“A mano a mano” è la canzone più celebre e amata di Rino Gaetano, ma se vi dicessi che non la scrisse lui? Il testo del 1978 si deve a Riccardo Cocciante e Marco Luberti.
Gaetano non incise la canzone in un album e la eseguì dal vivo una volta: al concerto Q disc live Q Concert che realizzò insieme a Cocciante.
Il testo di Cocciante narra di un amore che il tempo logora. La metafora centrale è quella della ciclicità delle stagioni, che si ripete con caparbietà incessante e monotona.
Una canzone che Cocciante recitava con l’accento cupo di un amante deluso che si crogiola nel proprio dolore.
Nel cantarlo dal vivo, invece, l’artista calabrese ha regalato una veste nuova al brano, con un’interpretazione che ne ha fatto il singolo più rappresentativo della sua arte.
A mano a mano: l’interpretazione di Rino Gaetano
La metafora delle stagioni e il racconto della passione che si eclissa nella noia e nella monotonia sono il cuore pulsante del testo di Cocciante.
Il cantautore calabrese, con la sua interpretazione, sposta il focus sulla speranza e la possibilità di un nuovo amore da cogliere come un fiore.
Il ritornello dell’artista calabrese trasforma la marcia lenta e cupa di Cocciante in una spensierata passeggiata in riva al mare, con il Sole che fa brillare i suoi diamanti nell’acqua blu.