In questi giorni ha destato molto interesse la richiesta di bancarotta da parte dei finanziatori del Cirque du Soleil, in Canada, dove il circo più famoso del mondo è nato.
Delle circa 450 città che aspettavano il tendone dei sogni (appellativo dato a Cirque du Soleil) con i suoi artisti che variano dai clown ai favolosi acrobati, passando per cantanti, musicisti e ballerini, purtroppo solo Messico e Cina hanno confermato che consentiranno al Cirque du Soleil di esibirsi.
Hai mai visto il Cirque du Soleil Sasà?
E perchè avrei dovuto? Che me ne faccio di un circo che ha preferito impegnare le sue risorse sulla perfezione della performance, che ha incantato il suo pubblico con acrobazie degne di Peter Pan che sorvola Londra, piuttosto che puntare sullo sfruttamento di animali educati con la frusta, o chiusi in gabbie grosse quanto una stanza di casa mia, obbligati a fare quelle splendide sfilate sotto il sole cocente? E’ ovvio che se dovessi pagare un biglietto preferirei alimentare le passerelle degli elefanti del circo Orfei, piuttosto che i professionisti di Cirque du Soleil.
Sasà, sei ironico spero? Il mondo piange questa richiesta di bancarotta, il Cirque du Soleil potrebbe lasciare disoccupati 3500 artisti.
Che importanza dovrebbe avere per me? Il solo far parte della più grande e importante compagnia del mondo, non deve certo far pensare che siano meglio degli arti? Che differenza ci dovrebbe essere tra loro e tutti quelli che sono a casa e che giustamente protestano perchè il settore spettacolo è stato abbandonato a causa del covid19. Voglio dire, mica sono meglio degli altri solo perché lavorano per Cirque du Soleil?
Certo, tutti gli artisti meritano di essere tutelati dalla legge, Sasà. La pandemia ha apportato un grave danno al settore degli spettacoli dal vivo, ovviamente, poiché i tendoni da circo, come i teatri, sono fatti per ospitare molte persone e tutti a distanza molto ravvicinata, ma qui parliamo di una sorta di rivoluzione nella storia del circo: la nascita del circo contemporaneo.
Cirque du Soleil, un viaggio nel sogno
Il circo è stato fondato nel 1984 da Guy Laliberté, Gilles Ste-Croix e Daniel Gauthier a Montréal in Canada.
Guy era un artista di strada, si esibiva per le vie di Montréal vivendo delle offerte che il pubblico gli elargiva per le sue esibizioni da giocoliere, fisarmonicista e mangia fuoco per il quale è tutt’oggi famoso. Egli ebbe la fortuna di incontrare e stringere un’amicizia con un ricco imprenditore canadese, che dalla strada lo portò sulla rivista Forbes, per la sua scalata da artista ad imprenditore.
Indubbiamente il sogno dello stravagante Guy di fondare un circo senza animali, che puntasse tutto su musica (le colonne sonore del Cirque du Soleil sono tutte originali ed eseguite dal vivo), colori dei costumi e potenza fisica della performance, il tutto nella magica ricostruzione del clima fantastico delle favole, fu un’idea vincente, poichè Cirque du Soleil oggi vanta 14 compagnie itineranti che girano per tutto il mondo e 10 stabili.
Tra gli artisti, i tecnici e altro personale, il circo ha circa 5000 dipendenti, tra i quali l’assoluta eccellenza dell’acrobazia mondiale.
Il Cirque du Soleil ha riformato il circo, poichè lo spettacolo proposto ha un filo conduttore che accompagna tutti i numeri eseguiti, ha quindi introdotto la regia all’interno del circo, trasformando l’acrobata in personaggio e rendendolo un performer capace di emozionare e raccontare, non solo di strabiliare.
Numeri tradizionali del circo russo e cinese sono stati nel tempo variati, aggiungendo difficoltà e attrezzi insoliti, puntando molto sulla danza aerea.
Ma oggi anche se sei l’artista più performante del mondo, rischi di rimanere disoccupato e magari di passare dalle stelle del tendone dei sogni alle stalle della strada! In fondo a noi che ci importa se il Cirque di Soleil non si esibirà più, la nostra vita continuerà, l’arte mica è necessaria all’essere umano?
Sasà, ma cos’hai? Non stai bene oggi?
Sto benissimo invece, penso solo che se l’eccellenza degli artisti del Cirque du Soleil rimarrà senza lavoro, per tutti gli altri non c’è scampo. Forse la pandemia ha davvero cambiato il mondo e l’arte dovrà reinventarsi per sopravvivere.
Comunque Sasà, è di poche ore fa la dichiarazione di Daniel Lamarre, Ceo del circo:
Tra Cirque du Soleil e Italia c’e’ un love affair. Tornare in Italia con i nostri show è una priorità.
L’arte è camaleontica e necessaria come l’aria a chi la fa, ma il Cirque du Soleil merita di essere visto almeno una volta nella vita da qualsiasi essere umano, perchè tutti gli uomini dovrebbero poter dimenticare il mondo reale per due ore, vivendo la meraviglia di spettacoli che rimarranno nella storia come Alegria. Parola di Sasà.