La Repubblica Partenopea del 23 gennaio 1799, detta anche Repubblica Napolitana, fu proclamata ed esistita per alcuni mesi sull’onda della prima campagna d’Italia (1796-1797) delle truppe francesi della Repubblica sorta dalla Rivoluzione.
I fatti che portarono alla proclamazione della Repubblica napoletana si iscrivono nel contesto della campagna napoleonica in Italia e dell’entusiasmo che essa generò negli ambienti democratici della penisola, che portò alle repubbliche giacobine (1797 e il 1799) nell’Italia centrosettentrionale e a Roma. All’origine degli eventi napoletani è da porre l’occupazione francese di Roma (1798).
I fatti accaduti il 23 gennaio 1799
Allo scoppiare della Rivoluzione francese nel 1789 non ci sono immediate ripercussioni a Napoli, è solo dopo la caduta della monarchia francese e la morte per ghigliottina dei reali di Francia (1793) che la politica del Re di Napoli e Sicilia Ferdinando I e della sua consorte Maria Carolina d’Asburgo-Lorena (sorella di Maria Antonietta, e figlia dell’imperatrice d’Austria Maria Teresa) comincia ad avere un chiaro carattere antifrancese e antigiacobino.
Il Regno di Napoli aderisce alla prima coalizione antifrancese e cominciano, nel mentre, le prime repressioni sul fronte interno contro le personalità sospettate di simpatie giacobine.
Nei due cili rivoluzionai che scossero l’Europa, la penisola italica ne era sempre coinvolta. Napoli, la Sicilia, il Piemonte, la Lombardia, diverse aree delle Due Sicilie, i Ducati Padani e lo Stato della Chiesa negli anni a venire, con turbolenze che davano i chiari segni di un’ampia diffusione del movimento politico ispiratosi alle nuove idee nazionaliste.
I tentativi rivoluzionari ebbero luogo in città come Napoli, Palermo, Alessandria, Torino, Modena e Bologna. Nondimeno sono inquiete le campagne, attraversate ancora da fenomeni di brigantaggio. Inoltre tra gli stessi rivoluzionari, oltre a quelli che lottavano senza riserve per la libera nazione italiana, ve ne erano altri che mettevano in primo piano gli interessi regionali e municipali rispetto a quelli nazionali.
Col diffondersi del giacobinismo, nasce nel 1793 la Società Patriottica Napoletana, una società segreta rivoluzionaria che, ben presto, fu divisa in due fazioni: una fautrice di una monarchia costituzionale e un’altra fautrice di una Repubblica democratica.
Nel 1796 le truppe francesi, guidate dal generale Napoleone Bonaparte cominciano a riportare significativi successi in Italia. Il 23 ottobre 1798, nonostante l’Armistizio di Brescia con Napoleone Bonaparte in Egitto e i francesi a Roma, il Regno di Napoli entrava nuovamente in guerra con i francesi, con l’appoggio della flotta inglese comandata dall’ammiraglio Horatio Nelson.
L’esercito napoletano con uomini reclutati in poche settimane e comandato dal generale austriaco Karl Mack von Leiberich, entrò nella Repubblica Romana con l’intenzione dichiarata di ristabilire l’autorità papale.
Dopo solo sei giorni il Re Ferdinando IV Borbone di Napoli arrivò a Roma, ma un’immediata e risoluta controffensiva della francese Armata di Napoli del generale Jean Étienne Championnet sbaragliò rapidamente l’esercito napoletano alla battaglia di Civita Castellana; e i borbonici furono costretti alla ritirata che, ben presto, si trasformò in rotta.
Alla notizia della capitolazione il popolo di Napoli insorse violentemente in funzione antifrancese, el frattempo nella città scesero però in campo anche i repubblicani, i giacobini e i filofrancesi giungendo alla guerra civile. Il 20 gennaio 1799 i filofrancesi riuscirono, con uno stratagemma, a entrare nella fortezza di Castel Sant’Elmo, da cui aprirono il fuoco sui lazzari che ancora contendevano l’ingresso della città ai francesi.
Nel 1799 con l’arrivo a Napoli dei francesi e la breve istituzione della Repubblica Napoletana, il danno fu enorme. La Repubblica Partenopea (o napoletana), la repubblica proclamata a Napoli il 23 gennaio del 1799 dopo la fuga della corte borbonica in Sicilia di fronte all’avanzata francese, e capitolata nel giugno dello stesso anno.
La Repubblica napoletana del 1799 durò solamente sei mesi. Ma furono mesi concitati, convulsi, stretti in un presente incalzante. Ma perché Repubblica Parteonopea? La storia del nome di Napoli si perde fra miti e avvenimenti reali, fu fondata dai Cumani, i quali si insediarono qui alla fine del VIII secolo a.C.. In questa prima fase di esistenza della città il suo nome era Parthenope, motivo per cui la città è ancora chiamata partenopea e così i suoi abitanti.
Dopo la Repubblica Partenopea del 23 gennaio 1799
La vita della neonata Repubblica risultò difficile fin dagli inizi, mancava soprattutto l’adesione del popolo e quella delle province non occupate dall’esercito francese; sebbene i repubblicani fossero spesso personalità di grande rilievo e cultura, erano anche eccessivamente dottrinari e lontani dalla conoscenza dei reali bisogni del popolo napoletano.
Inoltre la Repubblica Partenopea ebbe un’autonomia estremamente limitata, sottoposta di fatto alla dittatura di Championnet e alle difficoltà finanziarie causate principalmente dalle richieste dell’esercito francese costantemente in armi sul suo territorio. Non si riuscì mai a costituire un vero e proprio esercito, ottenendo solo limitati successi nella democratizzazione delle province.
A questo si aggiunse una repressione spietata e sanguinaria contro gli oppositori del regime che di certo non aiutò a conquistare le simpatie del popolo, difatti durante i pochi mesi della repubblica moltissime persone vennero condannate a morte e fucilate dopo sommari processi politici.
Nel 1801 le truppe borboniche del conte Ruggero di Damas che tentaeono di raggiungere la Repubblica Cisalpina vennero sconfitte nel combattimento di Siena il 14 gennaio (secondo altre fonti il 13 o il 16) dai gen.
Seguitò quindi l’armistizio di Foligno il 18 febbraio 1801 firmato da Gioacchino Murat per le truppe francesi e da Damas per i napoletani, cui fece poi seguito la pace di Firenze che confermò ufficialmente il Regno di Napoli alla dinastia borbonica. Tale rimarrà fino al 1806, quando le truppe Napoleoniche apriranno a Napoli una nuova parentesi francese, monarchica, di circa dieci anni detta Decennio francese.
Ottenuta la resa dei repubblicani, restava da decidere come trattare le centinaia di persone che avevano partecipato al governo di Napoli durante l’occupazione francese. Furono centinaia le persone che avevano prestato servizio alla Repubblica napoletana.