La notte di Halloween, una notte più buia delle altre per i significati che tradizione, storia e leggende nel tempo le hanno attribuito, rendendola densa di significati ed impenetrabile quanto a contenuti.
In Italia il fenomeno ha preso piede relativamente da pochi anni, benché sfido chiunque a negare che guardando tutta una serie di film americani, non abbia più di una volta visto scene in costume e zucche intagliate e aver per una volta desiderato di essere proiettato in modalità teletrasporto in quel mondo, a noi decisamente sconosciuto come tradizione ma che tanto sapeva di misterioso.
Io ricordo di essermi imbattuta nella consapevolezza che esisteva una festa di nome Halloween guardando il film E.T. ma almeno fino alla quarta replica ricordo che devo aver pensato che era un modo per nascondere l’extraterrestre con la voglia irrefrenabile di fare una telefonata anche quando proprio non si può.
E invece crescendo e trovandomi la tradizionale ricorrenza d’oltreoceano praticamente all’uscio di casa, ho risposto alla sorte che domandava il fatidico dolcetto o scherzetto, con un curioso ma guardingo: vediamo di che si tratta.
Orbene a voler approfondire seriamente l’argomento si entra in un mondo affascinante benché a tratti romanzato che si perde nelle più belle storie con leggendari personaggi che a forza di essere raccontate e tramandate perdono la forza dei loro contorni, sconfinando di volta in volta un po’ nella realtà’ e un po’ nel surreale.
E non c’è terreno più fertile per l’anima che una storia verosimilmente reale che sa di fantastico.
Halloween e la storia di Jack-o’-Legend
Sicuramente sarà stata una notte buia e tempestosa, lo sono tutte e questa anche se non specificato sono sicura che lo era, lo era eccome.
Una sera un uomo di nome Jack-o’-Lantern, personaggio schivo, taciturno e senza amici perché molto avaro, passava tutto il suo tempo nelle taverne del paese in cui viveva, bevendo birra.
Una sera come tante accanto a lui si sedette il diavolo in persona il quale candidamente dichiarò al malcapitato Jack che era giunto il momento di consegnare la sua anima.
Benché brilloccio e malandato, il nostro Jack, pur mantenendo un atteggiamento da sprovveduto, aguzzò l’ingegno e si fece venire in mente un modo per uscire dalla terribile situazione che gli si era presentata.
Sfoderando la voce di profonda rassegnazione e riverenza propose al diavolo di accontentarlo permettendogli di bere un ultimo boccale della sua amata e spumeggiante birra.
Il diavolo accondiscese ma Jack subito disse di non avere più monete per pagare il suo ultimo desiderio prima della propria preannunciata morte sottintendendo che per il diavolo ci sarebbe quindi stato molto da aspettare.
Ma era la notte di Halloween e il diavolo per ovviare al contrattempo che lo frapponeva alla conquista dell’anima di Jack, con un sortilegio trasformò se stesso in una moneta per dar modo a Jack-o’-Lantern di pagare il suo debito al bancone.
Furbo e lesto, come sempre era stato in tutta la sua vita, Jack-o’-Lantern, prese la moneta e la mise nel taschino interno della giacca nel quale sapeva esserci un crocifisso d’argento ed il diavolo non ebbe così scampo.
Ma il peso del diavolo nel taschino deve essere un gran fardello e dovette pensarla così anche il nostro Jack il quale appena qualche tempo dopo decise di scendere di nuovo patti con il diavolo, proponendogli la libertà a patto che quest’ultimo desistesse per sempre dal cercarlo e di non portarlo mai all’inferno.
Si sa che scendere a patti con il diavolo non porta mai a buoni risultati ma sulle prime il nostro Jack fu proprio convinto del contrario per come andarono le cose.
Non fu infatti mai più disturbato dal maligno, se così possiamo dire ma ben presto arrivò da pagare quel conto che noi tutti rimandiamo di considerare se non alla fine, quando è proprio troppo tardi.
La notte di Halloween di Jack-o’-Lantern
Per anni Jack infatti sembrò essersi fortificato dal patto con il diavolo fatto nella notte di Halloween, e condusse una vita dissipata fino al giorno in cui, come per ogni essere umano, arrivò anche la sua ora.
La sua anima prese speranzosa la via del paradiso ma le porte non gli furono aperte a causa dei suoi comportamenti tenuti in vita; pensò quindi di dirigersi verso l’inferno poiché ogni anima ha bisogno di un posto per quietarsi.
Il diavolo lo accolse sull’uscio negandogli però l’ingresso all’inferno, in virtù di quell’antico patto stipulato tra loro, costringendo così Jack-o’-Lantern a vagare nel mondo dei vivi nelle sua essenza di anima inquieta in cerca di un posto.
Come unica richiesta Jack-o’-Lantern chiese al diavolo di poter aver un tizzone ardente dell’inferno per poter illuminare il suo cammino in quella buia notte; ne fu accontentato e pose il fuoco che il pezzo di legno sprigionava in una rapa concava che in quel momento aveva con sé.
Fu così che da allora Jack-o’-Lantern fu costretto a vagare con in mano la sua lanterna e narra la leggenda che ogni notte di Halloween tenti ancora di trovare un rifugio per la sua anima e la tradizione avverte di prestare molta attenzione a chi in quella notte busserà alle porte delle case.
Sarà sicuramente lui che però capirà di non poter entrare se all’uscio verrà posta una zucca intagliata con all’interno il fuoco della casa e continuerà il suo camino non senza aver lasciato dietro di sé le spettrali urla di chi non sa darsi pace per gli errori commessi in vita con la tipica leggerezza di chi pensa di non dover morire mai.