L’artista cinese Ai Weiwei sta realizzando un monumento dedicato a Mikhail Gorbaciov, ex presidente dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e ultimo leader dell’Unione Sovietica. L’ultimo presidente dell’URSS e premio Nobel per la Pace è morto il 30 agosto 2022 all’età di 91 anni. Lavorò con il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan per limitare le armi nucleari e porre fine alla Guerra Fredda.
Ai Weiwei dedica un monumento a Gorbaciov
L’artista dissidente definisce Gorbaciov un visionario, “uno dei pensatori più importanti che hanno contribuito a dare una nuova possibilità alla società”. “Gorbaciov è sempre stato un simbolo per le persone in cerca di libertà” ha dichiarato Ai Weiwei, che è stato imprigionato, picchiato e sorvegliato dai funzionari del Partito Comunista Cinese nel 2011 a causa delle sue opere fortemente critiche nei confronti dello stato. “Una Russia democratizzante potrebbe essere modello per la Cina comunista” continua.
“Fino ad oggi non c’è nessuno come Gorbaciov in Cina e se la Cina non avvia una riforma politica come quella di Gorbaciov non avrà buoni risultati per quanto riguarda lo sviluppo economico”.
Ai Weiwei sta realizzando il monumento a Berlino, dopo che il 2 ottobre, alla vigilia del trentesimo anniversario della riunificazione della Germania, ne aveva dato l’annuncio. Sta collaborando con la fondazione Cinema for Peace dell’attivista slovena Jaka Bizilj.
Intanto l’artista sta continuando a manifestare le proprie simpatie verso i dissidenti cinesi, come ha fatto in Cockroach (2020), il suo nuovo documentario incentrato sulle proteste a Hong Kong del 2019 pro-democrazia.
Perché installare il monumento a Gorbaciov a Berlino
Particolare è la scelta di Berlino, città con cui l’artista non ha certo un bel rapporto. Ai WeiWei si è espresso negativamente sulla Germania e Berlino a causa di due episodi razzisti da lui subiti in Germania. Aveva anche dichiarato che Berlino è la città più brutta e noiosa che ci sia, che è impossibile insegnare agli studenti delle accademie tedesche e aveva denunciato la corruzione del sistema.
Bisogna ricordare che Ai Weiwei ha particolarmente caro il tema della libertà individuale. Come ricorderete, l’artista è stato imprigionato e torturato dai funzionari del Partito Comunista Cinese nel 2011 per le sue opere critiche nei confronti dello stato. Dissidente fin da giovanissimo, a causa di idee contrastanti con il regime comunista cinese, la sua famiglia era stata spedita in un campo di lavoro. La rottura definitiva con il governo cinese si è avviata ufficialmente nel 2008, quando dopo un violento terremoto erano crollate diverse scuole, probabilmente a causa della scarsa qualità del materiale impiegato.
Dato che il governo aveva sottostimato il numero delle vittime, l’artista aveva esortato la popolazione a stilare un elenco dei ragazzi deceduti. La reazione del governo è stata violenta, con l’oscuramento del sito web dell’artista. Nel 2015 Amnesty International gli ha conferito il premio Ambassador of Conscience e successivamente il governo cinese gli ha restituito il passaporto, così da lasciarlo libero di portare la sua arte nel mondo.