Si continua con l’appuntamento natalizio sul tema della Natività e con dipinti inconsueti. Oggi presentiamo un’argomento formidale, una scoperta recente che ci fa rallegrare per la genialità dell’artista. I biglietti di Natale di Dalì.
Esatto parliamo proprio del surrealista, pazzo, visionario, intelligente Salvador Dalì. Un’artista che si discosta di gran lunga dal tema della natività canonica e sacra e forse si avvicina più al profano. (vedi qui Natività tra il sacro ed il profano). Un’artista che non ha nulla a che vedere con le Natività trattate nei giorni precedenti (vedi qui Natività Maratta e Adorazione del Bambino di Costa) seppur anche queste “atipiche”.
Dalì spiazza tutti con i suoi biglietti natalizi e lo fa nella maniera più divertente e dolce possibile.
I biglietti di Natale di Dalì
Cosa mancava nel suo repertorio artistico? Cosa ancora non aveva trattato? Ovvio, la festa più sentita e festeggiata da tutto il mondo: il Natale, la nascita del Cristo.
Stravagante come è sempre stato, il surrealista Dalì toccandosi i suoi baffi all’insù, si superò con questa idea geniale: produrre biglietti di Natale.
Le sue rappresentazioni non sono, ovviamente, canoniche, non tratta il tema religioso, ma sono scene visionarie e surreali a tema Natalizio. Ma quale il reale motivo di questa produzione di cartoline Natalizie? E perchè non sono mai state divulgate? Scopriamolo insieme.
La vera motivazione dei biglietti di Natale di Dalì
L’artista della Persistenza della Memoria, nota a noi tutti, pensò di creare biglietti di Natale. Egli ne compose ben 19 dopodichè fermò la sua produzione.
Progettò esattamente 19 biglietti di Natale unici e stravaganti come lui, tra il 1958 e il 1976 prodotti per la società Hoechst Iberica di Barcellona, la casa editrice, inviava periodicamente e quindi per ben 2o anni questi biglietti di auguri artistici a medici e farmacisti della Spagna.
In realtà la prima immagine usata per la commercializzazione dei suoi biglietti natalizi fu una rappresentazione artistica di Dalì che venne utilizzata per la copertina della rivista Vogue del 1946. Un immagine ancora oggi molto diffusa e ristampata. Si tratta di “Noel”.
Un paesaggio surreale, natalizio, con i colori tipici magici, freddi e caldi dell’inverno su uno scenario vuoto adornato da alberi tipici del Natale, i due principali illuminati dalla stella Betlemme.
Al di sotto di essi si apre un secondo scenario, uno spaccato della crosta terreste, dove viene rappresentata una scena idilliaca: pavimenti, oggetti, monili, amuleti sospesi e colonne architettoniche aventi la forma di un volto femminile.
A sinistra inoltre appare l’ombra di un angelo in preghiera. ‘Dalì non si cimenta nella rappresentazione del sacro Natale ma più alla versione profana europea legata al materialismo e quindi agli addobbi, all’albero e a varie simbologie note dell’artista. Ma in realtà in quasi ogni sua rappresentazione dei biglietti di Natale, Dalì inserisce sempre qualcosa di sacro.
Un’ altra rappresentazione sacra e surrealista è proprio un secondo biglietto di Natale intitolato “Presepe” di Dalì del 1959, un’immagine che ritrae la Sacra Famiglia.
Schizzi, disegni, macchie di colore, in realtà sembrano esser rappresentati un re e una regina, come si può notare dalla simil corona sul capo dell’immagine maschile dal mantello azzurro, ma si intuisce essere la rappresentazione della Sacra Famiglia non solo dalla presenza delle tre figure simbolo ma anche dall’aureola posta sopra il capo della Madonna che tiene in braccio il bambino.
E poi ancora, si apre uno scenario abbozzato dietro loro con schizzi di quello che sembra essere un tempio, ed un disegno dell’Angelo. Il tutto firmato e datato.
Il primo dei suoi 19 biglietti di Natale per augurare buone feste ad Hoeschts fu “Felicitation de Navidad”- 1958.
E’ una rappresentazione dell’ “albor santo“, un elemento spesso inserito nei suoi biglietti di Natale che Dalì trasformava in immagini allegoriche, in alberi non convenzionali. Qui vediamo la rappresentazione di un albero quasi sdradicato dal terreno ornato da piume di ali d’angelo, come se stesse prendendo il volo.
Spesso queste sue cartoline natalizie decorate da alberi non convenzionali richiamano alla memoria immagini, dipinti, storie di romanzi famosi dai quali Dalì prende ispirazione. E’ il caso di “Felicitacion de Navidad” del 1960 che si ispira a Don Quijote (Don Chisciotte) della Mancha di Cervantes e di “Felitacion de Navidad” del 1961 con la infanta Margarita de “Las Meninas” ispirato al capolavoro di Diego Velàzquez.
Dalì conosciuto per il suo surrealismo fatto di immagini idilliache e onoriche, era completamente influenzato anche da Einsten e Freud, e aveva quasi una passione-ossessione per la scienza, l’astronomia e la matematica. Nei suoi dipinti, infatti, notiamo tutto ciò. E non si limitò solo a trasportare queste passione nei suoi capolavori ma anche nei biglietti di Natale, in particolare uno prodotto nel 1962 intitolato “Felicitation de Navidad el primer Christmas astronautico”.
Molto spesso questi biglietti contenevano una descrizione a mano dell’artista stesso.
Ma mentre Dalì produceva biglietti in serie per la società Hoechst, aveva un obbiettivo: riuscire a far arrivare le sue produzione ad Hallmark, grande ed importante azienda americana che divenne patner degli artisti.
Ma allo stesso tempo anche un altro illustratore Rockwell ne creava. I 19 biglietti di Natale di Dalì son rimasti 19 proprio perchè fu preferito Rockwell che creò biglietti natalizi con iconografia semplice e conosciuta del Natale (Babbo natale, alberi ecc) mentre le raffigurazioni di Dalì si rivelarono troppo surrealiste e all’avanguardia per il tempo e per l’acquirente medio dei biglietti di Natale.