Caro iCrewer, oggi parleremo di una recente notizia che ha sconvolto per l’ennesima volta il mondo dei matrimoni. Un uomo giapponese ha sposato un ologramma. Ne abbiamo sentite di ogni tipo, c’è chi ha sposato una bambola gonfiabile, chi il proprio cane, chi se stessa, ma non si era mai arrivati ad un ologramma.
Sposa un ologramma: è fictosessuale
L’uomo si chiama Akihiko Kondo: “La mia famiglia non è voluta venire alle nozze“, ha detto. Nel paese asiatico ci sarebbero migliaia di persone come lui, che non vogliono relazioni con persone reali.
La sposa è un personaggio di nome Hatsune Miku, occhi e capelli blu, con cui Akihiko dice di avere una relazione già da dieci anni. Il tempo giusto, secondo lui, per fare un salto di qualità e sposarsi. Alla cerimonia lui si è presentato in smoking, lei con un canonico abito bianco. Nonostante l’invito, non si è presentato nessuno della famiglia e dei colleghi di Akihiko: erano 39 i presenti al matrimonio, per lo più amici conosciuti online.
Tra i due c’è stata una vera e propria “conoscenza”, grazie ad un dispositivo chiamato Gatebox nel quale l’ologramma viene proiettato per poi interagire con altri personaggi. La donna virtuale dagli occhi e i capelli blu è la compagna di Akihiko da diversi anni.
Il ragazzo si è perdutamente innamorato dell’ologramma, l’unica “persona” ad essergli stato vicino durante un lungo periodo di depressione. La singolare love story ha raggiunto il punto più alto, quello del matrimonio.
Fictosessuale, chi è?
L’uomo 38 anni, si definisce fictosessuale, e dice che la sua relazione con l’ologramma lo ha salvato dalla depressione, dopo aver subito episodi di bullismo sul lavoro. Oltre a interagire tramite ologramma, Akhiko ha bambole di sua moglie di diverse dimensioni e sul suo profilo Instagram posta foto dei momenti della vita quotidiana. Secondo quanto riportano vari media anche internazionali in Giappone sarebbero migliaia le persone che hanno iniziato relazioni sentimentali con personaggi inventati.
Questo uomo giapponese si definisce fictosessuale, ovvero persona attratta da un personaggio di un libro o di un fumetto, qualunque personaggio inventato dall’uomo, ben delineato. Per capire meglio la definizione, ci avvaliamo del sostegno della ricercatrice dell’Università di Jyväskylä, Finlandia, Tanja Välisalo:
La fictosessualità è un’attrazione sessuale per i personaggi di fantasia. L’oggetto del desiderio può essere un personaggio di un libro, fumetto, televisione, cinema, giochi, ecc. Ciò non esclude necessariamente altre forme di sessualità o di attrazione verso persone reali.
Infatti, secondo la pagina Wiki LGBTA, le persone fictosessuali possono talvolta essere attratte anche dai personaggi dei videogiochi. Ci sono anche i cartosexuals, per coloro che sono attratti dai personaggi dei cartoni animati e/o dei fumetti. Infine, ci sono i novelosexuals che, loro stessi, hanno un debole per i personaggi dei romanzi.
Fictosessualità: un’attrazione imbarazzante
La fictosessualità è un tipo di amore molto comune e abbastanza imbarazzante. Soprattutto gli adolescenti hanno paura di essere vittime di bullismo. “Gli adolescenti hanno paura di essere considerati isterici, ossessivi e pericolosi”, ha sottolineato Tanja Välisalo, che ha analizzato le discussioni online. “Poi, per gli adulti in particolare, la fictosessualità è spesso considerata immatura, qualcosa di accettabile per gli adolescenti, ma non per loro”.
Altre persone si preoccupano, hanno paura per la loro salute mentale. si legge nello studio della Välisalo, in collaborazione con Veli-Matti Karhulahti:
“Le discussioni sulla fictofilia e la fictosessualità sono di solito iniziate da persone che hanno un profondo amore, desiderio o attaccamento per un personaggio di fantasia e che spesso si chiedono se questo è ‘normale’ o ‘sano’.
Eppure la loro ricerca mostra che, per ora “la fictofilia e la fictosessualità non sono state sottoposte a una diagnosi sanitaria specifica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità o dall’Associazione Psichiatrica Americana”.