Il Dpcm 24 ottobre 2020, firmato oggi 25 ottobre in una domenica grigia, ordina nuove chiusure e restrizioni. A partire dal 26 ottobre fino al 24 novembre verranno chiusi cinema e teatri, nonostante l’appello dei lavoratori dello spettacolo.
“Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”.
Questo è quanto recita il DPCM 24 ottobre 2020. Tra le altre misure rimane l’obbligo di mascherina ovunque, anche all’aperto (a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi), possibilità di chiusura di strade e piazze dopo le 21, sospesi gli eventi di sport individuali e di squadra (a eccezione delle competizioni nazionali professionistiche o dilettantistiche), sospese le attività di palestre e piscine, sospeso tutto lo sport di contatto, sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, sospesi tutti i convegni.
Rimangono invece aperti musei e chiese, e nelle chiese si potranno continuare a celebrare le messe.
Su Twitter Dario Franceschini commenta così:
“Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”
Dpcm 24 ottobre 2020: le reazioni del teatro e del mondo della cultura
A proposito del Dpcm 24 ottobre 2020, il Presidente dell’Unione Teatri di Roma, Felice Della Casa, in una precedente lettera al governo aveva chiesto di mantenere i luoghi della cultura aperti:
“Il teatro è importante ed è il fondamento di una società civile sana. Non private il pubblico del teatro. Non fermate il teatro”
I teatri romani, che comprendono sale storiche che vanno dall’Auditorium Conciliazione, al Brancaccio, all’Eliseo, al Parioli hanno infatti investito per rendere le sale idonee all’accoglienza del pubblico e hanno riaperto nel rispetto dei protocolli per la tutela della salute. Impresa non facile quella di richiamare il pubblico a teatro, come evidenzia il testo della lettera:
“abbiamo richiamato il pubblico, confuso e impaurito da una comunicazione incerta e terrorizzante, avviando con fatica un processo di ritorno nelle sale; abbiamo riassunto i dipendenti dalla Cig; abbiamo riavviato l’attività di produzione spettacoli e le tournée, investito per il riallestimento degli stessi e contribuito alla ripartenza della filiera e del suo indotto; con la chiusura dei teatri si bloccano nuovamente le produzioni, sottraendo il lavoro ad attori e tecnici che non sono tutelati dagli ammortizzatori sociali”.
Inoltre i teatri finora si sono rivelati dei luoghi sicuri in quanti non vi sono stati registrati contagi. E questo è quanto ancora sottolinea la lettera dell’Unione Teatri di Roma
“I flussi di pubblico in uscita ed entrata sono regolati e controllati; gli spettatori sono seduti con mascherina e ben distanziati tra loro; durante la rappresentazione il pubblico non parla.”
Dpcm 24 ottobre 2020, le reazioni degli Assessori alla cultura
Alcuni Assessori alla cultura si sono dichiarati contrari al provvedimento della chiusura dei teatri e delle sale cinematografiche previsto nel Dpcm 24 ottobre 2020 e l’hanno espresso in una lettera, di cui riportiamo i seguenti passi:
“Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano -senza dubbio – necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro Paese.
Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali.”
Tuttavia il Dpcm 24 ottobre 2020 consente le messe e lo svolgimento delle funzioni religiose
“Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni”.
Ancora una volta viene penalizzata quella “Chiesa laica” che è il teatro e l’arduo compito del governo sarà quello di spiegare ai gestori dei teatri e delle sale cinematografiche perchè un luogo di culto non viene toccato e chi vive di teatro debba essere colpito così duramente, dopo aver investito in risorse, energie e creatività per ripartire.
Colpa di un virus subdolo o dell’incapacità di rispettare delle regole semplici, in nome di una libertà di cui non si comprende affatto il significato profondo.
Questo virus multiforme, la cui sconfitta avrebbe dovuto rendere il mondo migliore e ricco di arcobaleni, empatia e comprensione, sta contribuendo ad alimentare rabbia, violenza e analfabetismo emotivo. E noi, che ogni giorno cerchiamo di apportare contributi alla cultura, siamo costretti a lanciare le nostre voci e i nostri appelli in un deserto, nel quale speriamo di far crescere un giorno dei fiori, con la forza della nostra utopia.
Caro Icrewer cosa ne pensi del Dpcm 24 ottobre 2020?