Milo Manara, ha presentato la sua mostra al PAFF, Museo del Fumetto del Friuli Venezia Giulia, che ha aperto dal 7 maggio, con queste parole:
“Sono orgoglioso che una mia mostra segni la ripartenza, ma non nascondo una certa trepidazione: queste sono settimane decisive per l’andamento di questa stramaledetta pandemia, per cui spero che la mostra stabilisca un’assennata possibilità di riprendere la normalità”.
Manara Secret Gardens, questo il titolo della mostra, visitabile fino al 15 di agosto. Un’esposizione di 90 opere originali di Milo Manara tra tavole a fumetti, disegni per la pubblicità e illustrazioni e variant cover per Marvel comics.
Troviamo inoltre 3 disegni originali di Federico Fellini, che il regista donò personalmente a Manara, 4 storyboard del fumetto da lui stesso schizzati; una lettera autografa e un layout ad acquerello per “El Gaucho” di Hugo Pratt.
Presente anche una tavola del suo lavoro sperimentale giovanile “Alessio il borghese rivoluzionario”, opera raramente esposta. Tra le tavole originali, alcune del Caravaggio, opera del 2015 in due volumi dedicata al maestro del barocco raffigurato da Manara con le fattezze dell’amico e collega Andrea Pazienza.
Questa mostra rappresenta un ideale punto di incontro tra Nord e sud, tra la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia e Comicon, un festival partenopeo del fumetto ed è realizzata a cura di Claudio Curcio, Matteo Stefanelli, alino di COMICON, con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia presso la Galleria d’Arte Moderna di Villa Galvani, messa a disposizione dal Comune di Pordenone.
L’allestimento è stato curato dallo studio Corde Architetti di Venezia e comprende una serie di istallazioni distribuite nelle 4 sale che vanno ad ampliare i vari capolavori dell’artista.
Milo Manara e l’amore per il fumetto
La formazione di Milo Manara partì dal diploma al Liceo artistico, passando dalla contestazione della Biennale nel 1968 insieme ad altri artisti. L’avvento della Pop art nel 63 aveva prodotto diverse “neoavanguardie” artistiche come la Body Art, la Minimal Art, l’Arte povera, l’Arte concettuale, l’Arte cinetica, la Land Art, gli Happening.
Verso la fine degli anni 60 scoprì il fumetto, un genere che non frequentava da ragazzo, ma che improvvisamente gli aprì un mondo nel quale convogliare la sua creatività. La mostra al PAFF valorizza quindi questo genere per il quale Manara ha provato un improvviso amore, dopo averlo rifiutato durante la sua adolescenza:
“È una splendida notizia che alla riapertura dei musei e dei luoghi di cultura parta finalmente la mia mostra al PAFF!, in una sede interamente dedicata al fumetto e alle sue forme di espressione che finalmente cominciano a trovare una casa adeguata in Italia. Fumetto che ho cercato di esplorare nei miei cinquant’anni di carriera e che sono riassunti nel percorso di questa particolare esposizione che ha scelto un taglio inusuale per presentare il mio lavoro. Spero che i visitatori friulani, e non solo, apprezzino il progetto realizzato dai curatori e dagli scenografi per presentare le mie tavole a fumetti e le mie illustrazioni, in attesa di poter ritornare a Pordenone di persona, spero al più presto ed entro la fine della mostra” – Milo Manara
Fu affascinato dalle Bande dessinèe che la moglie francese di Berrocal portò da Parigi. In particolar modo fu colpito da Barbarella di Forrest e Pravda e Joelle di Guy Peellaert.
Decise di dedicarsi al fumetto e di lasciare la pittura per abbracciare un pubblico più ampio, poichè il fumetto è caratterizzato dalla produzione seriale. A Milano conobbe Mario Gomboli che lo introdusse presso l’editore Furio Viano, con il quale Manara esordì nella collana “Genius” come autore di storie erotico-poliziesche.
Dal 15 settembre 1969 “Genius”, personaggio che ricorda un giustiziere mascherato simile a Diabolik, uscì nelle edicole con l’episodio Il morso della lupa. La vicenda di Genius passò così dal fotoromanzo al fumetto con le illustrazioni di Milo Manara.
Tra il 1970 e il 1974 pubblicò un’altra serie dal titolo Jolanda de Almaviva e iniziò una collaborazione con il Corriere dei Ragazzi, storico settimanale del Corriere della Sera, dove curò una rubrica a fumetti dal titolo La parola alla giuria nella quale vengono processati i personaggi storici.
Una sua opera importante negli anni di piombo fu Un fascio di bombe, fumetto basato sui testi di Alfredo Castelli e Mario Gomboli e che affrontava l’argomento della strategia della tensione nelle stragi di Stato.
Con la collaborazione di Silverio Pisu, cofondatore della rivista satirica Telerompo, Manara creò due opere molto significative e debuttò così nel fumetto d’autore: Lo Scimmiotto e Alessio, il borghese rivoluzionario.
Collaborò inoltre con la casa editrice francese Larousse, per cui realizzò alcune storie inserite nelle raccolte L’Histoire de France en bandes dessinées, La decouverte du monde e L’Histoire de la Chine.
Nel 1978 creò il suo primo personaggio di successo, HP che prende le iniziali del suo maestro Hugo Pratt e successivamente Giuseppe Bergman, personaggio con le fattezze dello stesso Milo Manara e di Alain Delon. Il fumetto uscì in Italia nei primi mesi del 1980 nei numeri della rivista Totem.
Molto celebre la sua collaborazione con la grande opera divulgativa di Enzo Biagi, La storia d’Italia a fumetti. La rivista “Playmen”, gli commissionò il fumetto Il Gioco che ebbe un grande successo. Da questo momento la sua produzione fu quindi orientata sul genere erotico.
Realizzò inoltre due lavori su testi di Hugo Pratt: Tutto ricominciò con un’estate indiana, pubblicata a puntate dalla rivista Corto Maltese dal 1983 al 1985 e El Gaucho, pubblicata da Il Grifo dal 1991 al 1995.
La prima storia era ambientata a New Canaan e ricostruiva l’epoca coloniale americana del XVII secolo, e narra della difficile convivenza fra un villaggio puritano fondato dai coloni inglesi e la comunità di nativi americani della tribù di Squando.
El Gaucho era ambientata in Argentina agli inizi dell’Ottocento, mentre la flotta della marina inglese tentava di conquistare Buenos Aires agli spagnoli. In questo scenario si intrecceranno le vicende del tamburino inglese Tom Browne e della pescivendola irlandese Molly Malone, costretta a prostituirsi a bordo di una nave bordello detta Encounter.
Nel 1981 uscì una storia con ambientazione western, pubblicata in Francia dalla rivista Pilote e in Italia sulla rivista Pilot: L’uomo di carta. Successivamente L’uomo delle nevi, per la collana “Un uomo, un’avventura”, (Cepim-oggi Sergio Bonelli editore) con la sceneggiatura di Castelli.
Creò il suo personaggio femminile più famoso Miele protagonista dei volumi Il profumo dell’invisibile e di sei storie brevi intitolate Candid Camera.
Nel 1987 cominciò a collaborare con Federico Fellini, grazie a Vincenzo Mollica. Manara aveva già dedicato al regista una storia breve, Senza Titolo, in quanto aveva tratto ispirazione da 8 e ½. In seguito al loro incontro, Fellini gli chiese le illustrazioni per una sceneggiatura che pubblicò sul Corriere della Sera e Manara pubblicò Viaggio a Tulum, apparso poi su Corto Maltese.
Il sodalizio tra Manara e Fellini diede vita a Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet, pubblicato da Il Grifo, rivista diretta da Vincenzo Mollica. Manara realizzò inoltre i manifesti dei film di Fellini Intervista e La voce della luna.
Con Enzo Biagi all’inizio degli anni 90 illustrò la storia di Cristoforo Colombo a fumetti e successivamente un libro del regista Pedro Almodovar. Realizzò inoltre delle trasposizioni fumettistiche: Gulliveriana, L’Asino d’oro e Kamasutra.
Con gli Stati Uniti lavorò ad una importante commissione per la Marvel per la quale esplorò l’universo delle eroine femminili.
Realizzò inoltre 46, storia a fumetti dedicata al motociclista Valentino Rossi, mentre con la sceneggiatura di Vincenzo Cerami pubblicò Gli occhi di Pandora. Esplorò inoltre l’universo dei Borgia con Alejandro Jodorowsky tra il 2004 e il 2010.
Varie le sue collaborazioni tra pubblicità, cinema e teatro. Nel 2008 firmò un accordo con Comicon per l’allestimento delle mostre a lui dedicate in Italia e all’Estero.
Manara secret Gardens
Per ulteriori informazioni sulla mostra Manara Secret Gardens ti consiglio di visitare il sito del PAFF