La conquista della Dacia (Tracia per i greci) da parte dell’Impero Romano avvenne tra il 101 e il 106 d.C. sotto l’imperatore Traiano, la data precisa è segnata il 6 marzo 113 d.C., ci furono due campagne daciche: Prima guerra dacica (101-102 d.C.) dove Traiano invase il territorio, governato dal re Decebalo, che dopo una serie di battaglie riuscì a imporre la sua supremazia, costringendo il re a firmare un trattato di pace sfavorevole; Seconda guerra dacica (105-106 d.C.)dove Decebalo non rispettò il trattato, provocando una nuova invasione romana. Dopo un assedio durissimo alla capitale Sarmizegetusa, i romani sconfissero definitivamente i daci. Decebalo si suicidò e la Dacia, 6 marzo 113 divenne una provincia romana.
La Dacia rimase sotto il dominio romano fino al 271 d.C., in questo arco di tempo i romani poterono sfruttarne le miniere d’oro, influenzando fortemente il territorio con la cultura e la lingua latina e contribuendo alla formazione dell’identità romana. L’evento della sua conquista venne celebrato con la Colonna di Traiano a Roma.
6 marzo 113 d.C., la Colonna di Traiano
La Colonna di Traiano è uno dei monumenti più famosi dell’antica Roma e si trova nel Foro di Traiano, a Roma, venne inaugurata nel 113 d.C. per celebrare la vittoria di Traiano sulle popolazioni dace. La sua altezza è circa di trenta metri, ma la base ai trentanove metri (39,8 per l’esattezza), decorata con un fregio a spirale lungo duecento metri che racconta con circa 155 scene gli eventi delle due guerre daciche.
Originariamente era sormontata da una statua di Traiano, oggi oggi sostituita da una di San Pietro (dal 1587). Al suo interno c’è una scala a chiocciola con 185 gradini, che porta in cima alla colonna. È una delle più dettagliate narrazioni visive della guerra nell’antichità, dove vengono rappresentate strategie militari, battaglie, assedi e la vita quotidiana dei soldati romani.
Mostra anche scene di ingegneria romana, come la costruzione di ponti e fortificazioni, un’importante fonte storica per lo studio dell’equipaggiamento militare romano e dacico. La Colonna Traiana fu la prima colonna coclide, ovvero con decorazioni che si avvolgono a spirale lungo il fusto, mai innalzata.

La figura di Decebalo, l’ultimo e il più famoso dei re dei Daci, regnò dal 87 al 106 d.C. ed è ricordato per la sua strenua resistenza contro l’Impero Romano. Nel 86 d.C. attaccò la provincia romana della Mesia, sconfiggendo le legioni di Domiziano, dopo una prima vittoria romana nel 101-102 d.C., Decebalo accettò un trattato di pace svantaggioso. Nel 105 d.C. si ribellò di nuovamente, ma venne sconfitto dalle legioni di Traiano nel 106 d.C., dopo la caduta della capitale Sarmizegetusa, si suicidò per evitare la cattura.
È importante ricordarlo per abile stratega e difese la Dacia per anni, la sua lotta contro Roma è un simbolo di resistenza e orgoglio nazionale in Romania, tanto da scolpirne il volto su una roccia alta 40 metri in Romania, vicino al Danubio (simile al Monte Rushmore).
L’importanza della conquista della Dacia
La Dacia, o Tracia per i greci, fu una regione estremamente ricca di risorse naturali, il che la rese molto appetibile per l’Impero romano, l’oro dacico finanziò grandi opere a Roma, come il Foro di Traiano e la Colonna Traiana. La provincia divenne un centro economico importante fino all’abbandono da parte di Roma nel 271 d.C.. Fu divisa, nel 119, in Dacia superiore (l’attuale Transilvania) e Dacia inferiore (ora Oltenia). Fu la ricchezza mineraria (oro, ferro, sale) che attirò l’attenzione dei Romani nei confronti paese.
Traiano trovò nel territorio di Dacia l’opportunità di successo, la sua conquista gli fu di utilità politica: doveva dimostrare la sua superiorità sul suo sfortunato predecessore. Inoltre, era un’attrazione economica allettante, perché la ricchezza di questo popolo (dette l’oro dei daci) era proverbiale e poteva fornire un bel bottino. In più gli permise di fare propaganda a un costo inferiore, lo squilibrio di forze tra il piccolo regno e il grande impero era tale che non correva alcun rischio.
Nel 101-102, durante la prima guerra, schierò non meno di dodici legioni con i loro ausiliari, circa centoventimila uomini; dopo un periodo di sosta, nel 105-106, riprese nuove ostilità. Vide la sconfitta finale e la morte di Decebalo e portò all’annessione dell’intero territorio. Nel 109, Traiano eresse in questo paese un grande monumento ad Adam-Klissi, probabilmente in onore dei soldati morti nelle operazioni di conquista, che dedicò a Marte Vendicatore.

La pace si stabilì abbastanza rapidamente. La Dacia, come tutti i paesi dell’antichità, viveva di grano e ne produceva molto, gran parte degli abitanti erano contadini. Era molto famosa per le sue miniere come oro (ed era abbondante), soprattutto ad Ampelum e Alburnus Major, dove sono state trovate iscrizioni che testimoniano il funzionamento di questa attività e della vita quotidiana dei lavoratori che ci lavoravano (il più delle volte condannati o ridotti in schiavitù).
Questo oro, al quale devono essere aggiunti argento, piombo e ferro, permise allo Stato romano di coniare monete. Il sale era un altro elemento indispensabile dell’alimentazione umana, a quel tempo era meno facile da trovare rispetto ai giorni d’oggi e la Dacia ne forniva grandi quantità. Per quanto riguardava il commercio, si sfruttava un importante asse di comunicazione, la valle del Danubio, che attraversava due importanti rotte in direzione nord: la prima andava da Drobeta a Porolissum via Sarmizegetusa e Apulum, la seconda, più a est, collegava Oescus ad Apulum.
Regione di confine dell’Impero Romano, frequentemente attaccata dai barbari, nel 271 venne abbandonata nelle mani dei Goti da Aureliano, il quale organizzò l’evacuazione dei romani.