Dopo l’elefante della Namibia e la balenottera azzurra, all’ingresso della Triennale di Milano fa ora la sua comparsa la giraffa di Rothschild, terza scultura monumentale firmata da Jacopo Allegrucci. L’opera fa parte della serie “La fragilità del futuro”, un progetto concepito per la 24ª Esposizione Internazionale Inequalities, che prosegue fino al 9 novembre 2025.
Una serie che parla di fragilità e responsabilità
La giraffa, realizzata in cartapesta, prende il posto dell’elefante, che sarà trasferito nel Giardino della Triennale. Alla fine dell’Esposizione, il parco ospiterà l’intera serie, ad eccezione della balenottera, distrutta lo scorso luglio in un atto vandalico.
Allegrucci ha scelto di rappresentare animali simbolo della biodiversità minacciata: creature la cui esistenza è fragile quanto il materiale con cui sono realizzate. La cartapesta diventa così metafora della vulnerabilità ambientale e sociale, in un dialogo che unisce arte, natura e coscienza civile.
La giraffa di Rothschild, un simbolo in estinzione

Questa sottospecie di giraffa è oggi considerata a rischio critico di estinzione, con popolazioni ridotte in aree circoscritte dell’Africa orientale. Portarla all’interno di un contesto artistico come la Triennale significa non solo ammirarne la presenza imponente, ma anche riflettere sulle responsabilità collettive nei confronti delle specie in pericolo.
Un messaggio che resta nel tempo
Con “La fragilità del futuro”, Allegrucci offre alla città di Milano un percorso che unisce estetica e denuncia, bellezza e memoria. Le sue sculture, pur temporanee, lasciano un segno profondo, ricordandoci che il futuro della Terra dipende dall’equilibrio delicato tra uomo e natura.
L’arte diventa così un invito a non rimanere spettatori passivi. Vuoi restare aggiornato su mostre e installazioni che mettono al centro il futuro del nostro pianeta? Allora seguici su Instagram e unisciti alla nostra community.