Dal 25 ottobre 2025 all’8 febbraio 2026, Reggio Emilia accoglie una delle mostre fotografiche più attese dell’anno, dedicata a una pioniera assoluta dell’obiettivo: Margaret Bourke-White. Ma non sarà l’unico appuntamento di rilievo nella nuova stagione espositiva della Fondazione Palazzo Magnani, che tra i Chiostri di San Pietro e Palazzo da Mosto, offrirà un programma ricco e variegato, pronto a incrociare fotografia, architettura e ricerca artistica.
Margaret Bourke-White: l’opera tra 1930 e 1960
Ad ospitare la retrospettiva sarà il suggestivo scenario dei Chiostri di San Pietro, nel cuore della città, le cui sale affrescate faranno da cornice a oltre 150 fotografie della celebre fotogiornalista americana. Intitolata “Margaret Bourke-White. L’opera 1930-1960”, la mostra è realizzata in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e ripercorre trent’anni fondamentali della carriera della fotografa.
Bourke-White non è solo un’icona per il suo sguardo potente e diretto, ma anche una delle prime donne a entrare nel mondo del fotogiornalismo con ruoli di primo piano: prima reporter della rivista Life, prima fotografa autorizzata a documentare l’Unione Sovietica e prima inviata in zone di guerra. Le sue immagini raccontano un Novecento in piena trasformazione: l’industrializzazione americana, la Grande Depressione, la Seconda guerra mondiale, l’India di Gandhi e il Sudafrica dell’apartheid.

La mostra non è solo un omaggio alla sua estetica, ma un viaggio nella coscienza storica del XX secolo, visto attraverso gli occhi di chi non ha avuto paura di guardare. Bourke-White non si limitava a fotografare: testimoniava, denunciava, raccontava il mondo nella sua cruda verità.
Gli architetti che hanno costruito Reggio Emilia
Dal 22 novembre all’8 febbraio, a Palazzo da Mosto si apre un’altra finestra sulla memoria: quella degli architetti reggiani del Novecento, protagonisti della trasformazione urbana della città. Attraverso disegni, fotografie, progetti e documenti d’archivio, l’esposizione offre uno sguardo ravvicinato sui grandi nomi che hanno ridisegnato spazi pubblici e privati, contribuendo a definire l’identità architettonica di Reggio.
Un’occasione preziosa per leggere la città attraverso la lente della progettazione, scoprendo come le sue forme attuali siano frutto di visioni, dibattiti e scelte culturali precise. La mostra nasce dalla collaborazione tra Fondazione Palazzo Magnani, Comune di Reggio Emilia e Biblioteca Panizzi.
L’arte contemporanea si affida alla materia
A completare la stagione, tre mostre personali dedicate ad artisti italiani contemporanei, tutti impegnati in un percorso di ricerca attorno al paesaggio e alla materia.
Dal mese di dicembre, Nazzarena Poli Maramotti proporrà un’indagine pittorica sui paesaggi, mentre a gennaio Federico Branchetti e Fabio Iemmi occuperanno le sale del piano terra di Palazzo da Mosto. In tutte e tre le esposizioni, la materia si fa protagonista: non solo come mezzo, ma come contenuto e concetto da esplorare.
Palazzo Magnani: riapertura nel 2026
Nel frattempo, Palazzo Magnani rimane chiuso per lavori, ma la Fondazione ha già annunciato la sua riapertura nel 2026 in occasione di Fotografia Europea, dopo un importante intervento di rinnovamento strutturale e riallestimento degli spazi. Un ritorno atteso, che completerà il rilancio del sistema culturale cittadino.
Una stagione che guarda avanti
La nuova programmazione della Fondazione Palazzo Magnani dimostra una cosa chiara: Reggio Emilia non è solo una città d’arte, ma una città che si interroga, che propone, che mette in dialogo passato e presente.
Che si tratti delle immagini potenti di Bourke-White, dei progetti architettonici del Novecento o delle opere di artisti contemporanei, ogni mostra è un’occasione per riflettere sul tempo, sullo spazio e sull’umano.
Hai già scelto quale mostra visitare per prima? Seguici su Instagram e facci sapere quale di questi percorsi visivi ti ispira di più.