il 21 novembre 1272 salì al trono Edoardo I d’Inghilterra, figlio di Enrico III e di Eleonora di Provenza. Successore (1274) del padre portò avanti un’intensa attività legislativa tra cui il Model parliament e la conferma della Magna Charta, annesse il Galles (1284), contrastò le mire di Filippo IV sulla Guascogna e lottò per il controllo della Scozia.
Ebbe in appannaggio dal padre vasti domini tra cui la Guascogna (1252) e, in occasione del suo matrimonio con Eleonora di Castiglia (1254), l’Irlanda e i domini reali del Galles. Per un breve periodo subì l’influenza di Simon de Montfort, conte di Leicester, appoggaindosi ai baroni in lotta contro il re suo padre.
Edoardo, che rientrava dalla Terra Santa, fu raggiunto dalla notizia della morte del padre, re Enrico III, avvenuta il 16 novembre del 1272 a Londra; nello stesso messaggio, una lettera, riportava i sigilli di sedici dei più grandi feudatari inglesi, gli veniva comunicato che i suoi vassalli gli avevano prestato giuramento di fedeltà nonostante la sua assenza: Edoardo era stato pienamente riconosciuto re d’Inghilterra, prima dell’incoronazione.
21 novembre 1272, Edoardo I re d’Inghilterra
Edoardo acquistò presto una certa esperienza e ottenne alcuni successi in Guascogna; tuttavia, questo gli provocò ribellioni fra i suoi sudditi Gallesi e si fece, in Inghilterra, una reputazione di uomo turbolento, rapace e senza alcuno scrupolo. I suoi intrighi sleali ostacolarono le riforme baronali nel 1258, mentre nel 1260 sostenne Montfort, capo dei baroni, come citato precedentemente contro Enrico III, suo padre.
Nel maggio del 1260, abbandonò Montfort mostrando di essere l’unico capo dei realisti, così scoppiò la guerra nel 1263. Con la sua azione impulsiva e del tutto precipitosa a Lewes, provocò la disfatta dei realisti (14 maggio 1264) ed egli stesso fu preso in ostaggio per la garanzia della sottomissione di Enrico ai baroni.
Fuggito da Hereford, raggiunse i realisti e con una brillante campagna sconfisse i Monfortiani a Kenilworth ( agosto 1265) e a Evesham (4 agosto), diventando ufficiosamente il reggente dello stato per il debole re.
Nel 1270 partì per una crociata, ma arrivato a Tunisi, dopo la morte di Luigi IX, salpò per San Giovanni d’Acri donde partì nell’agosto 1272 dopo avervi guadagnato una certa reputazione. La notizia della morte del padre (16 novembre 1272) lo raggiunse in Sicilia e, avendo egli stesso lasciato un forte consiglio di reggenza prima di partire dall’Inghilterra, poté traversare senza fretta l’Italia e fermarsi in Francia, precisamente in Guascogna prima di ritornare in Inghilterra nell’agosto 1274.
Bello d’aspetto, di forme atletiche, forte ed eloquente, Edoardo era un uomo irascibile e crudele per natura e in breve tempo aveva acquistato la padronanza di se stesso. Marito fedele, padre savio e amico leale, nella politica era infaticabile, acuto e pratico; la sua capacità, il suo senso di giustizia, la sua energia fecero di lui un forte dominatore.
Bensì fosse autocrate e imperioso, era comunque capace di venire a compromessi, conscio che i suoi successi dipendevano essenzialmente dalla lealtà dei sudditi. Molto legato alle leggi che lui stesso seguiva in maniera impeccabile, in politica, spesso, risultava poco scrupoloso.
La corte e il governo di Edoardo
L’autocrazia era il suo ideale e governava per mezzo di un Consiglio privato, composto da consiglieri scelti da lui stesso, capi dei grandi dipartimenti amministrativi, inclusi quelli della casa reale con altri amministratori e agenti di fiducia; la maggior parte di loro erano consiglieri giurati, ma Edoardo non seguiva un vero e proprio schema, tanto meno il rango e la scala gerarchica alle quali appartenevano, egli li convocava a suo piacimento.
Edoardo chiamava con frequenza i magnati al Gran Consiglio per scopi cerimoniali e politici. In certe occasioni, come nel 1275, radunava i rappresentanti dei county knights (cavalieri della contea) e dei borghi, seguendo l’esempio di Montfort (1265), di Enrico III e di Giovanni, che spesso convocavano i cavalieri e in certe occasioni i nobili, per ottenere finanziamenti o informazioni sull’amministrazione locale.
Sotto Edoardo I tali assemblee presero il nome di Parlamento. Quest’ultimo termine compare nell’Alto Medioevo per designare una riunione di persone al fine di decidere su questioni pubbliche; riunioni nelle quali facevano parte baroni come quelle svoltesi in Sicilia e in Inghilterra, così come le riunioni dei cittadini nei comuni italiani
Questa era la tattica di Edoardo per tenere sotto il suo potere il tesoro, la cancelleria e le corti di giustizia, come la casa reale, utilizzando chiunque e qualunque cosa per il raggiungimento dei suoi fini.
Le guerre costose e le alleanze del re d’Inghilterra venivano finanziate con il Wardrobe (Guardaroba), dando sviluppo all’uso di debentures e di tallies preparati dal tesoro per l’anticipazione delle rendite, il Sigillo Privato usato dal Wardrobe negli affari nazionali divenne il secondo Sigillo di Stato, come supplemento al Grande Sigillo.
La cancelleria fu perfezionata per dare al cancelliere la precedenza di fronte agli altri ministri, anche il sistema giudiziario fu migliorato dalla formale organizzazione della Court of King’s Bench. Il sistema angioino di governo centralizzato raggiunse il suo sviluppo più alto, facendo di Edoardo il più forte fra i re inglesi del Medioevo.
L’Inghilterra di Edoardo I Plantageneto
Tutti conosciamo Edoardo I Plantageneto come il re dispotico dell’amatissimo film Braveheart, egli fu sovrano d’Inghilterra e Duca d’Aquitania dal 1272 al 1307. Tra i tanti appellativi che gli sono attribuiti nel corso dei suoi anni di vita e nella storia, troviamo quello di martello degli Scoti in onore delle sue vittorie in Galles e in Scozia. Era anche noto come Gambelunghe (in inglese Longshanks) e oggi come il re che condannò a morte l’amato Braveheart (William Wallace).
Il figlio, il suo legittimo erede al trono (Edoardo II) ebbe il primato come il primo figlio di un sovrano inglese che veniva al mondo in Galles e in futuro l’evento si sarebbe ripetuto solo altre due volte, con la nascita di Enrico V (1386) e di Enrico VII (1457).
L’obiettivo regio fu quello di indirizzare la propria amministrazione verso la creazione di uno Stato e Regno unito. La soluzione pensata e successivamente applicata da Edoardo I fu quella di riproporre un antico uso: ovvero quello di imporre ai gallesi e agli scozzesi degli obblighi nei confronti del re d’Inghilterra.
Toglietevi dalla mente lo Ius primae noctis, il diritto della prima notte così come la conosciamo nel fatidico film, una locuzione latina che indica un presunto diritto posseduto da un signore feudale nel quale, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, avrebbe potuto pretendere di sostituirsi al marito nella prima notte di nozze; in realtà non esistono fonti che dimostrino la reale esistenza di un simile diritto.
Comunque, alla fine il suo progetto tanto ambizioso quanto necessario di unificazione risultò essere un fallimento parziale, perché da un lato riuscì a garantire all’Inghilterra prosperità e un’epoca caratterizzata dal risveglio culturale ma dall’altro lato, come effetto contrario, portò alla radicalizzazione di sentimenti di opposizione maturati proprio da quelle comunità che più di tutte dovevano essere integrate.
Durante il suo regno affiorano la cultura e lo studio di discipline come la storia, per Edoardo aveva un significato molto rilevante: lui stesso dedicò molto del suo tempo perché convinto che potesse restituirgli delle informazioni utili in termini di strategia bellica e di amministrazione regia; venne dato spazio anche alla geografia campo dove interviene attivamente per la creazione di una cartina topografica dell’Inghilterra conosciuta anche come carta Gough.
Per finanziare la conquista del Galles, Edoardo tassò gli usurai ebrei, già impoveriti per la politica di sfruttamento seguita da suo padre, Enrico III e da suo nonno, Giovanni d’Inghilterra. Ben presto si trovarono nell’impossibilità di far fronte alle esose richieste del re, che li fece accusare di infedeltà.
Gli ebrei videro abolita la possibilità di prestare del denaro, già sottoposti a molte restrizioni sui mestieri che potevano svolgere, con limitazioni alla loro libertà di movimento, si videro rubare da sotto il naso il mestiere dai banchieri stranieri, i quali avevano cominciato a rendere gli stessi servizi già prima delle leggi fatte sugli ebrei stessi.
Edoardo, nel 1275, emise lo Statutum de Judaismo o Statuto di Jewry dove per rendere possibile la vita degli ebrei decise di ridurre le restrizioni e permetteva loro di esercitare altri mestieri come il commercio o l’agricoltura.
L’esperimento non ebbe successo, anche perché agli ebrei non venne garantita la sicurezza del possesso dei terreni e non potevano essere accettati nelle corporazioni dei commercianti; per cui una buona parte di loro tornò all’usura e allora Edoardo decretò che tutti gli usurai ebrei dovessero portare sui vestiti una stella gialla, così da essere identificabili da tutti.
Nel corso di questa persecuzione, il re fece arrestare tutti i capi delle famiglie ebree. Trecento di loro furono portati alla Torre di Londra e giustiziati, mentre gli altri furono uccisi nelle loro case. Nel 1290 il re decretò l’espulsione degli ebrei dal regno e la confisca di tutti i loro beni.
La disgrazia di Edoardo I fu il figlio Edoardo (Edoardo II), lo investì del titolo di principe di Galles e conte di Chester nel 1301, lo fece assistere alle sedute delle Camere e lo condusse con sé nella campagna di Scozia. Però Edoardo era vile, indolente e debole, non si curava che di sport, di buffonerie, di giochi e del bere.
Egli non aveva amici fra i nobili, i suoi compagni erano tutti gente indegna e il suo favorito, Piers Gaveston, era un cavaliere guascone; quest’ultimo fu esiliato da Edoardo I nel 1307.
Il re morì nello stesso anno a Burgh by Sands sul confine scozzese, mentre si apprestava a muovere guerra agli scozzesi guidati da Robert the Bruce. Contrariamente alle sue volontà, fu sepolto nell’abbazia di Westminster. Sul trono salì il figlio Edoardo II re d’Inghilterra.