Venerdì 10 giugno il Teatro SS. Trinità di Verona ha ospitato Carne da macello, l’esclusivo spettacolo diretto da Clara Caraffini.
Lo spettacolo è durato circa 50 minuti, durante i quali cinque attori protagonisti hanno intrepretato, nel meglio delle loro possibilità, le parti di altrettanti cinque aspiranti attori che cercano di farsi strada nella giungla dello spettacolo.
L’intera rappresentazione denuncia il viaggio turbinoso e spesso demoralizzante che appartiene alla vita quotidiana del teatrante medio.
Lo spettacolo andrà in scena anche domenica 12 giugno alle ore 21:00. Se sei interessato e vuoi saperne di più, senza conoscere la recensione, puoi leggere questo.
Carne da macello: una serata all’insegna della leggerezza, ma anche piena di spunti di riflessione
Il tutto nasce da un’idea di Clara Caraffini e Isacco Tognon che decidono di raccontare l’esistenza complicata, spesso piena di ostacoli, del mestiere del teatrante, senza mai privarsi di leggerezza.
Lo spettatore ha così avuto modo di conoscere ed entrare a piccoli passi in questo mondo dove le dinamiche non sono sempre semplici.
Il mondo teatrale è pieno di dedizione, impegno e sacrificio, ma spesso non importa quanto sia forte l’ambizione: il singolo sarà troppo spesso vittima dello circostanze.
Lo scenografia segue certamente il detto less is more del celebre architetto Mies van der Rohe: una classica porta, qualche sedia messa e spostata all’occorrenza, una sorta di bancarella del mercato realizzata in legno grezzo.
L’allestimento nasce di norma come funzione di supporto e sottolineatura alla drammaturgia, ma credo che in alcune scene, si sarebbe potuta scremare ancora di più, lasciando l’attore solo con il pubblico.
Come sosteneva Jerzy Grotowski, il rivoluzionario ideatore del concetto di Teatro povero, l’allestimento scenico spesso può trasformarsi in una trappola, non necessaria ai fini del messaggio che il Teatro deve trasmettere.
Carne da macello è di certo uno spettacolo connesso col mondo contemporaneo.
Il tema della precarietà umana è ovviamente preponderante, ma non solo: sempre con l’uso della leggerezza, sono stati introdotti il tema della maternità e del matrimonio, il tema del supporto familiare e ultima, ma non meno importante, la tematica lgbtq+.
Sicuramente con l’inizio del mese del Pride, è un messaggio che può avere una certa risonanza.
Il ritmo dell’intero spettacolo è andato in crescendo fino all’ultima scena, molto evocativa e simbolica, che è stata una vera e propria dichiarazioni d’intenti.
Qui il messaggio è stato ripetuto, nel caso in cui qualche spettatore l’avesse perso nel corso della rappresentazione, in maniera forte e chiara.
La chiusura ha sicuramente ricongiunto e puntato il dito sul tema cardine: l’altalenante precarietà del mondo dello spettacolo.
Se non si fosse capito: è uno spettacolo che chiama in campo tutti noi. E’ un inno a tutti coloro che si svegliano ogni mattina e lottano per tenere alta la propria ambizione. Se ancora non sei convinto, ecco il Trailer.
I biglietti sono acquistabili direttamente in loco oppure è possibile visitare la Pagina Facebook. di Carne da macello.