Caro iCrewer, oggi è l’anniversario della nascita di Tina Pica, grande attrice di teatro e di cinema. La sua voce, una delle più inconfondibili e particolari, resterà nella storia del teatro, perché particolare ed unica. Una voce resa ancora più unica dai ruoli che ha interpretato.
Concetta Pica non è stata solo una grande attrice, attiva, quasi senza interruzioni, dai 70 agli 80 anni. È stata anche capocomica, traduttrice, autrice di testi teatrali. Il grande successo però le è arrivato grazie al cinema, a 50 anni compiuti, quando la sua maschera era ormai indistinta dalla sua persona.
Tina Pica e il teatro, legame indissolubile
Concetta Annunziata Pica nasce a Napoli, Borgo S. Antonio Abate, il 31 marzo 1884, a due passi dal teatro San Ferdinando. Nasce e cresce completamente immersa nel mondo della recitazione: il padre Paolo è capocomico e, con la moglie Emilia Cozzolino, batte con sistematicità l’intera area campana con la propria compagnia, proponendo commedie e drammi popolari.
Debutta ad appena sette anni al teatro San Ferdinando, dove viene richiesta dal drammaturgo e impresario Federico Stella nei panni maschili di un adolescente, nel dramma Il cerinaio della ferrovia di Eduardo Menichini. Partecipa anche a sacre rappresentazioni popolari fra le quali si ricordano Santa Maria Goretti e Santa Rita da Cascia.
Il primo, vero salto di qualità lo fa quando si propone di sostituire il padre, ammalato, nella interpretazione di Don Anselmo Tartaglia, celebre ruolo di cui il padre è particolarmente geloso. Tina è ancora una ragazzina, e il padre glielo vieta. “Don Tartaglia muore con me” pare averle urlato il padre, mentre fa a pezzi il copione.
Tina recita ugualmente riscuotendo un grande successo; impersonerà anche il Principe Amleto, in una versione napoletana di Shakespeare.
Sul palcoscenico interpreta spesso ruoli maschili, forse come sfida o per sfruttare la sua particolarissima voce, eccezionalmente bassa, dalla sfumature metalliche, che crea una dissociazione unica nella percezione della sua esile figura. Secondo Franca Valeri la sua voce, cavernosa e metallica che per definirla bisognerebbe inventare un suono, risuona nella memoria di chiunque l’abbia vista, per esempio, in Pane, amore e gelosia, (1954, regia di Luigi Comencini) quando l’energica e invadente governante Caramella incalza fieramente De Sica, Maresciallo dei Carabinieri: “…difendo l’Arma, io servo l’Arma da trent’anni, ho trent’anni di servizio e mi sento carabiniera, si, carabiniera mi sento!”
Negli anni Venti forma una Compagnia stabile al Teatro Cabiria di Bagnoli recitando spettacoli per famiglie: Il ponte dei sospiri, Il fornaretto di Venezia, La fanciulla di Pompei.
Tina Pica e Eduardo: il grande teatro
Gli anni Trenta segnano, con l’ingresso nella “Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo”, l’inizio della collaborazione artistica di Tina Pica con Eduardo, il quale inventa personaggi per lei e le affida ruoli di rilievo. Il debutto di Natale in Casa Cupiello la vede nei panni di Concetta (forse pensata su di lei), la moglie di Lucariello, non meno protagonista di Eduardo.
Negli anni 1931-1937 tra le altre commedie interpreta: Uomo e galantuomo e Liolà. Proprio durante le prove di Liolà davanti all’autore Luigi Pirandello, Eduardo e Peppino De Filippo, esasperata dai loro continui suggerimenti, Tina Pica sbotta:
Voi tre là mi sembrate il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma io non posso lavorare in presenza della Santissima Trinità.
Tina lascerà la prima volta la compagnia per non tornarci fino al 1945, esausta dalle tensioni e dai ritmi indiavolati su cui il clan De Filippo si reggeva. Un tormentato amore professionale tra i due che saprà resistere per molto tempo anche alle irresistibili sirene della nascente industria cinematografica. L’esordio nel 1934 ne “Il cappello a tre punte” di Mario Camerini non sarebbe stato che l’antipasto. Nella commedia del dopoguerra Tina Pica diventa un elemento spesso imprescindibile della costruzione comica.
Rientra nel marzo del 1945 nella nuova Compagnia “Il Teatro di Eduardo” e vi resta fino al 1947 recitando in capolavori come Napoli milionaria, Filomena Marturano, Questi fantasmi. Poi una lunga assenza, ma, nel 1954, Tina è di nuovo al suo fianco, al Teatro San Ferdinando di Napoli per Palommella zompa e Vola (Antonio Petito), Miseria e Nobiltà (Edoardo Scarpetta), fino al burrascoso e definitivo addio nella primavera del 1955.
Tina aveva ottenuto da Eduardo una “breve vacanza” per interpretare Pane, Amore e Fantasia ma la lavorazione del film si protrae per parecchio tempo. Al suo ritorno, Eduardo la accoglie con un freddo “Mo nun me sierve. Ti chiamerò io quando avrò bisogno”,
Tina ribatte: “Al piacere di non rivederla!“.
La sua ultima apparizione, all’età di 79 anni, è nell’episodio Mara di Ieri, oggi e domani (1963, regia Vittorio De Sica), nei panni di una nonna dolce, energica e saggia. A Roma le è stata intitolata una strada e a Napoli un giardino pubblico.La dedica che Eduardo le rivolse nel 1931:
A Tina Pica che con la sua arte ha dato vita a tante povere creature del mio sogno, creature che lasceranno ombre vive nella storia del teatro umoristico.
Ci sarebbe tanto altro da dire, ma ogni parola in più sminuirebbe il suo valore artistico e la sua personalità forte e combattiva. Tina Pica è una donna che ha contribuito a portare in alto il nome del cinema e del teatro italiano e napoletano. I suoi ruoli, sia che fossero secondari che principali, con lei assumevano una rilevanza del tutto unica e particolare.