Oggi, in data 6 settembre 2023, ricorre l’anniversario della scomparsa di Luciano Pavarotti. Il cantante, considerato uno dei tenori più importanti al mondo, si è spento il 6 settembre del 2007 a Modena, la sua casa, in seguito a un lungo periodo di personale lotta contro il cancro al pancreas.
Continuò quasi fino all’ultimo a tenere lezioni di canto ad alcuni allievi, ricevendo amici e parenti, anche se costretto su una carrozzina e visibilmente sofferente.
Tutto ciò concorre ad innalzare il mito di Luciano Pavarotti. Ancora adesso è annoverato tra i massimi esponenti della musica lirica e uno dei tenori italiani di fama mondiale. Nato e cresciuto a Modena, di certo non si sarebbe mai immaginato di riscuotere un così enorme successo.
Nato a Modena il 12 ottobre del 1935, Luciano Pavarotti si avvicina molto presto alla musica e al bel canto grazie al padre, già corista. I suoi unici e onorati maestri, per sua stessa ammissione, rimarranno sempre il tenore Arrigo Pola e il maestro Ettore Campogalliani.
Contemporaneamente all’attività musicale, mantiene inizialmente quella come insegnante di educazione fisica, la quale abbandonerà nel momento in cui accrescerà la propria fama.
All’età di ventisei anni, dopo tanti anni di studio, arriva finalmente il primo debutto e, ovviamente la prima soddisfazione della carriera.
Nel 1961 Pavarotti vince il concorso internazionale Achille Peri che segna il suo vero esordio sulla scena canora.
Poco dopo, si esibisce al Teatro Municipale di Reggio Emilia in La Bohème di Puccini, mentre interpreta il personaggio Rodolfo. Si tratta di un’opera d’ora in poi emblematica per il tenore, tanto da essere ripresa più volte, anche in tarda età.
Sempre secondo un’altra dichiarazione dello stesso, il ruolo di Rodolfo è rimasto quello più rappresentativo del suo repertorio, tanto da trasformare Pavarotti in una sorta di suo alter ego sul palco.
In più, il 1961 è un anno spartiacque tra la giovinezza e la maturità dell’artista, anche nella sfera privata: è l’anno del matrimonio con Adua Veroni, dopo un fidanzamento durato ben otto anni.
La Bohème di Puccini: il cavallo di battaglia di Luciano Pavarotti
Nel 1965 il suo esordio al Teatro alla Scala di Milano sempre in La Bohème con Mirella Freni e Karajan è un trionfo! Da questo momento in poi la carriera del tenore diventa di rilevanza nazionale e tutta Italia non può fare a meno di riconoscere le sue incredibili doti e i suoi virtuosismi canori.
Affermata ormai la sua fama in patria il passo successivo fu l’avvicinamento all’estero. La svolta arrivò di nuovo con La Bohème, che dopo l’interpretazione al Teatro Wiener Staatsoper di Vienna nel 1963 gli permise di mostrarsi al pubblico internazionale.
Ricevette molte richieste di repliche dell’emblematica opera pucciniana, come per esempio dalla Royal Opera House di Covent Garden, a Londra. Nel 1967 interpreta il ruolo di Rodolfo in La Bohème al San Francisco Opera e poco dopo esordisce, nello stesso ruolo, alla Metropolitan Opera House.
Al Metropolitan Luciano Pavarotti è rimasto in cartellone fino al 2004 prendendo parte a circa trecentottanta rappresentazioni.
Ovviamente l’opera pucciniana è solo un filo conduttore nella carriera dell’artista, ma ha interpretato innumerevoli ruoli e riscosso ulteriore successo, fino a diventare la star che oggi tutti conosciamo.
Il Duca di Mantova nel Rigoletto, Nemorino in L’elisir d’amore, Manrico ne Il trovatore, Cavaradossi in Tosca, Riccardo in Un ballo in maschera, Idomeneo nell’opera omonima, Radamès in Aida e Calàf in Turandot, sono solo alcuni.
1966: Pavarotti e il debutto leggendario al Covent Garden
Il 1966 rappresenta uno dei momenti più alti della carriera artistica di Luciano Pavarotti. Debutta con successo al Covent Garden di Londra, assieme all’acclamata Joan Sutherland, con la quale aveva già collaborato in Lucia di Lammermoor quasi un anno prima, a Miami.
Il tenore modenese debutta in un’opera diventata leggendaria per la famosa sequenza dei nove do di petto: La Figlia del Reggimento.
Per la prima volta un tenore emette a piena voce i nove do di Pour mon âme, quel destin!, scritti da Donizetti per essere emessi in falsetto. Il teatro è scosso e incredulo!
Il proseguimento della carriera pavarottiana segue il fil rouge di grandi successi, soprattutto internazionali.
Questi sono anni fondamentali anche per la sua vita privata: nel 1962 nasce Lorenza, seguita nel 1964 da Cristina e infine nel 1967 arriva Giuliana. Il legame con le figlie è molto forte: per sua stessa ammissione, sono la cosa più preziosa della sua vita.
I Tre Tenori: Pavarotti, Carreras e Domingo
Nel 1990, insieme a Josè Carreras e Placido Domingo, il maestro dà vita a I Tre Tenori , imponendosi in breve tempo come fenomeno musicale. Nello stesso anno, in occasione della finale dei mondiali a Roma, si esibirono in concerto alle Terme di Caracalla. Il successo era già assicurato. Eseguirono arie liriche di opere famose, ma anche brani provenienti dal repertorio musicale popolare da tutto il mondo: Cielito lindo, La Vie en rose, Torna a Surriento, ‘O sole mio, Core ‘ngrato.
Nel 1997 il trio si esibì a Modena: per l’occasione fu presente anche il più volte affermato cantante statunitense, Michael Jackson. Nel 1998 si esibirono a Parigi in occasione della finale dei Mondiali di Francia e nel 2002 a Yokohama, sempre per la medesima manifestazione.
La vita di Luciano Pavarotti è stata costellata di successi. E’ stata una vita dedita alla musica che ha superato oltre i quarant’anni di carriera.
Nulla sembrava poter mettere freno al suo successo: purtroppo nel 2006 fu operato d’urgenza in un ospedale di New York per l’asportazione di un tumore maligno al pancreas. Da quel momento in poi, decide di coricarsi nella sua villa a Modena per affrontare la malattia. Un anno dopo i giornali annunciano la sua dipartita.
Nonostante non sia più presente fisicamente ad appagare l’animo dei suoi ascoltatori, credo che un uomo come Luciano Pavarotti abbia lasciato un’eredità molto importante per chiunque ami il genere e non.
Tutti conoscono il suo nome e il mito di Pavarotti difficilmente verrà dimenticato. Come i grandi personaggi della storia, verrà senza dubbio ricordato negli annali come colui che ha donato un contributo immenso alla musica.