Opere sensazionali le riproduzioni di Justin Bateman, un artista poco conosciuto, ma che sta facendo parlare di sé per la sua magnifica dote artistica.
L’artista riproduce opere famose attraverso la Land Art, utilizzando ciottoli colorati per creare le varie sfumature dei ritratti.
Le sue opere sono effimere, esistono e poi vengono spazzate via dal tempo, dalla natura.
Justin Bateman espone ovunque ne abbia voglia ed ispirazione di creare un’opera di ciottoli, la sua sede di esposizione è il mondo, i suoi colori i ciottoli che la natura dona, la sua arte è ispirata ai vecchi maestri dell’arte.
Justin Bateman, chi è?
Artista britannico 44enne, Justin Bateman iniziò a produrre la sua arte di ciottoli quando a causa della pandemia rimase bloccato in Thailandia a Chiang Mai.
Proprio in quel periodo comprese che l’arte vera e propria non è mezzo di commercializzazione e prese spunto dagli insegnamenti dei maestri tibetani i quali creano i Mandala per poi dissolverli nel vento una volta completati, per delle pratiche spirituali come ringraziamenti alla natura.
“Ho esplorato la Land art per molti anni, ispirandomi ad artisti come Andy Goldsworthy e alle pratiche spirituali dei monaci tibetani. I monaci trascorrevano molte ore a creare mandala di sabbia, solo per spazzarli via una volta completati.
L’impermanenza è una caratteristica importante del mio lavoro; quanto tempo deve esistere un’opera d’arte per avere valore? Rifiutando i materiali dell'”alta arte” come il bronzo e gli oli (materiale di “Dio rinascimentale) e tornando a una semplicità più simile ai nostri antenati cavernicoli.
Potrei dire che i ciottoli sono i miei pixel.
In un mondo con un appetito implacabile per di più, preferisco usare di meno; la registrazione del mio lavoro è solo un’impronta digitale poiché non lascio alcuna traccia fisica della mia presenza nell’ambiente. Il mio lavoro esplora temi di persone, luogo e tempo, ordine e caos… ‘L’entropia della vita'”. -Justin Bateman
Nella sua Land Art utilizza come materiale tutto ciò che gli viene offerto dalla natura, in questo caso i sassi, di diversa dimensione e cromaticità, creando veri e propri mosaici.
Inizialmente, come raccontò in un’intervista, influenzato dalla nostra cultura e dalla nostra concezione dell’arte, dal nostro attaccamento materiale, dal fare arte per guadagnare, per l’artista risultò molto difficile allontanarsi dalle sue creazioni e soprattutto distruggerle.
Successivamente, grazie ad una spiritualità maggiore acquisita, Justin Bateman iniziò a considerare la sua come un’arte effimera come le stagioni, adatta a non stravolgere l’ambiente.
Testimonia e pubblicizza il tutto attraverso l’arte digitale della fotografia, che pubblica sui social, accompagnate dal titolo dell’opera, artista originale e da un pensiero spirituale d’artista.
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“Temo di aver perso del tutto le sfumature della sottigliezza; richiede una profonda attenzione al vedere, non solo al guardare. Voglio che rimanga, anche quando i ciottoli hanno preso strade separate. Questa è una vera arte.”
Ecco la pagina Instagram di Justin Bateman dove poter ammirare le sue opere: Justin Bateman (@pebblepicassos) • Foto e video di Instagram
Land Art
Cos’è la Land Art? Land Art significa “arte della terra”, “arte della natura”. Sempre più artisti riscoprono l’appartenenza alla natura e realizzano opere che nel tempo vengono dissolte, testimoniandole con delle foto. Uno dei massimi esponenti è proprio Christo con The Floating Piers.
È una forma d’arte contemporanea che è conosciuta anche come “Earth Art”.
La Land Art si è sviluppata nel 1967 negli Stati Uniti d’America diffondendosi poi nel mondo.
Con essa gli artisti che si sono approcciati a questo movimento, si vollero allontanare dall’arte tradizionale non stilisticamente ma “materialmente”, per produrre opere con tutto ciò che la natura mettesse a disposizione, ma senza stravolgerla o distruggerla.
La Land Art è contemporanea a molti altri movimenti che si sono formati dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie al concetto di rivoluzione che vide la proliferazione di molti movimenti artistici come la Pop Art, la Body Art, la Minimal Art, l’Arte Povera, l’Arte Concettuale e la Land Art-Earth Works.
Gli artisti che aderirono alla Land Art si autodefinirono “fanatici della natura”.
In particolare delusi dall’era del materialismo e dal Modernismo cercarono il diverso, l’opposto, quindi, spazi grandi, aperti che non includessero istituzioni con sale espositive, ma che potessero comunicare con la natura facendo, quindi, emergere le dissonanze con l’epoca.