Il Lunedì dell’Angelo ce lo racconta l’evangelista Marco nel suo Vangelo dove narra che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli oli aromatici per imbalsamarne il corpo.
L’origine religiosa della festa, come già accennato, è data dal commemorare l’annuncio della Resurrezione da parte dell’angelo alle donne giunte al sepolcro di Cristo che però trovano vuoto.
Le Pie Donne non erano riuscite a completare il rito della sepoltura in precedenza, sospeso di fatto per dare spazio alla coincidente Pasqua ebraica e si recarono al sepolcro proprio nel giorno successivo alla ricorrenza ma sulla loro strada trovarono un angelo il quale disse loro:
Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui!
È risorto come aveva detto;
venite a vedere il luogo dove era deposto
Questa scena naturalmente è stata ripresa ed interpretata da artisti di ogni tempo che hanno così dato vita così ad una pluralità di punti di vista a seconda in primis del talento, ma anche e soprattutto del momento storico in cui tale rappresentazione veniva posta in essere.
Va ricordato inoltre come solo nel Vangelo secondo Marco si parli di un Angelo, inteso nel termine numerico della parola.
Le altre fonti appaiono in tal senso confuse rispetto alla cronaca di Marco tanto da ingenerare idee diverse circa l’effettiva presenza di un solo Angelo.
Una parte della critica, in un dato momento sembrava essere arrivata alla conclusione che nel ruolo dell’annunciatore vi fosse l’Arcangelo Michele ma di fatto non esiste alcuna evidenza che possa realmente far pensare a ciò.
Nell’arte, come detto non sono mancate dunque molteplici rappresentazione dell’evento descritto nei Vangeli.
Te ne ripropongo alcune tra le più famose ma anche tra le meno note affinché tu possa fare un tuo personale paragone ed approfondire gli spunti qui dati in precedenza.
Qualche versione artistica di ciò che accadde in origine il giorno del Lunedì dell’Angelo
Una versione che rappresenta la scena di quello che poi è divenuto per tutti il Lunedì dell’Angelo, che vale la pena di rispolverare è quella di Annibale Caracci, pittore del cinquecento dai natali bolognesi che con Caravaggio e Rubens, pose le basi per la nascita della pittura barocca, diventandone inoltre attore di primo piano.
A rappresentare invece magistralmente gli occhi femminili increduli, ancora gonfi di lacrime, nel 1890 è il pennello di William Adolphe Bougueraeau.
Composto e pacato invece è lo stupore delle mirofore nella tela datata 1815 di Peter Von Cornelius della Neue Pinakothek di Monaco di Baviera.
Successivamente è il Risorto stesso ad apparire ad alcune donne, o secondo altri racconti solo a Maria Maddalena che, riconosciutolo, tenta di abbracciarlo, fermata nel suo slancio dal celebre Noli me tangere.
La scena è inserita da Jan Brughel il Giovane nel 1630 all’interno di un giardino brulicante di ortraggi di ogni genere.
Eugène Burnand ritrae invece lo sguardo dei due uomini, chiamati dalle Pie Donne a recarsi sul posto e ne rivela l’incredulità mista a speranza e impazienza di toccare con mano quanto ascoltato.
Ed infine l’immagine dipinta dal contemporaneo russo Andreï Nikolaïevitch Mironov.
Appena un accenno dunque delle vari momenti rappresentativi della scena, solo per darti un’idea che possa essere spunto per un successivo personale approfondimento su un tema ti avrà da offrirti davvero molto in tal senso.
Come si festeggia la Pasquetta da Noi e quali le sue origini
Originariamente, quella del Lunedì dell’Angelo, è stata introdotta come festività dallo Stato italiano nel dopoguerra, allo scopo di allungare la festività di Pasqua, ed in effetti la tradizione vuole proprio che si approfitti di questo giorno primaverile per festeggiare all’ aperto con la famiglia o gli amici, organizzando una bella gita fuoriporta, solitamente al mare se il clima già lo consente o in montagna, dove poter fare un pic-nic, senza lasciare tracce.