Dopo più di due secoli di assenza, un capolavoro rinascimentale torna nella sua città d’origine. Si tratta dell’Incoronazione della Vergine, il dipinto commissionato a Raffaello Sanzio per la chiesa di Santa Maria Assunta in Monteluce, oggi conservato nei Musei Vaticani. Dal 1 ottobre 2025 al 7 gennaio 2026, l’opera sarà esposta al Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, al centro della mostra “L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani.”
Un titolo che non è retorica: questo ritorno, atteso da generazioni di studiosi e cittadini, segna un momento importante nella storia culturale di Perugia. Perché l’Incoronazione non è solo un’opera d’arte, ma anche un frammento identitario di una città che da sempre intreccia spiritualità e bellezza.
Un’opera tra genio e bottega
Il dipinto fu originariamente affidato a Raffaello, ma non fu lui a terminarlo. La realizzazione fu completata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, due dei suoi allievi più fidati, che portarono avanti il progetto dopo la sua morte. L’opera era destinata all’altare maggiore del monastero delle Clarisse di Monteluce, complesso la cui facciata in laterizio risale al 1451.

Oggi quel capolavoro, affidato ai Musei Vaticani dopo le spoliazioni napoleoniche del 1797, torna a Perugia grazie alla collaborazione tra l’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e i Musei Vaticani, con il sostegno della Fondazione Perugia.
In mostra sarà visibile anche un’opera raramente esposta insieme alla pala: la predella con le storie della vita di Maria, dipinta da Berto di Giovanni, concessa per l’occasione dalla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Un dipinto di confine
L’Incoronazione della Vergine è una pala che vive in un equilibrio raro tra maestà e intimità, tra invenzione artistica e profondità spirituale. L’iconografia è singolare: la scena unisce l’Assunzione e l’Incoronazione di Maria in un’unica visione divisa in due registri, fusi in modo narrativo e pittorico.
In alto, Maria viene incoronata in cielo; in basso, gli apostoli assistono all’evento in un paesaggio terrestre appena sfiorato dal soprannaturale. La forza della tavolozza cromatica accompagna la narrazione: i blu densi, i rossi accesi, le luci dorate disegnano una gloria che non è retorica, ma tensione emotiva.
È un’opera che parla di passaggio. Dal mondo alla salvezza, dalla presenza fisica alla memoria, dal silenzio della clausura al racconto collettivo.
Una restituzione simbolica per Perugia
Perugia non è estranea a queste grandi restituzioni temporanee. La città, culla di una delle scuole pittoriche più importanti del Quattrocento e Cinquecento, ha visto i suoi capolavori spesso portati altrove. Questo ritorno non è solo un evento espositivo: è una restituzione simbolica di appartenenza culturale.
La mostra, che si inserisce nel calendario del Giubileo della Speranza, è anche un momento di meditazione civile. Parla di memoria, riscatto e identità, ma anche del ruolo che l’arte può avere nel ricucire legami tra le comunità e le loro radici spirituali.
Il percorso della mostra
Il percorso espositivo al Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo accompagna il visitatore nella comprensione storica, artistica e teologica dell’opera. Documenti, testimonianze e apparati didattici aiutano a ricostruire non solo la genesi della pala, ma anche il contesto monastico e urbano in cui venne concepita.
Un’opera di confine e passaggio, tra maestro e allievi, tra cielo e terra, tra visibile e invisibile.
Informazioni utili
Titolo mostra: L’atteso ritorno. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani
Luogo: Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, Perugia
Date: dal 1 ottobre 2025 al 7 gennaio 2026
Ingresso: a pagamento
A cura di: Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, Musei Vaticani
Con il contributo di: Fondazione Perugia
Con prestito della predella: Galleria Nazionale dell’Umbria
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