Qual è il legame tra Giovanni Verga, di cui quest’anno ricorre il centenario della scomparsa e la Giornata mondiale della fotografia? Il padre del Verismo italiano aveva una grande passione per la fotografia, quell’occhio esterno che gli permetteva di scrutare la realtà e riportarla poi nuda e cruda sulle pagine delle sue celebri opere letterarie.
“Ma per poter comprendere siffatta caparbietà, che è per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori. Volete metterci un occhio anche voi, a cotesta lente? voi che guardate la vita dall’altro lato del cannocchiale? Lo spettacolo vi parrà strano, e perciò forse vi divertirà…” (da: Fantasticheria).
La Regione Sicilia sta per acquistare per 225mila euro le lastre fotografiche originali di Giovanni Verga. Questo materiale è stato venduto all’asta a Torino e la Regione Sicilia ha il diritto di prelazione.
Giovanni Verga e le sue lastre fotografiche originali: documenti preziosi con grande valore storiografico
Questo prezioso patrimonio fotografico è costituito da 448 documenti fotografici ed è stato dichiarato di interesse storico e artistico dall’assessorato dei Beni culturali nel 2018. Successivamente la raccolta fu messa all’asta e acquistata da una fondazione privata.
Sarà ora cura del dipartimento regionale dei Beni culturali mettere in atto tutte le procedure amministrative necessarie per far sì che la raccolta fotografica rimanga in Sicilia.
Verga e la sua “segreta mania”
Verga definiva la sua passione per la fotografia come la sua “segreta mania”. L’interesse della critica per il Verga fotografo è recente e ciò sta a dimostrare come la creazione dell’artista o del poeta sia una sorta di officina attraverso la quale prendono vita dei capolavori immortali.
Gli anni in cui opera Verga come intellettuale erano anni di sperimentazione, un’epoca stava finendo e l’Italia, dopo la problematica unificazione, si allineava a passi lenti e scarsamente uniformi all’Europa nel concerto delle nazioni che si stavano avviando verso la seconda rivoluzione industriale.
La fotografia rappresentava il nuovo media, l’innovazione tecnologica che portò la pittura e la letteratura a porsi numerose domande sul modo di rappresentare la realtà. Se la fotografia fermava l’attimo in maniera precisa, come poteva la pittura rapportarsi alla realtà? E quali nuove strade avrebbe dovuto percorrere la letteratura?
Quindi per Verga la fotografia non fu un semplice hobby, ma uno strumento per analizzare la realtà, quella realtà che certamente non poteva cambiare, perché non credeva nel progresso, ma che sentiva l’esigenza di raccontare. La sua attività fotografica si estese dal 1878 al 1911 e affiancò quella letteraria.
Le foto di Verga illustrano la Sicilia rurale e urbana, ma anche paesaggi come quelli dei laghi lombardi, del Bormio e della Svizzera. La prima formazione letteraria di Verga passa infatti per Milano dove insieme all’amico e collega Capuana scoprirono la Scapigliatura lombarda e il Naturalismo di Zola. Sembra che fu Capuana ad insegnargli lo sviluppo delle foto.
Caro lettore, se vuoi seguire tutte le iniziative legate allo scrittore catanese consulta il sito della Fondazione Verga.