Dal 1 Febbraio su VatiVision sta andando in onda un documentario prodotto da Delta Star Picture in 4K intitolato Artemisia Gentileschi. Pittrice guerriera.
La Delta Star Picture è un’azienda che si interessa dei settori delle tecnologie, dell’ entertainment, dell’audiovisivo e della cultura.
Essa è iscritta al MiBACT (Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo) nelle sezioni della Distribuzione, dell’ Industria Tecnica e della Produzione e si è occupata di alcune produzioni dedicate ad artisti del calibro di Caravaggio, Gian Lorenzo Bernini e Antonio Canova.
Per comprendere al meglio la natura del documentario si deve innanzitutto conoscere cosa è VatiVision. È chiamata anche la Netflix del Vaticano perché, esattamente come Netflix (della quale è una competitor), è una piattaforma di video on demand che manda in onda documentari, film e serie tv che trattano di temi cristiani. Attualmente è disponibile sul web e su quasi tutti i main-screen.
Artemisia Gentileschi: vita e opere
Artemisia Gentileschi nacque a Roma nel 1593. Era la figlia del pittore Orazio Gentileschi, artista all’ inizio tardo-manierista ma, successivamente (dopo aver conosciuto le opere del Caravaggio a Roma), un caravaggesco.
Artemisia si avvicinò molto giovane all’ arte e fu erudita dal padre che subito ne comprese il talento e le insegnò tutto ciò che sapeva. Essendo cresciuta nella Roma di inizio seicento, una città estremamente vitale in campo culturale e nella piena fioritura del Barocco, ella non poté fare altro che assorbirne la vivacità intellettuale e diventare anche lei una prosecutrice dell’opera del grande Caravaggio.
Essendo una donna, purtroppo all’ epoca non veniva considerata capace di poter diventare una grande artista, né degna di poter ricevere un’istruzione in bottega della quale, invece, potevano usufruire i suoi colleghi uomini. Per questo motivo Artemisia dovette contare solo sul grande aiuto del padre e sulle proprie capacità per potersi formare adeguatamente in campo artistico.
Quella che probabilmente fu la sua prima opera fu Susanna e i vecchioni, del 1610. In questa tela traspaiono sia il realismo caravaggesco sia gli insegnamenti pervenuti da quella che era la scuola bolognese dell’epoca, sulla scia della quale si era formato il padre Orazio.
La vita di Artemisia Gentileschi, in tenera età, fu però sconvolta da un tragico episodio. Nel 1611, quando aveva solo 18 anni, la ragazza fu mandata a fare pratica pittorica presso un artista amico del padre, Agostino Tassi. Egli un giorno, approfittando dell’assenza di Orazio, violentò Artemisia senza alcun ritegno. La giovane rimase profondamente scioccata da questo evento e ne risentì anche la sua pittura. Dopo aver accondisceso il Tassi per più di un anno nella speranza di diventare sua moglie e di riuscire così a salvare il proprio onore, la Gentileschi scoprì che egli era già coniugato.
Fu solo allora che il padre Orazio intervenne dando il via ad un processo contro il suo ex collega. Dopo varie testimonianze da parte di persone pagate dal Tassi, ovviamente tutte false, e varie umiliazioni subite da Artemisia il processo si risolse con una condanna per il pittore che prevedeva il suo allontanamento da Roma. Egli, però, non scontò mai la sua pena, lasciando Artemisia profondamente amareggiata.
Alla pittrice non restò altro che sposare un amico del padre ed andare via da Roma. Viaggiò molto durante la sua vita, risiedendo prima a Firenze, poi di nuovo a Roma, a Venezia, a Napoli e addirittura, per un breve periodo, in Inghilterra. Ebbe un grande successo nonostante fosse una donna, tanto da realizzare opere meravigliose come Giuditta che decapita Oloferne. Si pensa (non abbiamo purtroppo testimonianze certe) che morì a Napoli nel 1656, durante un’epidemia di peste.
La vita di un’artista così importante, che ha precorso i tempi ed è stata capace di mantenere integra la sua dignità e il suo talento in un mondo dove le donne non contavano nulla non poteva che essere omaggiata da un documentario di tale spessore. La regia è di Jordan River e Artemisia Gentileschi è interpretata da Angela Curri. Inoltre sono presenti le interviste ad alcuni storici dell’arte e conservatori che hanno studiato per lunghi anni la pittrice.
È possibile vedere il documentario sul canale di VatiVision al costo di 3,99 euro per il noleggio e di 6,99 euro per l’acquisto.
Puoi trovare ulteriori informazioni al riguardo sul sito di VatiVision al seguente link https://www.vativision.com/it/home e sul sito di Finestre sul’arte al link https://www.finestresullarte.info.