Ha cominciato la Cina, poi l’abbiamo seguita noi italiani e via via il resto del mondo. Tutti a casa, tutti fermi, senza possibilità di poter fare la solita vita. La cultura, che vive di presenze, ha subito uno smacco enorme, trovandosi a chiudere musei, cinema e tutti quei luoghi culturali che potevano creare assembramenti. Molti musei si sono attrezzati con virtual tour per poter visitare le loro collezioni comodamente dal salotto di casa, ma c’è chi anche si è ingegnato per dare qualcosa in più da fare alle persone a casa, il Getty Museum.
J. Paul Getty, cultura, arte e la storia di una bizzarra famiglia.
Il museo fu fondato da Jean Paul Getty, figlio di un petroliere del Minnesota che ereditando il senso degli affari del padre a soli 24 anni aveva già guadagnato il suo primo milione di dollari. La cosa gli fece pensare di potersi prendere una pausa e facendo arrabbiare il capostipite della famiglia si prese due anni sabbatici che trascorse nella sua occupazione preferita, corteggiare belle donne. Preoccupato per “l’abitudine” di sposarsi e poco dopo divorziare, il padre alla propria morte gli lasciò solo 500.000 USD di eredità, ma non aveva fatto i conti con l’acume finanziario del figlio, il quale, approfittando della caduta dei prezzi in seguito alla Grande Depressione, acquistò alcune compagnie petrolifere.
Fine speculatore seppe sempre come districarsi nel mondo della finanza, arrivando a essere definito nel 1957 “il più ricco americano vivente”. Si sposò 5 volte ed ebbe 5 figli, che però con le loro storie di morti, overdose e fallimenti, contribuirono a creare il mito della maledizione dei Getty. Era sicuramente un gran taccagno, si narra di telefoni a gettoni nelle sue abitazioni e che girasse con pochissimo contante in tasca.
Addirittura quando suo nipote Jean Paul Getty III fu rapito a Roma dalla ‘ndrangheta, si rifiutò di pagare il riscatto perché “Ho 14 altri nipoti, e se tiro fuori anche un solo penny avrò 14 nipoti sequestrati”. La ‘ndrangheta per convincerlo gli mandò un orecchio di Jean Paul Getty III e lui sui decise a pagare, ma si fece poi restituire la somma a rate dal nipote con un interesse annuo del 4%.
Grande appassionato e collezionista d’arte, aprì il suo Getty museum all’interno della propria villa nel 1974 e due anni dopo alla sua morte lasciò gran parte dell’eredità alla Getty Foundation che si occupa tutt’ora della gestione dei musei (nel 1997 fu inaugurato il Getty center dove furono trasferite molte opere, mentre la sua villa fu oggetto di ristrutturazione e divenne sede delle collezioni di arte antica).
Il Getty museum e il Coronavirus
Come tutti gli altri musei, anche le due sedi del Getty museum sono chiuse a tempo indeterminato. Dalla pagina preposta sul Sito la direzione fa sapere che le attività di ricerca e catalogazione continuano, che i dipendenti sono a casa in smart working pagati interamente (chissà se al fondatore sarebbe piaciuta questa cosa?) e che stanno unendo i loro sforzi a quello della comunità per superare questo momento (hanno, per esempio, donato una fornitura di mascherine e guanti ai loro vicini della UCLA).
Ovviamente hanno attivato al meglio tutti i loro canali social per mettere a disposizione quanto più materiale possibile. Proprio dalla loro pagina Facebook è nata una delle più divertenti iniziative per coinvolgere gli utenti . Dal 25 marzo scorso, prendendo esempio dalla pagina Instagram Tussen Kunst & Quarantaine, hanno invitato i propri utenti a riprodurre in casa i propri quadri preferiti e postarli sulla pagina del museo.
La risposta è stata immediata e il risultato è davvero esilarante. Scorrendo nei commenti si trovano i quadri e le opere originali con affianco la rivisitazione. La Madonna con bambino diventa La madonna con cagnolino, L’urlo di Munch viene fedelmente riprodotto su una patata, La ragazza con l’orecchino di perla in versione canina è quasi più affascinante dell’originale, la Morte di Marat viene rivisitata in chiave moderna, tanto per citarne alcune. Insomma non c’è che da sbizzarrirsi facendo scorrere tutte le immagini che vengono postate nei commenti al post originale.
Sicuramente un modo simpatico per trascorrere qualche momento della giornata ricreando un quadro e/o semplicemente guardando le immagini postate per strappare un sorriso!