Oggi, 19 febbraio 2023, l’indimenticabile Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni. Chissà cosa avrebbe da dire in merito a tutto quello che è successo o che sta succedendo. Chissà se anche lui avrebbe ceduto al subdolo fascino dei social e avrebbe iniziato a postare o far postare i suoi pensieri attraverso reel. Purtroppo ci resta solo immaginarlo e riascoltare e rivedere le sue interviste e i suoi film, che ogni volta rivelano una sfumatura diversa.
Massimo Troisi, il Pulcinella senza maschera
Massimo Troisi è un artista indimenticabile del cinema italiano, dall’ironia sottile e profonda, nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano (Napoli), morto a Ostia (Roma) a soli 41 anni nel 1994, come conseguenza di un problema cardiaco che lo aveva accompagnato per tutta la vita.
È il principale esponente della nuova comicità napoletana nata agli albori degli anni Settanta e soprannominato “il comico dei sentimenti” o il Pulcinella senza maschera, è considerato uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.
Talento precoce, formatosi sulle tavole del palcoscenico ed istintivo erede di Eduardo e di Totò. Cominciò la sua carriera assieme agli inossidabili amici del gruppo I Saraceni, divenuto La Smorfia (Lello Arena ed Enzo Decaro). Il successo del trio fu inatteso e immediato e consentì al giovane Troisi di esordire al cinema con Ricomincio da tre (1981), il film che decretò il suo successo come attore e come regista. Dall’inizio degli anni Ottanta si dedicò esclusivamente al cinema, interpretando dodici film, cinque dei quali diretti da lui stesso.
Affetto da gravi problemi sanitari al cuore sin dall’infanzia, morì prematuramente nel 1994 all’Infernetto (Roma) per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche; il giorno prima aveva terminato la sua ultima pellicola, Il postino, per il quale sarebbe stato, qualche tempo dopo, candidato ai premi Oscar come miglior attore, miglior film, miglior regia e per la miglior sceneggiatura non originale.
Adoperò uno stile inconfondibile, che esaltava una capacità espressiva sia verbale sia mimica e gestuale con la quale riusciva a unire ruoli prettamente comici a quelli più riflessivi. Troisi indicò al cinema italiano una via per un’escursione rivitalizzante con in più uno sguardo molto attento alla società italiana ed alla Napoli successive al terremoto del 1980, alle nuove ideologie, al femminismo, all’autoironia crescente e all’affermazione della soggettività individualista. Con lui nacque la nuova tipologia napoletana di antieroe, la vittima dei tempi moderni, un personaggio che riflette tuttora i dubbi e le preoccupazioni delle nuove generazioni.
Occasionalmente si distinse anche al di fuori della recitazione, lasciando altri contributi: scrisse infatti ‘O ssaje comme fa ‘o core, una poesia messa in musica dall’amico Pino Daniele, un’allusione tanto alle patologie al cuore (comuni a Troisi e Daniele) quanto al romanticismo.
Gli omaggi a Massimo
Oggi un film, “Domani mi alzo tardi” di Stefano Veneruso (nipote di Troisi) esce nelle sale e ce lo fa immaginare in età matura. Il film è liberamente tratto dall’omonimo romanzo in cui Anna Pavignano (sceneggiatrice di quasi tutti i suoi film) ricorda la sua storia d’amore con Troisi.
La scena del fiorino alla dogana in Non ci resta che piangere
Ma c’è anche un altro grande omaggio all’attore e regista napoletano, il docufilm Lassù qualcuno mi ama, viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi, che sarà presentato al 73mo Festival di Berlino e dal 23 febbraio sarà in sala. E poi mostre e murales hanno ricordato e ricordano l’attore e regista napoletano.
La scena di Tonino e l’orsacchiotto in Scusate il ritardo
Troisi, oltre all’eredità artistica dei suoi capolavori, indirettamente oggi lascia anche un altro segno: un’Accademia di arti espressive ideata dal grande amico e attore Lello Arena, che ha voluto la collaborazione di Enzo de Caro, progetto sostenuto dal Comune di Napoli. L’Accademia potrà accogliere 100 artisti, non solo esordienti e senza limite d’età, e la frequenza è completamente gratuita.
La scena di Robertino in Ricomincio da tre
Venerdì 17 in prima visione alle 21.25 su Rai Tre è stato trasmesso il film documentario “Buon compleanno Massimo” di Marco Spagnoli (su RaiPlay dal 19 febbraio). La vita di Massimo Troisi viene ricordata da familiari e amici. Tra gli altri intervengono nel film Renzo Arbore, Eugenio Bennato, Jerry Cala’, Nino D’Angelo, Enzo De Caro, Fabio Fazio, Francesca Neri, Ferzan Özpetek, Roberto Vecchioni. Materiali di repertorio sono mescolati a un racconto intenso in un viaggio alla scoperta dell’artista oltre l’uomo indimenticabile, dalla grande ironia e umanità. Una storia sul cuore fisico, ma anche metaforico di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento, sul suo rapporto con Napoli, sul suo sguardo pacato e sincero sulla vita e sul mondo, ma anche sulle ingiustizie e sulle grettezze dell’esistenza, che lui ripudiava in pieno.