Quando sentiamo parlare di pirografia, è impossibile non associarvi il nome dell’artista Fabrizio Viola. Descrivere Fabrizio con poche parole è difficile, perché è una persona dalle innumerevoli doti e capacità, che possiamo intravedere nelle sue opere.
Fabrizio Viola, nasce a Battipaglia il 19 gennaio 1986, ed è un artista autodidatta che ha sperimentato diverse tecniche, spaziando dall’acrilico su tela, alla scultura per poi arrivare alla pirografia. Ha iniziato giovanissimo a fare il corniciaio, mestiere che gli ha permesso di avvicinarsi alla sua più grande passione: l’Arte in ogni sua forma e rappresentazione.
L’artista battipagliese, innamorato del Fuoco e della pirografia, ha fatto di tutto pur di far conoscere questa tecnica antica. Ha iniziato con un corso di Pirografia gratuito, facendo appassionare diversi ragazzi e allestendo una mostra a fine corso, nel centro di Battipaglia. Inoltre, attraverso mercatini e fiere, ha fatto conoscere l’arte della pirografia nei paesi cilentani, trasformando un’arte in mestiere.
Nel 2010, l’artista si dedica completamente alle tecniche pirografiche. E’ un artista che ha deciso di utilizzare il Fuoco per creare:
Ho scelto la pirografia perché mi affascinava il fatto che si potesse creare con il fuoco, che può essere considerato un elemento distruttivo e trasformarlo in qualcosa di creativo, cioè mi piaceva l’idea di approcciarmi a qualcosa di insolito, perché è una tecnica antica ma che non è diffusissima. Diffusa più a livello artigianale, ma a livello artistico c’è poco. Anzi c’era poco perché oggi in realtà si sta diffondendo perché si trovano sempre più appassionati e persone che ci si avvicinano. Quando iniziai le prime prove e i primi esperimenti, più di 10 anni fa, era sconosciuta almeno nella nostra zona, era conosciuta da pochi.
In questo periodo di limitazioni, siamo riusciti a rubare qualche parola a Fabrizio Viola.
Conosciamo meglio Fabrizio Viola
Fabrizio, a che età ti sei avvicinato e cosa ti ha spinto al mondo dell’Arte?
Il primo approccio è stato quando ero molto piccolo, avevo 4 anni e andai con mio padre da un corniciaio. Rimasi colpito da tutti i colori, i quadri, le cornici, le tavole di legno. Quindi già da piccolo avevo il desiderio di stare vicino a questo mondo.
Fabrizio Viola, non solo sperimenta l’arte, ma cerca di completarla e a 16 anni inizia a fare il corniciaio. Un mestiere insolito per un ragazzo, ma che lo aiuta a capire alcuni retroscena delle opere e a conoscere sempre più artisti che lo consiglieranno, e a cui si ispirerà.
Ti è servito imparare a fare il corniciaio?
Certo che mi è servito. Tutto serve. Ogni cosa che si fa e si impara è sempre importante. E’ stato il periodo dei primi approcci avuti con gli artisti. Grazie a questo mestiere, ho potuto studiare per conto mio e ho viaggiato, girando per i musei e le gallerie.
C’è qualche artista del passato o del presente che ti ha ispirato particolarmente?
Del Presente ogni cosa mi ispira. Dei Grandi del Passato un po’ tutto, nel senso tutta la produzione perché è come un puzzle. Ci sono sicuramente degli artisti che mi hanno colpito maggiormente, come Hieronymus Bosch, del quale mi piace la fantasia e l’immaginazione che aveva. Già da piccolo, in maniera inconscia mi ha stimolato, nel senso che volevo anche io riuscire ad arrivare a quel livello di immaginazione così ampio.
Per questo nelle tue opere vediamo l’incrociarsi di elementi strani?
A volte sì, a volte no. Dipende. Ci sono stati periodi che facevo cose molto più cupe, in altri periodi lo ero di meno. In altri usavo i colori e adesso utilizzo i colori fosforescenti che si illuminano al buio. Mi sono dedicato all’intaglio e ad altre tecniche, che alla fine erano prove ed esperimenti che incrociavo ed univo nei quadri.
Tra le tue opere ho visto lo studio di Leonardo da Vinci.
Sì, sono tra le prime pirografie. Gli Studi Anatomici di Leonardo mi sono sempre piaciuti, ma proprio Leonardo mi ha sempre affascinato, come uomo, artista e scienziato: un esempio vero. L’artista non deve essere solo artista, ma deve saper vedere e sperimentare tutto ciò che lo circonda e saper vedere la Natura intorno a sé.
Una delle tue ultime pirografie è Love, creata per la mostra collettiva Cristo, Icona delle Icone, a cura di Amedeo Fusco ed esposta a Palazzo Moncada (30 novembre 2019 – 4 gennaio 2020). Perché hai scelto questa rappresentazione e non un’immagine più classica? Cosa rappresenta?
E’ un’opera che rappresenta una donna crocefissa, doveva essere una provocazione. Ed è stata una scelta personale, perché non ho una visione classica della religione. Ci sono e ci sono stati tanti Cristi. Mi piaceva di mettere una donna perché sono loro a subire gli effetti dell’amore. Sulla Croce, al posto di I.N.R.I. troviamo la scritta LOVE, perché è l’Amore che ti inchioda.
Frida Kahlo. Hai delle opere che la rappresentano. Cosa volevi trasmettere?
Ho fatto due Frida Kahlo, una esposta a Palazzo della Cancelleria a Roma, pirografata quando ho vissuto a Lecce. E’ un’artista che adoro, sia come simbolo, sia come essere umano, sia per la sua arte. Quindi rappresentare Frida e girare le maggiori città italiane in una mostra a lei dedicata è stato piacevole. In un quadro ho voluto rappresentare la forza e la fragilità.
Il secondo quadro l’ho realizzato dopo aver visto un ragazzo che era venuto a visitare la mostra a Roma e aveva un tatuaggio gigante sul collo e si era fermato a guardare il mio quadro. Lo noto per il tatuaggio e gli chiedo di fare un ritratto.
Questo secondo quadro si chiama l’Eredità di Frida, proprio perché alcune persone arrivano a portarla sul corpo, tanto era la sua importanza e di quello che rappresentava. E data la sua importanza, quest’opera è stata così tanto in giro, da arrivare fino a Città del Messico.
Un’altra opera importante nel tuo percorso artistico, non è una pirografia, ma una scultura: la Fenice. Com’è nata?
E’ stato un primo esperimento, perché mi piaceva l’idea di cominciare a fare scultura con la radica di fibra di fico d’india. Quindi è proprio un primo approccio. Devo continuare a lavorare con il materiale a studiare quello che si può fare. E’ nata da sola, non c’ho pensato. Ho cominciato a prendere ago e filo e ho cominciato a cucire il fico d’india. Poi, alla fine mi sono reso conto che più o meno la forma poteva essere quella di un uccello quindi ho semplicemente proseguito montando gli altri pezzi sopra. Questa opera l’ho regalata al cantante Andrea Tartaglia, voce e leader del gruppo Tartaglia Aneuro.
Sei di Battipaglia, e hai rappresentato la Castelluccia.
L’ho rappresentata in un’opera che è stata esposta all’Expo di Milano, nel 2015. E’ un’opera che non esiste più, perché è andata perduta.
Con quale opera hai battezzato il tuo percorso artistico?
Verità apparente, nato come disegno che iniziai a fare con due amici e nel quale ognuno di noi metteva un elemento. Avevamo fatto un pezzettino piccolo e l’ho lasciato fermo per quattro anni. Dopo ho continuato da solo. Pubblicai questo quadro su una pagina e lo vide Amedeo Fusco, che mi invitò alla prima mostra: Punti di Vista, al Quirinale nel 2014. Oggi è di proprietà del cantante de La Maschera, Roberto Colella.
Fabrizio Viola e il futuro. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Progetti per il futuro. Dopo essere ritornato di nuovo in Campania da Lecce mi sono preso tre anni di pausa. Il periodo di Lecce è stato un periodo di grande produzione. Ho prodotto tantissimo, ma una volta ritornato, avevo proprio bisogno di staccare. Avevo bisogno di cambiare per cercare di evolvere e non di rimanere statico sempre sulle stesse cose. Avevo delle commissioni e le ho bloccate.
Ho cercato di fare altre esperienze nella vita, completamente diverse. Fare un altro lavoro. Attualmente mi occupo di vigilanza, che mi sta portando a fare, appunto, nuove esperienze. Quindi vedere nuovi posti, conoscere nuove persone e immaginare pure cose nuove. Sono tre anni che ho immagazzinato tante informazioni, che sfoceranno in opere. Il progetto futuro è quello di ritornare a produrre opere.
Fabrizio Viola vanta un curriculum fatto di mostre, premi e riconoscimenti
Fabrizio Viola, nonostante i tre anni di inattività artistica, ha sulle spalle una notevole carriera, che vede esposte le sue opere nelle più rinomate e prestigiose location. Ha esposto con Amedeo Fusco presso il Complesso dei Dioscuri del Quirinale di Roma partecipando alla Mostra d’Arte Internazionale Punti di Vista, a Palazzo Moncada di Caltanissetta; il 12 Luglio 2015 espone ad Expò Milano in rappresentanza della città di Battipaglia (SA) e della Piana del Sele.
Nel 2015 partecipa a “Quattro” Mostra d’Arte Contemporanea organizzata dall’Accademia dei Partenopei presso il Centro Culturale Tecla a Napoli. Partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea “Punti di Vista Tour” presso il polo espositivo delle ex scuole De Amicis a Battipaglia (SA) evento che si è tenuto in contemporanea al 1 Festival Mondiale di Pirografia.
Nel giugno 2019, l’opera l’Eredità di Frida, raggiunge Città del Messico, presso l’Istituto Italiano di Cultura, alla presenza della direttrice del Museo Nacional Frida Kahlo, in occasione della mostra Omaggio a Frida, e ottiene il riconoscimento del Consolato del Messico di Milano
Le opere girano l’Italia, passano per Firenze, Bergamo, Cagliari, Milano, Orvieto, Ragusa, Lucca, Trieste e Cosenza. Partecipa e vince il contest, ideato e realizzato da Amedeo Fusco, Art contest: metti in mostra la tua arte! con l’opera Natura snaturata.
Fabrizio Viola è un artista che difficilmente si adagia sugli allori e questo gli permette di rimanere umile e modesto. Artista che utilizza con abilità il fuoco in ogni sua forma, e per poter ammirare attualmente una sua opera, basta recarsi al Centro di Aggregazione Culturale di Ragusa e vedere il suo autoritratto.
La redazione di Icrewplay Arte ringrazia Fabrizio Viola per la sua disponibilità.