Ifigenia in Aulide è in scena dal 9 dicembre al Teatro Arcobaleno di Roma e vi rimarrà fino al 18 dicembre, per la regia di Alessandro Machìa, prodotto da AC Zerkalo, versione italiana di Fabrizio Sinisi.
E’ una tragedia dalla quale emerge un mondo pieno di macerie che prende corpo nella figura di Agamennone che a passi lenti avanza tra i fumi della scena, esponendo il suo dilemma tra l’uomo che è costretto a sacrificare la figlia e il re e condottiero che deve guidare il suo paese alla vittoria.
Un Agamennone diverso da quello sicuro di sè e arrogante che tutti noi abbiamo conosciuto nell’Iliade, un uomo profondamente combattuto che tende a rallentare l’azione inventando menzogne, ma che alla fine fa prevalere l’onore dei Greci, anche se Menelao ad un certo punto si umanizza, mostrando la disponibilità a terminare una guerra così assurda.
La grande esperienza scenica di Andrea Tidona, nei panni di Agamennone, accompagna lo spettatore alla scoperta di tutte queste sfaccettature di un personaggio profondamente travagliato soprattutto nei momenti in cui riceve gli abbracci sinceri di Ifigenia.
Ifigenia in Aulide: un mondo in cui si dubita della presenza degli dei e dei semidei
Quella dei Greci sarà dunque una vittoria che si dovrà pagare col sangue di una vergine. Un sacrificio ingiusto attraverso il quale viene messa in discussione l’autorità degli dei. Saranno proprio Clitemnestra e Achille a metterla in discussione, ma non saranno in grado di fermare lo svolgersi dell’azione e il compiersi del destino, anche se quest’ultimo prenderà una piega imprevedibile.
Achille era stato inconsapevolmente coinvolto nel piano di Agamennone, che per far partire Ifigenia le aveva prospettato un matrimonio con il Pelide.
La celebre “Ira funesta” di Achille, non basta dunque a frenare l’impeto dell’esercito degli Achei, che ha fame di vittime sacrificali, come la nostra società voyeuristica e “cannibale” assetata di sangue, di colpevoli e mostri da sbattere nelle pagine infinite ed intricate delle gogne mediatiche. Roberto Turchetta dà vita ad un Achille che alle armi antepone il ragionamento e che dubita persino della sua origine divina.
La forza di Ifigenia
E’ Ifigenia che risolve il dilemma, facendo in breve tempo un’evoluzione da fanciulla spensierata alla dignità di figlia primogenita del re, consapevole del fatto di dover rinunciare alla sua vita per il bene del suo popolo. Ella raccoglie così, nutrendolo di leggiadria, la virilità degli eroi greci, scegliendo di affrontare il destino a testa alta. Verrà quindi miracolosamente salvata dalla Dea Artemide.
Molto fresca ed incisiva l’interpretazione di Carolina Vecchia che da fanciulla diventa tragicamente donna, salendo verso una dimensione eroica.
Uno spettacolo da vedere per comprendere come i mondi di Omero, Eschilo ed Euripide percorrono il corso della storia, attraversando i dilemmi della nostra contemporaneità.
Per informazioni e prenotazioni andate sul sito del teatro Arcobaleno.