Pietro Righi con la sua Natività è quest’anno il protagonista del consueto appuntamento con l’arte del Presepe dei Musei civici di arte antica di Bologna, realizzato in collaborazione con il Centro Studi per la cultura popolare. Viene così valorizzata una produzione che dalla tarda età barocca ebbe un qualificatissimo centro di produzione.
La mostra che ti presenterò sarà accompagnata dai testi di Fernanda e Gioia Lanzi e Antonella Mampieri.
Un presepe “esemplare” di Pietro Righi (Bologna 1772-1839) in mostra dal 14 dicembre 2022 al 15 gennaio 2023
Apre oggi 14 dicembre la mostra dedicata all’artista Pietro Righi dal titolo “Un presepe esemplare”, che si terrà presso il Museo Civico d’arte industriale e Galleria Davia Bargellini di Bologna. L’ingresso è gratuito.
Potrai ammirare una Natività realizzata in terracotta. Insieme a questa scultura che reca la scritta “Pietro Righi/Fece/L’anno 1826/Lì 4 ottobre/n. 5”, sarà possibile ammirare altri due esemplari realizzati dallo stesso artista che appartenevano alla collezione di antichi pezzi presepiali già conservati nel Museo.
Pietro Righi è dunque l’erede di un’antica tradizione di maestri plasticatori bolognesi come Giuseppe Maria Mazza (1653-1741), Angelo Gabriello Piò (1690-1770), Filippo Scandellari (1717-1801).
L’artista si distinse soprattutto per la produzione a stampo seriale dei presepi che furono così accessibili a tutti i ceti sociali.
Nell’opera di Pietro Righi, sono rappresentati la Vergine, San Giuseppe e il Bambino con l’asinello e il bue. In genere queste figure venivano realizzate singolarmente per poi essere assemblate su una base. In questo caso parte da una scena centrale più ampia che comprende altri personaggi destinati a completare l’intera rappresentazione.
La Vergine sembra fondersi con la mangiatoia, quest’ultima realizzata con giunchi e rami intrecciati visibili anche nella parte posteriore della scultura. Questo rappresenta un segno distintivo dei maestri plasticatori del presepe bolognese, riprodotto anche in molti dipinti come ad esempio nell’affresco con la Natività di Vitale da Bologna.
Le altre figure sono poste in adorazione. Il numero 5 inciso sull’opera è indicativo del fatto che si tratti di una produzione seriale e la data del 4 0ttobre 1828 coincide anche con la festa del Patrono san Petronio.
Fu Stefano Tumidei a ritrovare la firma di questo artista, che rischiava di rimanere un plasticatore anonimo, per cui negli ultimi anni è stato possibile ricostruirne un corpus scultoreo in continuo aumento.
Il gruppo tradizionale replicato dall’artista, del quale è riemersa di recente la prima copia numerata in un mercato antiquario, si componeva di singole statuine realizzate a stampo e fissate tra loro con la barbottina.
Al nucleo principale venivano spesso accostati pastori, angeli e bambini. Attualmente è anche conosciuto La Sacra Famiglia con il Pastore inginocchiato che si toglie il turbante, esposto nel 2014 da un collezionista privato, attualmente concesso in comodato gratuito al Museo Davia Bargellini.
Nella collezione Guendalini di Modena è presente un esemplare numerato e datato con il numero 6 e la data del 1829. Altri esemplari sono quelli della Parrocchia di Santa Caterina di Strada Maggiore (1829), del Museo d’Arte Sacra di San Giovanni in Persiceto, nelle Chiese di Castagnolo e di San Matteo della Decima.
Ci sono inoltre gruppi conservati presso Enti pubblici. Uno è datato 1825 econservato presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, altri presso il Museo Civico “Andrea Tubino” di Masone (GE) e presso il Museo Diocesano di Arte Sacra di Faenza.
Pietro Righi, qualche cenno biografico
Righi nacque a Bologna il 30 aprile 1772 da Francesco Righi e dalla sua seconda moglie Anna Livizzani. Il padre, originario di Gaggio Montano si era trasferito a Bologna per esercitare la professione di medico, ma morì nel 1876 lasciando sua moglie e i suoi cinque figli.
La donna fu così aiutata dall’Opera Pia dei Poveri Vergognosi. Il lavoro di Pietro si svolse prima in una fabbrica per la produzione di maioliche in via San Vitale. Qui produceva statuette e dipingeva stoviglie. Successivamente fu Allievo dell’Accademia Clementina dal 1795 al 1798 dove seguì le lezioni di scultura di Giacomo Rossi e Giacomo De Maria.
Sposò Maria Spinelli nel 1804 che gli diede il figlio Francesco, padre del celebre fisico Augusto Righi. Nel 1811 cominciò a lavorare come bidello dell’Accademia di Belle Arti di Bologna per avere una maggiore stabilità economica che gli consentisse di esercitare in libertà la sua arte. Morì a Bologna il 18 maggio 1839.
Per informazioni e prenotazioni visitare il sito http://www.museibologna.it/arteantica