso di numerose immagini, scene teatrali, o fotogrammi, poichè la sua scultura possiede il dono di fermare il punto esatto in cui il dramma si snoda.
Nel giorno di San Giuseppe, Festa del papà voglio ricordare la paternità in senso pagano, attraverso una bellissima opera di Gian Lorenzo Bernini: Enea ed Anchise. Non c’è niente di più bello e poetico di un figlio pieno di quel senso profondo del dovere.
Una scultura che mi riconduce alla memoria di mio padre che negli ultimi mesi della sua vita, prendeva sempre più la sembianza sofferente, ma fiera di Anchise e un po’ per ricordare i suoi anni del Liceo, un po’ per guardare a quel barlume di futuro nel quale continuava orgogliosamente a vedere noi Pellegrini (detti anche “Vecciuni”, vecchi o meglio saggi) come Dottori, aspettava il ritorno di scuola di mia figlia, alle prese con il primo anno di Liceo classico e conversava con lei sull’lliade, l‘Odissea e dell’Eneide.
Ed ecco che per magia l’anziano, contaminato dalla sua giovane nipotina (innamorata di Ettore), ritornava ad essere quel giovane liceale che tifava segretamente per i Troiani.
Bernini: Enea ed Anchise
Bernini prende spunto dall’Eneide, dove la caratteristica fondamentale attribuita ad Enea è appunto la pietas intesa come devozione, rispetto per gli dei e la famiglia, degli uomini e un forte senso del dovere. Enea deve portare in salvo suo padre e suo figlio dalla città di Troia che è stata distrutta e sente che deve portare a termine un dovere. Deve cercare una nuova terra e fondare una nuova città sulle ceneri di quanto è stato distrutto dai Greci.
Ha la consapevolezza di essere stato un prescelto perchè figlio di Afrodite e perchè è stato salvato da Poseidone dalla furia di Achille. Il padre sulle spalle rappresenta il peso del passato che va rispettato ed onorato. Il piccolo Ascanio, che si nasconde dietro Enea rappresenta il futuro da creare e proteggere, la giovane pianta da annaffiare e curare ogni giorno, nonostante le avversità, così come suo padre Anchise fece con lui.
Enea porta in salvo suo padre e crea quelle solide basi per diventare egli stesso padre, non solo del piccolo Ascanio, ma della civiltà dei Romani.
Bernini: Enea e Anchise. Dentro i sentimenti dei personaggi. La paternità come base del dovere e del vivere civile.
Bernini restituisce allo spettatore attraverso gli sguardi profondamenti espressivi, eloquenti e veri di Anchise, Enea ed Ascanio la tragica inquadratura di Troia bruciata dalle fiamme.
Enea porta sulle spalle il vecchio padre Anchise, paralizzato nelle gambe e con la schiena ricurva, che reca in mano il vaso con le ceneri degli antenati (i Lari Tutelari). Il piccolo Ascanio, figlio di Enea, si nasconde dietro al padre stringendo nella mano l’eterno fuoco custodito nel tempio di Vesta che accenderà la nuova vita di Roma.
Molto preciso, significativo e raffinato il lavoro che Bernini ha fatto sulla corporatura dei personaggi, raffigurati nelle loro diverse età: la pelle di Ascanio appare morbida, quella di Enea forte, quella di Anchise più raggrinzita. La composizione è ascendente e a spirale.
Insieme ad altre celebri sculture monumentali come Apollo e Dafne, il ratto di Proserpina e Il David, Enea, Anchise ed Ascanio fu commissionata dal Cardinale Borghese.
Fu un Bernini appena diciannovenne a creare nel 1619 questo capolavoro che condensa nella scultura il grande racconto dell’umanità e della nascente civiltà romana. Gli storici dell’arte sostengono inoltre che Bernini fu aiutato dal padre Pietro, anch’egli scultore e che fu una feconda collaborazione tra i due.
Insieme alla paternità e alla pietas secondo molti studiosi, Bernini rappresentò anche quei valori morali e civili che formano il buon governo.
Caro Icrewer, con la speranza di poter ritornare un giorno alla Galleria Borghese, ti facciamo gli auguri per una Buona festa del papà!