Forse nemmeno lo stesso Bram Stocker s’immaginava tale successo, scaturito da una storia oscura che prende spunto da un personaggio storico, quale Vlad Dracul, nobile della Transilvalnia, vissuto nel Quattrocento e definito con il soprannome di Tepes, L’impalatore, per la tortura che preservava ai suoi nemici.
Anche a Verona, al teatro nuovo, per la rassegna teatrale “Grande teatro” del Teatro Stabile, al 28 gennaio al 2 febbraio 2020, andrà in scena “Dracula”, regia di Sergio Rubini, interpretato da Sergio Rubini stesso e da Luigi Lo Cascio.
Lo spettacolo tratto dal celebre romanzo di Stocker, reinterpreta il racconto del giovane avvocato inglese Jonathan Harker. Egli, mandato dal procuratore, compie un viaggio, dall’Inghilterra fino alla Transilvania. Nonostante tutte le terribili voci che girano intorno al castello, Harker affronta il viaggio e mantiene una sorta di razionalità, che forse è l’unica risorsa che lo potrà salvare. Le voci diventano reali, nel momento in cui il nostro protagonista si trova immerso in un mondo oscuro, popolato da lupi ululanti e mostruosi, nonchè da personaggi lontani dalla normalità. Jonathan dovrà restare saldo di mente, ma il suo viaggio, che è il viaggio dell‘eroe, lo condurrà nelle pieghe più ardue e celate del nostro subconscio. E’ un viaggio interiore quello che compie: è tutto così razionale e logico?
La fragilità umana si avverte nella paura, che cresce e diventa terrore paralizzante. L’eroe incontra lui, ciò che di più terrificante abbia mai visto: il conte Dracula. Egli è ciò che un essere umano non riesce a concepire: è l’irrazionalità, ciò che sfugge al reale. L’oscuro che tutto ammanta del suo potere, affascinante e terribile nello stesso tempo. E’ ciò che in letteratura si definisce “sublime basso“: fa paura, ma attira. A volte, perfino disgusta, pur avendo un potere attrattivo enorme. Altrimenti, non si spiegherebbe la tanta fortuna del genere “horror”, dalla letteratura al cinema. Mai avrei immaginato un’opera teatrale su questo ambiguo e affascinante personaggio. Eppure, Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi ci hanno pensato!
Dracula è il buio che si cela nelle nostre anime e si traduce sottoforma di rabbia, ma anche paura e disgusto. Sono le emozioni dell’essere umano che escono dal nucleo più profondo e recondito dell’anima. Lo temiamo, non ne parliamo, abbiamo timore di far emergere ciò che ci costringerebbe a specchiarci e a vedere anche il “brutto”, l’immondizia, lo scarto di noi. Gli scrittori, i poeti, i pittori, i musicisti riescono a mostracelo, attraverso le loro opere e anche degli attori del calibro di Rubini e Locascio, sono sicura, riusciranno in questo. Noi spettatori avidamente ascoltiamo e osserviamo la scena teatrale, i movimenti degli attori e operiamo una sorta di catarsi, come la chiamavano i Greci, perché c’immergiamo nella fonte copiosa di emozioni e sentimenti. Usciamo da teatro purificati da una vita, a volte, alienata, come può essere intesa la realtà di oggi. Viviamo lo smacco delle emozioni che si scontrano quotidianamente con la realtà frenetica e alienante dei nostri tempi.
Harker, il giovane avvocato, innamorato della moglie Mina, vedrà spezzarsi dentro di lui molte certezze e dovrà fare i conti con la perdita dell’amata che sceglie il male, ma soltanto per redimerlo. Anche nel film di Coppola ci sono tutti questi elementi e chi volesse prepararsi a vedere i nostri attori in scena, dovrebbe vederlo e leggersi il libro di Stocker, per poi cogliere tutte le sfumature, le differenze e le similitudini che vedrà dal vivo a teatro. D’altro canto, gli amanti e gli appassionati di questo genere gotico e surreale, potrebbero anche prendere il volo per la Transilvania, vedere il castello di Bran e visitare i luoghi di nascita di questo storico personaggio (Sighisoara).
Per chi lo vorrà, potrà incontrare gli attori il giovedì alle 18. E’ un’iniziativa del Teatro Nuovo, sempre al giovedì sera alle 18. Un’iniziativa gradita e originale.
“Devo ammettere che dal vivo il castello crea un’atmosfera inquietante: sarà la suggestione, saranno le vicende di sangue che circolano su di lui e sono relamente accadute, sarà il forte vento che ogni tanto spira sulla vetta dove si trova arroccato il castello, saranno le leggende che si uniscono alla storia e trasmettono emozioni e inqiuetudini, ma la sera stessa una sorta di pensiero cupo e le forti sensazioni non mi hanno abbandonato per diverse ore.”
Noi siamo Harker, l’eroe e il suo viaggio nel surreale, ma potremmo essere anche Dracula ed è questo che ci terrorizza di più. Se siamo consci, però, di questa possibilità, affrontiamo anche ciò che di noi vorremmo non vedere mai, lo osserviamo, ne prendiamo consapevolezza e lo trasformiamo in grinta e in coraggio.