Il 30 gennaio 1649, in una fredda mattina londinese, Carlo I d‘Inghilterra salì sul patibolo eretto a Whitehall, destinato a entrare nella storia come il primo monarca inglese ad essere giustiziato pubblicamente. La sua morte segnò la fine di un’era e l’inizio di un periodo repubblicano unico nella storia britannica: il Commonwealth d’Inghilterra guidato da Oliver Cromwell.
Dallo scontro con il Parlamento alla condanna a morte
Il regno di Carlo I fu segnato da conflitti continui con il Parlamento. Il suo tentativo di governare senza il consenso parlamentare e le sue politiche fiscali impopolari alimentarono un crescente malcontento. La tensione culminò nella Guerra civile inglese (1642-1651), che vide contrapposti i sostenitori del re (cavalieristi) e le forze del Parlamento (roundheads), guidate da Oliver Cromwell.
Dopo la sconfitta del sovrano, il Parlamento Rump – ormai dominato dai puritani e dagli oppositori della monarchia – lo processò per alto tradimento. Il verdetto fu inesorabile: condanna a morte per decapitazione.
L’esecuzione e le sue conseguenze
La mattina dell’esecuzione, Carlo I affrontò la morte con una calma che impressionò i presenti. Indossava una camicia spessa per evitare di tremare per il freddo, temendo che il popolo potesse scambiarlo per paura. Con un colpo netto d’ascia, la sua testa venne separata dal corpo e la folla trattenne il fiato: un momento di silenzio che segnò la fine della monarchia inglese.
Dopo l’esecuzione, il Parlamento abolì la monarchia e dichiarò l’Inghilterra una repubblica, guidata da Cromwell fino alla Restaurazione del 1660, quando Carlo II, figlio del re giustiziato, tornò sul trono.
Un evento che ha cambiato la storia
L’uccisione di Carlo I rappresentò un punto di svolta nella storia inglese. Fu la dimostrazione che nessun monarca era al di sopra della legge e che il potere del re poteva essere limitato dal Parlamento. Ancora oggi, la sua esecuzione è ricordata come un evento chiave che portò all’evoluzione della monarchia costituzionale britannica.
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