Il MONA ( Museum of Non-Visible Art), si trova a New York, ed è un museo fatto solo di idee e vende opere d’arte che non esistono. Un concetto di arte contemporanea dove ci sono soltanto progetti, descrizioni e idee. Nella mente puoi costruire quello che vuoi, puoi dar libertà ai più profondi desideri, che alcune volte nella realtà concreta sono irrealizzabili, qui, ogni ispirazione si realizza.
E’ l’arte del possibile e impossibile, che nasce da un imput scritto su una carta, montata sul muro e, la cosa interessante è che può diventare tutto: da un dipinto a una scultura a un’opera concettuale, l’opera d’arte viene creata da ciò che lo spettatore vede nella sua mente, ognuno può immaginare l’opera finita a modo suo.
L’ “idea” che ha fatto nascere il MONA
L’idea, nasce dal concetto della parola stessa: il MONA vuole sottolineare la relazione tra l’idea del mondo fisico e visibile della vista con quello non visibile del pensiero. Questa istituzione è nata da una collaborazione artistica chiamata Praxis, composto da marito e moglie, Brainard e Delia Carey, noti nella “grande mela” per il lavoro di performance e installazioni, come ad esempio abbracciarsi o lavarsi i piedi in musei e gallerie. Vivono a New York e New Haven, negli Stati Uniti.
Per supportare l’idea del MONA, James Franco, attore hollywoodiano, ma anche artista che vanta esposizioni in tutto il mondo, ha aiutato nel 2011, la coppia ad ottenere l’attenzione internazionale con una campagna su Kickstarter, la piattaforma americana di finanziamento di iniziative creative, dove chiunque può acquistare una delle opere messe a disposizione dagli artisti e sostenere così il museo.
L’arte concettuale e il manifesto del Museo
Ma cosa significa arte concettuale? (Noi di arte.icrewplay.com daremo solo una definizione ma per approfondire, ecco un link utile).
Questa nuova forma di espressione, è una corrente che nasce in Europa intorno agli anni ’60, in cui gli artisti appartenenti, sostenevano che l’arte non risiede nell’aspetto delle opere realizzate, ma nell’idea, nella parola o nel pensiero percorso per realizzare tale opera.
Uno dei primi, ad aver usato la definizione “concettuale” è stato l’artista americano Joseph Kosuth che, con la sua opera, “Una e tre sedie”, in cui espone una sedia vera, un’immagine fotografica e la parola scritta: “sedia”, definisce quello che è l’arte concettuale.
Il MONA, si basa proprio su questa corrente artistica. Sul sito ufficiale, il museo, attraverso il suo manifesto, descrive così sé stesso:
“L’arte stessa non è niente. Tutto ciò che conta è ciò che resta. L’unica superficie che vale la pena dipingere è la mente dello spettatore. La visione dell’arte non dovrebbe richiedere occhi. Quello che vedi non ha importanza. Quello che hai visto è tutto. Tutto ciò che acquisti veramente è il bagliore residuo”.
Quali sono i prezzi di un’opera “non visibile” del MONA?
Ma quanto valgono le idee? Quelle delle opere, in vendita del MONA vanno da un dollaro a diecimila dollari. Per venticinque dollari si può comprare il famoso disegno di Praxis, “Dust Map”. Ma in cosa consiste questa idea di arte concettuale? Un quadrato di carta bianca appeso al soffitto realizzato in due anni con la punta di una spillo. Misura 40×40.
Un’ opera concettuale molto affascinante è “Perfect Peace”, la visualizzazione della pace perfetta: “Siccome non è visibile, è davvero perfetta. È per te e può essere usata in qualsiasi momento, chiudendo gli occhi e focalizzandosi su questo testo che si può memorizzare. È come avere un portale sempre a disposizione per condurti in un’altro mondo fatto solo di fantasia”. Costo, 25 dollari.
Un museo, dove non c’è nessun quadro o statua da ammirare. Un elogio agli intenti.
Lo scopo e il sogno del MONA è quello di riempirlo di centinaia di artisti che vendono opere invisibili, dove prevale il potere delle idee: “Questo aggiungerebbe un nuovo livello al mondo dell’arte e anche al mondo economico degli artisti”.