Il gruppo scultoreo della Fontana di Diana e Atteone della Reggia di Caserta è stato restaurato grazie a un contributo del Soroptimist International d’Italia, l’associazione mondiale di donne impegnate nel supporto all’avanzamento della condizione femminile nella società.
L’opera di Pietro Solari, Paolo Persico, Andrea Violani e Angelo Brunelli, sarà al centro di un incontro con le socie Soroptimist International d’Italia e le istituzioni lunedì 3 ottobre (ore 11.30) alla Reggia di Caserta.
Il restauro della Fontana di Diana e Atteone
Il restauro è il risultato di un concorso promosso dal Soroptimist d’Italia tra i 160 club italiani con un finanziamento di 40mila euro del Fondo per l’arte: la proposta di Caserta si è classificata al primo posto su 22 progetti presentati per il recupero di altrettante opere presenti nelle strutture museali del nostro Paese.
“Il Fondo per l’arte del Soroptimist – spiega la presidente nazionale Soroptimist, Giovanna Guercio – ha la finalità di finanziare interventi di salvaguardia, conservazione e restauro a tutela del patrimonio culturale e artistico italiano“.
“I progetti presentati – aggiunge Mariolina Coppola, past president nazionale del Soroptimist – erano tutti validi, ma l’aspetto da sottolineare è che la Fontana di Diana e Atteone ha un significato particolare perché in essa c’è il mito, il senso della rinascita nell’acqua, la bellezza, l’arte, la donna ‘violata’ nella sua privacy mentre fa il bagno con le sue ancelle e si accorge di essere spiata da Atteone. La dea punisce l’affronto del responsabile di questa violenza ante litteram, tramutando il cacciatore in cervo contro cui si avventano i suoi stessi cani“.
Soddisfatta Tiziana Maffei, direttore generale della Reggia di Caserta. “La rete territoriale – afferma la Maffei – rappresenta per il patrimonio culturale italiano una importante risorsa. Ringrazio il Soroptimist International e il club di Caserta per aver proposto il nostro Museo“.
La fontana
Si ispira al culto di Diana, dea della caccia e della luna, molto diffuso nel territorio casertano ricco di boschi e di selvaggina. La scena è divisa in due gruppi, tra i quali scroscia la cascata, elemento di vita e purificazione. Si racconta di Atteone, il cacciatore tramutato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani per aver spiato la nudità di Diana, sorpresa al bagno con il suo seguito di ninfe.
Il mito raccontato da Ovidio
Il giovane Atteone, durante una battuta di caccia, si imbatté casualmente nella grotta in cui Diana e le sue compagne facevano il bagno. Non appena si accorse della sua presenza, la dea, adirata per l’oltraggio subito, gli spruzzò dell’acqua sul viso trasformandolo in un cervo, impedendogli così di andare a raccontare ciò che aveva visto. Il cacciatore scappando giunse ad una fonte dove, specchiatosi nell’acqua, si accorse del suo nuovo aspetto. Nel frattempo egli era inseguito dai suoi stessi cani che, catturatolo, lo sbranarono.