Caro icrewer, ti ho già parlato degli imperdibili di Roma, ma non avevo fatto cenno al Pantheon. Certo non perché non sia importante, al contrario, la sua storia, i suoi “misteri” e la sua bellezza, meritano una trattazione separata.
Storia del Pantheon
Il Panthon è un tempio dell’antica Roma dedicato a tutti gli dei passati e futuri. Una leggenda narra che una volta si trovasse a Campo Marzio addirittura già ne 7 secolo a.C. e che in quel luogo Romolo ascese al cielo.
La prima versione, al di la della leggenda, risale al 27 a.C. sotto Marco Vipsanio Agrippa, il quale però sembra che fu completamente distrutto a causa di un incendio nel 110. Le teorie sulla ricostruzione sono diverse, alcune sostengono una parziale ricostruzione, altre la demolizione di quanto rimasto per poi costruire quello definitivo, arrivato fino a noi.
Tra il 120 e il 124 d.C. la struttura, vide con Adriano una nuovo sole e iniziarono i lavori.
Il Pantheon sorge nel rione Pigna, in pieno centro storico, è composto da una grande struttura circolare alla quale si accede attraverso un portico di colonne corinzie, che sorreggono un frontone.
La cupola del Pantheon costruita in calcestruzzo, coi i suoi 43,44 m è ancora oggi la cupola fatta di calcestruzzo non armato, più grande del mondo. All’apice della cupola risiede un oculo, un vero e proprio foro di 9 metri, che consente l’ingresso della luce. Il gioco di luce che si crea nel Pantheon che varia a seconda delle ore e delle stagioni, sembra una sorta di “visione registica” della struttura, poichè i chiaroscuri che si creano modificano il luogo rendendolo magico e unico.
L’interno della cupola è composto da 28 cassettoni e pare che il numero 28 fosse collegato alla perfezione.
L’interno sottostante alla cupola è anch’esso rotondo, la sensazione che ne riceve il visitatore è di una grande armonia, con luci ed ombre che si potrebbero definire quasi uterine. La struttura contiene sette nicchie semicircolari che rappresentavano il culto dei sette pianeti allora conosciuti: la Luna, il Sole, Venere, Saturno, Marte e Mercurio. La nicchia di fronte all’entrata è la più grande.
La magia del pantheon
Il Pantheon si salvò dalla spoliazione che subirono molti altri monumenti romani, poiché fu usato come luogo di culto anche dai cristiani, infatti è considerata una basilica minore chiamata Santa Maria della Rotonda, possiede ancora oggi un capitolo e per fortuna, oseremmo dire, perché all’interno sono presenti graniti e marmi colorati, bronzi e dipinti che ci rendono evidente quanto i romani prestassero cura al minimo particolare.
Tuttavia ciò che cattura maggiormente la curiosità dei turisti è l’oculus e ogni volta, per 2 millenni, la domanda nasce spontanea:
Ma ci piove dentro?
Ebbene no, non ci piove! Infatti gli antichi romani conoscevano già l’effetto camino, ovvero la legge fisica secondo la quale l’aria calda sale verso l’alto. Questo flusso di aria calda, unito alla forma circolare, fa si che all’interno del foro, si crei una sorta di tappo d’aria e che essendo poi la cupola rotonda, l’acqua fluisca sulle pareti esterni alla cupola.
Ti garantisco che sembra davvero una magia!
Del resto la cupola è molto pesante, parliamo di ben 5000 tonnellate ed il foro è stato un espediente architettonico che ha consentito di non appesantire ulteriormente la struttura, impedendone il crollo.
Il Pantheon stupisce ancora
Di fronte al Pantheon c’è una bellissima piazza, Piazza della Rotonda, oggi è ricoperta di sanpietrini, ma sembra che in epoca imperiale ci fosse un lastricato con i tipici blocchi di marmo usati nell’antica Roma.
In questi giorni sono venute alla luce 7 lastre della vecchia pavimentazione imperiale, proprio sulla piazza antistante il monumento.
Non c’è che dire, questa opera che ancora oggi è tra le più visitate al mondo, si parla infatti di circa 9 milioni di visitatori l’anno (che fino a poco tempo fa era ad eccesso del tutto gratuito oggi si paga una cifra simbolica di 2€ per sostenerne i costi di manutenzione), non smette mai di stupirci e di ricordarci quanto la Roma antica, nonostante siano passati 2000 anni, sia ancora prepotentemente tra di noi.