Cloudïa nome artistico di Claudia D’Aguanno, giovanissima cantautrice nata a Palermo ma romana d’adozione fin dall’età di sette anni, dalla grinta e sguardo decisi.
La incontro in un locale del centro in questa estate che finalmente sembra essere decollata e la freschezza dei suoi anni sembra mediare la gran calura che ha sorpreso entrambe ma lei sorride e per contagio lo faccio anche io.
Inizia dalla sua infanzia Cloudïa, vissuta in Sicilia prima e a seguire nella capitale dove risiede tutt’ora e ci tiene subito a precisare che fin da piccola era attratta da qualsiasi sonorità, inclinazione che con il passare degli anni Le ha permesso di intraprendere una vera carriera musicale che la vede nelle vesti di cantante, cantautrice ed autrice.
A soli 22 anni, questa innata inclinazione la porta a conseguire il titolo di Bachelor of Arts whit Honours in Popular Music presso Sonus Factory.
In seguito sono state molte le esperienze dal vivo che hanno visto Cluodïa calcare palcoscenici di livello tra cui l’Auditorum Parco della Musica, il Roxy bar e il mitico Piper.
La interrompo solo un attimo per chiederle una cosa che mi ha incuriosita fin dall’inizio.
Il nome Cloudïa, com’è nato, da cosa prende ispirazione?
Sorride Cloudïa e inclina un po’ la testa, facendomi presagire chissà quale risposta articolata circa il perché di quel nome d’arte.
Con una spontaneità disarmante e sempre con il sorriso mi spiega che tutto è nato da un errore; una lettera digitata troppo di fretta e il dito che sbaglia tasto creando non solo Cloudïa ma di fatto anche il primo mattoncino della carriera che sarà. Un incontro tra il suo nome reale e la parola Cloud, nuvola, che da quel momento diventa anche il suo simbolo.
Via via si lega sempre di più a questo simbolo che usa come un’emoticon personale a cui evidentemente ha dato un proprio significato esclusivo che va al di là della rappresentazione grafica.
Desiderosa di prendere a morsi il suo futuro musicale, Cloudïa nel 2019 vara il suo primo progetto musicale auto prodotto il cui nome non poteva che essere proprio Cloudïa.
Cloudïa percorso in musica a grandi passi
A novembre dello stesso anno esce il suo primo singolo Eros e a seguire il mese dopo Too Proud For a Rain Show (Lucifer) e nel 2020 a seguire Medusa, con il video clip diretto da Gilles Rocca.
Le chiedo di parlarmi a ruota libera:
con il covid e tutto quello che ne è conseguito sono stata ferma e questo brano è stato un po’ una rinascita se così vogliamo chiamarla. Quel che posso dirti è cosa rappresenta questo brano in termini di significato.
Le lyrics della canzone possono risultare in superficie molto frivole; invitano a ballare, ad approcciare con una persona in modo leggero e spensierato con il mero scopo di divertirsi.
La verità è che, di fondo, questo testo ed il brano in generale nascondono una tematica più profonda; la paura di esprimere i propri sentimenti per non essere respinti, la paura di intraprendere una relazione con una persona in maniera più seria. Molte persone scappano di fronte al palesarsi di un forte sentimento altrui.
La protagonista del brano fa la spavalda, invita la persona dalla quale è attratta a non pensare di valere così tanto per lei, un pò per orgoglio, un pò per auto convincersi di non aver bisogno di quell’affetto che in realtà necessita eccome. Quindi preferisce accontentarsi di quel poco e non rischiare: tsk.. che hai capito? Io non ho bisogno di te, voglio solo che tu mi faccia ballar