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Notizie

Perché Arlecchino al Piccolo Teatro di Milano è anche un’installazione luminosa

L’opera di luce di Angelo Bonello illumina il chiostro del Piccolo Teatro

Massimo 1 mese fa Commenta! 7
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Da oggi Arlecchino non vive solo sul palcoscenico. Fino al 2 novembre, il personaggio più iconico del Piccolo Teatro di Milano prende forma anche nel chiostro della sede storica. Qui un’installazione luminosa firmata da Angelo Bonello trasforma il simbolo della commedia italiana in un’opera di luce e movimento. È un modo nuovo di raccontare l’eredità di Giorgio Strehler e l’identità stessa del Piccolo.

Contenuti
Un Arlecchino di luce nel chiostro del Piccolo TeatroIl progetto artistico di Angelo BonelloArlecchino fra libertà, potere e ipocrisiaIl ritorno in scena dello spettacolo di StrehlerLa regia di Stefano de Luca e il dialogo con la tradizioneLa nuova partnership con A2A e Banco dell’energiaCultura, sostenibilità e innovazione al Piccolo Teatro

Un Arlecchino di luce nel chiostro del Piccolo Teatro

Il chiostro del Piccolo si accende con la figura di Arlecchino, composta da luci e materiali che ne riprendono il classico costume a rombi. L’opera, ideata da Bonello, si erge su un piccolo palco di legno antico. Sopra di lui fluttuano scritte colorate che cambiano tonalità, come a seguire il ritmo di una recita invisibile. È un Arlecchino che parla senza voce, un corpo di luce che incarna l’eterna tensione tra libertà e costrizione, giustizia e potere.

L’installazione è stata realizzata grazie alla collaborazione tra il Piccolo Teatro di Milano, A2A e Banco dell’energia. La produzione è di Casta Diva Art&Show. L’obiettivo è unire arte, energia e sostenibilità in un progetto che viva anche al di fuori della scena teatrale.

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Il progetto artistico di Angelo Bonello

Arlecchino

Angelo Bonello è conosciuto per le sue opere luminose capaci di dialogare con gli spazi urbani. In questo caso ha scelto di interpretare Arlecchino come una figura sospesa tra sogno e realtà, capace di riflettere la complessità dell’uomo contemporaneo. Il personaggio, nato per far ridere, qui diventa anche simbolo di equilibrio precario. Il suo corpo di luce cambia colore per esprimere emozioni contrastanti: il rosso dell’ironia, il blu dell’incertezza, il verde della speranza.

Bonello ha spiegato che l’installazione è pensata come una metafora visiva dell’energia umana che si trasforma, si adatta e non si spegne mai. In un contesto storico in cui l’arte deve anche parlare di sostenibilità, la luce è sia materia che messaggio.

Arlecchino fra libertà, potere e ipocrisia

Nel testo di Goldoni, Arlecchino è il servo che cerca di cavarsela tra padroni e bugie. Nella lettura luminosa di Bonello diventa un uomo che si muove tra verità e finzione. Le scritte colorate che regge rappresentano i pensieri dell’uomo moderno: desideri, sogni, giustizia, ma anche ipocrisia. È un linguaggio universale, leggibile da chiunque visiti il chiostro.

Il pubblico non assiste a una performance ma entra in contatto diretto con essa. Ogni variazione di luce cambia la percezione dell’opera e invita a riflettere sul ruolo che ognuno di noi recita ogni giorno.

Il ritorno in scena dello spettacolo di Strehler

Arlecchino servitore del prodotto interno lordo

L’installazione accompagna il ritorno in scena di Arlecchino servitore di due padroni, lo spettacolo che ha reso celebre il Piccolo Teatro nel mondo. La nuova messa in scena è firmata da Stefano de Luca, che ha raccolto l’eredità di Giorgio Strehler mantenendo vivo lo spirito originario.

De Luca ha voluto riportare in vita la commedia con fedeltà ma anche con attenzione al presente. Il suo Arlecchino è un ponte tra passato e futuro, proprio come la figura luminosa che accoglie gli spettatori all’ingresso del teatro. Mentre lo spettacolo torna sul palco, il chiostro diventa una seconda scena, aperta alla città.

La regia di Stefano de Luca e il dialogo con la tradizione

Stefano de Luca dirige Arlecchino dal 2007, custodendo la messa in scena di Strehler come un organismo vivo. Il nuovo allestimento riprende la gestualità storica e la musica originale, ma introduce una leggerezza nuova. L’idea di affiancare alla rappresentazione un’installazione luminosa nasce proprio dal desiderio di estendere il linguaggio teatrale oltre le mura della sala.

Il dialogo tra scena e spazio urbano è oggi una delle sfide più interessanti del teatro contemporaneo. Il Piccolo la raccoglie mostrando come un personaggio del Settecento possa continuare a parlare al pubblico del XXI secolo.

La nuova partnership con A2A e Banco dell’energia

Durante l’inaugurazione erano presenti i direttori del Piccolo, Lanfranco Li Cauli e Claudio Longhi, insieme al presidente di A2A e della Fondazione Banco dell’energia Roberto Tasca. L’occasione ha segnato l’inizio di una nuova partnership tra il teatro e A2A per il triennio 2026-2028.

Questa collaborazione prevede eventi e progetti culturali condivisi che uniscano creatività e sensibilità ambientale. Il Piccolo diventa così non solo un luogo di spettacolo ma anche un laboratorio di idee legate alla sostenibilità.

A2A sosterrà il teatro in iniziative co-progettate che coinvolgeranno anche Banco dell’energia. L’obiettivo comune è promuovere l’uso consapevole delle risorse e diffondere cultura attraverso linguaggi innovativi.

Cultura, sostenibilità e innovazione al Piccolo Teatro

Il progetto Arlecchino luminoso rappresenta il primo passo di questa collaborazione. La luce, simbolo dell’energia condivisa, diventa qui anche un segno di speranza. Milano si conferma un centro attivo di dialogo tra arte e tecnologia.

Il Piccolo Teatro, fedele alla propria storia ma aperto al futuro, sceglie di far parlare Arlecchino anche fuori dal palcoscenico. È un modo per ricordare che la cultura può essere accessibile, sostenibile e viva nello spazio urbano.

L’opera di Bonello rimarrà visibile fino al 2 novembre. Per chi passa dal centro di Milano, vale la pena entrare nel chiostro e lasciarsi sorprendere da questo Arlecchino di luce che, senza parole, continua a raccontare la storia di tutti.

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