In questa calda estate, sarebbe favoloso avere un amuleto che renda sopportabile il calore. Per il momento ci dobbiamo affidare a condizionatori e ventilatori, ma i giapponesi rafforzano il loro lavoro appendendo delle furin. Ma cosa sono?
Il nome delle fūrin (風鈴 – ふうりん) è composto da due kanji, vento hu (風) e piccola campana rin (鈴). i quali rispecchiano perfettamente la natura di questo oggetto: campanella del vento.
Caratteristiche delle furin
Le furin sono le caratteristiche campanelline che si trovano davanti alle porte e alle finestre di ogni famiglia giapponese. Le loro origini si ritrovano nella cultura cinese. Nell’antica Cina, le persone appendevano delle palle agli alberi di bambù per prevedere la fortuna, che dipendeva dalla direzione del vento e dal suono della campana.
Secondo il monaco buddista Honen Shonin (1133-1212) di Kamakura poteva essere definito tesoro nazionale, per il suo supposto potere benefico. Dal periodo Muromachi (1333-1568) il suono gradevole e delicato della campanella del vento viene associato con l’estate.
Originariamente, si credeva, che le campanelline fossero in grado di prevedere la fortuna, a seconda della direzione del vento e alla melodia prodotta. La tradizione vuole che le campanelle del vento fossero in grado di allontanare gli spiriti maligni e di proteggere la casa dalla sfortuna.
Le furin, secondo la tradizione nipponica, sono costituite da una sorta di campanella tondeggiante, dalla quale pendono uno o più tubicini, alle cui estremità troviamo una strisciolina di carta, tanzaku.
Analizziamo il corpo della campanellina. In origine, il materiale più utilizzato per costruire una campanella del vento era la ghisa o il bambù. Raramente veniva utilizzato il vetro, perché era un materiale costoso. Solo i nobili potevano permettersi un manufatto tanto ricercato quanto delicato.
Oggi esistono infinite varietà di campanelle, costruite con qualsiasi materiale. Possiamo trovarle in vetro, in legno, in bambù, in ghisa, in terracotta, in PVC, anche in argento. Ovviamente i costi possono variare in base alla qualità dei materiali utilizzati e delle decorazioni, oppure se sono prodotti artigianali unici nel loro genere o prodotti in serie.
Il tipico tintinnio è dato da un piccolo batacchio o da più tubicini legati alla campanella, e da loro dipende il suono. I tubicini possono essere fatti di acciaio, alluminio, ottone, altri tipi di metalli e legno. Ovviamente il suono derivato dal loro contatto cambia anche a seconda del materiale di cui sono fatti.
Alla fine del tubicino o dei tubicini, troviamo una piccola strisciolina di carta, simile ad una pergamena. Questo foglietto è il tanzaku, sul quale troviamo paesaggi, oggetti, frasi o scritte di diverso genere che richiamano dei particolari legati alla tradizione giapponese. Solitamente è realizzata con carta di riso, ma oggi è possibile trovarla in altri materiali, anche in stoffa.
Gli artigiani
Le deliziose campanelline del vento, data l’enorme richiesta (anche da parte dei turisti), vengono prodotte in serie. Ma nonostante ciò, alcuni artigiani resistono e producono pezzi unici ed inimitabili.
A Tokyo esiste una famosa bottega artigianale di furin. La bottega è del famoso maestro Yoshiharu Shinohara, che produce le campanelline del vento nella maniera più tradizionale possibile. Grazie al suo appassionato ed instancabile lavoro di manierismo, il maestro ha ricevuto numerosi encomi. Il più importante nel 2004, ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Tokyo.
Yoshiharu Shinohara è l’attuale gestore (è il quarto gestore) del laboratorio Shinohara Furin Hompo. In questo laboratorio vengono fatti a mano gli Edo Furin, le campanelline di vetro soffiato più antiche del Giappone. Si chiamano così perché fu proprio nel periodo Edo che nella capitale degli shogun iniziarono ad essere fabbricati.
Lo Shinohara Furin Hompo è stata fondata nel 1915, da un samurai, il signor Sakurai, che era al servizio diretto dello shogunato Tokugawa.
Io, in casa, rigorosamente vicino ad una finestra, ho la mia piccola furin in vetro, decorata con i sakura e due piccoli uccellini. Questa campanellina non può mancare nella casa di un filonipponico come noi.