Facciamo un salto nel lontano Medioevo precisamente tra il 1300- 1400. Tra i nomi valorosi di re, si nascondono regine che hanno lottato e vinto battaglie.
Non tutti sanno, e spesso non viene raccontata una parte di storia, che la Puglia fu portata al progresso grazie ad una donna dal temperamento forte e dall’ attitudine al comando, soprattutto nelle città di Taranto e Lecce, si tratta della principessa e poi regina Maria D’ Enghien.
Maria D’Enghien fu contessa di Lecce e principessa consorte di Taranto, affrontò mille peripezie ma alla fine nell’ incredulità maschile portò la città alla vittoria, quando Taranto fu attaccata dalle truppe di Ladislao, Re di Napoli.
A Taranto in via Duomo, via peculiare del borgo antico, e a pochi passi dalla Cattedrale di San Cataldo e da altri siti caratteristici museali come il MuDi Museo Diocesano, si trova un ipogeo all’ interno di una grande struttura chiamata Palazzo Galeota, che è diventato sede ospitante di una piccola realtà museale che racconta agli abitanti e ai turisti il patrimonio storico culturale immateriale legate all’ epoca della Taranto guidata dall’ amata Maria D’ Enghien.
Questo piccolo museo viene portato avanti non a caso da un altro temperamento forte e passionale di una direttrice, Linda Fania, che da tempo tramite informazioni e collaborazioni internazionali si è cimentata nella ricerca, nello studio e nella divulgazione di una storia facente parte del nostro patrimonio storico che non deve essere dimenticata.
Particolare e caratteristico è il Matrimonio di Maria D’Enghien, la riproduzione cittadina della cerimonia tenutasi nel Castello Aragonese di Taranto tra Maria D’Enghien e Ladislao, un evento che vede la partecipazione volenterosa dei cittadini di Taranto i quali vestendosi in abiti medievali dell’ epoca partecipano alla memoria storica di un episodio allegro ed emozionante. Fondamentale è anche la partecipazione di attori professionisti che recitano la storia, musicisti, artisti.
Maria D’Enghien e il Museo del Principato di Taranto
Nel museo del Principato di Taranto fondamentali sono alcune testimonianze storiche medievali come le fotocopie dell’ antica pergamena del Principato, conservate nell’ Archivio di Stato e in quello della Curia, scritte dal logoteta durante la guerra tra il re di Napoli e Maria D’Enghien, le “palle di cannone” autentiche lanciate contro le mura della città durante la guerra e la ricostruzione fedele degli abiti usati all’ epoca, stoffe pregiate, colori, ma anche la riproduzione di alcune botteghe con prodotti caratteristici di quegli anni che verrano mostrati e raccontati dal personale museale.
Già la tradizione culinaria ci lascia sorpresi per le differenze generazionali, come anche la storia dei pigmenti e polveri che venivano utilizzati per il trucco delle signore.
Informazioni dettagliate che affascinano per i vari segreti e soluzioni di un tempo ormai molto lontano da noi, ma che è bello sapere, apprendere e riscoprire, in quanto forse anche utili.
L’ ipogeo risalente al XVIII è situato all’ interno di Palazzo Galeota, sede dell’ Università degli Studi Aldo Moro e della Pegaso. Si accede attraverso il cortile attraversando una porta e scendendo le caratterisiche scale in carparo, materiale in pietra cavato in loco, che fanno accedere ad un ambiente di un’ altra epoca, musealizzato in maniera attinente al Medioevo, così come testimoniato dalle mura dell’ ipogeo, lasciandoci in questa atmosfera magica.
Oltre al bene culturale materiale, quello immateriale è anche legato non solo alla tradizione storica ma anche all’ evoluzione dell’ uso del volgare pugliese che Maria D’Enghien e suo figlio Giovanni Antonio Orsini del Balzo contribuirono a far crescere.
In particolare con il Codice di Maria D’ Enghien, bandi, statuti scritti in latino e volgare tarantino e l’ interrogatorium constructionum grammaticalium, grammatina latina con esempi fatti in volgare per essere appresi.
Da ricordare è anche la scuola d’ insegnamento grammaticale a Galatina voluta dal figlio di Maria D’Enghien e portata avanti dalla principessa.
Il Matrimonio di Maria D’Enghien e Ladislao
Perchè Maria D’Enghien combattè contro le truppe di Ladislao e perchè poi alla fine lo sposò?
Ogni anno a Taranto si svolge la festa con la partecipazione di tutti i cittadini, della riproduzione del Matrimonio medievale di Maria D’ Enghien e Ladislao.
Un’ attrattiva sensazionale dove la gente partecipa festosa e numerosa. Molte sono le ragazze, signore e signori che amano indossare la fedele riproduzione dei costumi caratteristici realizzati per l’ occasione dall’ associazione con stoffe pregiate e particolari, alcuni dei quali esposti al museo, e perdersi, quindi, per un giorno nella Taranto medievale.
Ecco un video dell’ evento che rappresenta al meglio l’ emozioni condivise.
La storia di Maria D’Enghien principessa di Taranto
La storia è molto articolata, Maria D’Enghien, figlia di Giovanni D’ Enghien, conte di Lecce e Sancia del Balzo, prima di congiungersi con il nemico Ladislao, era sposata con Raimondo Orsini Del Balzo dal quale ebbe 4 figli. Alla sua morte la donna si trovò a governare tutti i feudi e possedimenti non solo suoi, ereditati dalla famiglia, ma anche del marito e a portare avanti la famiglia.
Ella essendo principessa consorte di Taranto, dovette affrontare da sola una battaglia contro l’ esercito napoletano che attaccò la città per i possedimenti.
Al contrario di quanto si possa pensare, furono 16 mesi di sconfitte per i napoletani.
Maria D’Enghien si dimostrò saggia, forte e valorosa scendendo in campo affianco dei suoi guerrieri e acquisì il rispetto di molte altre casate che la sostenevano.
Così il re di Napoli Ladislao D’ Angiò sconfitto in tutti i sensi, sia nella battaglia che nell’ onore, accettò l’ indicazione fattagli da un suo consigliere e cioè di acquisire il possedimento tarantino per un’ altra via, chiedendo in sposa Maria D’Enghien e dandole così il titolo di regina.
La principessa pur sapendo della proposta “strategica” la accettò coraggiosa com’ era, dopo tre giorni di trattative. Accettò per motivi ben pensati che forse riguardavano la vita dei suoi quattro figli, nonostante l’ avvertenza sul conto del re, “non me ne curo, perchè se moro, moro da Regina” disse.
Accolse così Ladislao alle porte di Taranto consegnandoli le chiavi della città vestita di armatura.
Maria D’ Enghien affresco Basilica Santa Caterina D’ Alessandria Lecce, Galatina
Da qui nasce la tradizionale festa del Matrimonio di Maria D’Enghien a Taranto proposta dall’ associazione.
Ci fu un mese di festeggiamenti e nonostante il Principato di Taranto passò nelle mani di Ladislao, dopo varie vicende, arrivò la rivincita.
Il figlio di Maria D’Enghien e Raimondo Orsini del Balzo, Giovanni Antonio Orsini, riuscì a riprendersi il titolo di Principe di Taranto e Maria D’Enghien passò la sua vita governando a Lecce, tra opere d’ arte e di fede.
contatti: https://www.facebook.com/maria.denghien