Dal 28 ottobre la Kasa dei Libri di Milano apre le porte a un’esposizione dedicata all’arte poetica di Jean-Michel Folon. La mostra, dal titolo Folon-Livresse, racconta il legame profondo tra l’artista belga e il mondo dei libri. Illustrazioni, copertine, manifesti, lettere e oggetti inediti ricostruiscono il percorso di un autore che ha fatto del disegno un linguaggio universale.
L’arte poetica di Jean-Michel Folon arriva a Milano
Folon è stato uno dei nomi più originali del Novecento. Nato a Bruxelles nel 1934 e scomparso nel 2005, ha saputo muoversi tra disegno, scultura e grafica editoriale. La sua opera è un inno alla libertà e alla leggerezza del segno. Alla Kasa dei Libri arriva una selezione di oltre cento opere tra libri illustrati, copertine di riviste, poster, cataloghi e materiali mai mostrati prima.
L’inaugurazione è prevista per martedì 28 ottobre alle ore 18. L’esposizione offrirà al pubblico la possibilità di osservare da vicino lavori iconici e rarità provenienti da archivi privati. Dalle collaborazioni con Olivetti ai disegni realizzati per The New Yorker, ogni sezione racconta un aspetto diverso del suo rapporto con la carta e la stampa.
Illustrazioni, copertine e manifesti in mostra alla Kasa dei Libri

Tra i pezzi più significativi ci sono le copertine di riviste internazionali, i disegni per le edizioni Olivetti e i manifesti che hanno accompagnato importanti eventi culturali. La mostra include anche ceramiche Ginori, francobolli realizzati per il bicentenario della Rivoluzione francese e materiali originali legati alla storia del design grafico europeo.
L’allestimento è pensato come un percorso tematico che alterna opere grafiche a oggetti tridimensionali. I visitatori potranno scoprire il Folon illustratore, il Folon cartellonista e il Folon collezionista di immagini, in un continuo dialogo tra carta e colore.
Un viaggio tra libri, disegni e sogni
La mostra Folon-Livresse mette al centro la passione dell’artista per il libro come oggetto fisico e simbolico. Gli organizzatori lo descrivono come “uno degli artisti più poetici del Novecento, capace di parlare con un linguaggio universale fatto di immagini”.
Dalle prime vignette in bianco e nero pubblicate su riviste satiriche, Folon ha trovato nel colore la sua vera identità. I suoi acquerelli dai toni soffusi, popolati da cieli infiniti e figure senza volto, esprimono un equilibrio unico tra ironia e malinconia.
Ogni tavola, ogni copertina racconta un frammento della sua visione: la capacità di trasformare la semplicità del segno in emozione. Folon disegnava come se scrivesse poesie, e i suoi libri diventavano racconti illustrati del pensiero umano.
Le collaborazioni di Folon con Olivetti e il New Yorker
Negli anni Settanta e Ottanta, Folon ha collaborato con Olivetti, contribuendo con illustrazioni che univano precisione grafica e immaginazione. I suoi lavori per l’azienda italiana hanno contribuito a definire un linguaggio visivo che parlava di modernità e di fiducia nel futuro.
Per The New Yorker, invece, ha realizzato copertine memorabili che interpretavano i temi della vita urbana e della società contemporanea. Queste opere, oggi ricercatissime, testimoniano la sua capacità di sintetizzare concetti complessi in immagini di grande impatto.
Le pareti della Kasa dei Libri ospitano anche lettere autografe, schizzi preparatori e disegni a china, offrendo una panoramica completa del processo creativo dell’artista.
La libertà creativa e il formato oblungo dei suoi libri

Uno degli aspetti più curiosi del percorso espositivo è il formato insolito dei libri illustrati da Folon. Scelse spesso dimensioni oblunghe, lontane dai canoni editoriali tradizionali, per dare maggiore respiro ai disegni e valorizzare la relazione tra testo e immagine.
Questi volumi venivano stampati quasi sempre dalla tipografia Elli & Pagani di Milano, che ne garantiva la qualità artigianale. Anche questa scelta sottolinea il legame dell’artista con la città che oggi lo celebra.
L’attenzione al dettaglio tipografico e la ricerca sulla carta rivelano una sensibilità quasi architettonica. Folon progettava i suoi libri come spazi narrativi, dove il lettore potesse entrare e muoversi liberamente.
Dalle edizioni di Prévert ai manifesti monumentali
Tra le opere più imponenti presenti alla Kasa dei Libri c’è un manifesto cinematografico di 4 metri per 3, esposto accanto ad altri esempi della sua produzione grafica. Folon ha disegnato centinaia di manifesti per cinema, teatri e mostre in tutto il mondo, unendo sintesi visiva e poesia.
In mostra si trova anche la monumentale edizione delle Oeuvres di Jacques Prévert, uno dei lavori più importanti della sua carriera editoriale. Le illustrazioni realizzate per quel progetto rappresentano un punto di incontro tra la letteratura e l’arte visiva, due territori che per Folon erano inseparabili.
Un artista libero tra sogno e carta

Il percorso di Folon-Livresse restituisce l’immagine di un artista curioso, indipendente e aperto al mondo. La mostra ne evidenzia la libertà di pensiero e la capacità di osservare la realtà con tenerezza e ironia.
Ogni tavola, ogni copertina o manifesto esposto è un invito a leggere la vita come un insieme di segni e colori. L’arte di Folon non impone, ma accompagna. È un dialogo silenzioso con chi osserva, fatto di leggerezza e intuizione.
Alla Kasa dei Libri, la sua opera si intreccia con lo spirito del luogo: un centro culturale nato per esplorare il rapporto tra parole e immagini, tra narrazione e grafica.
La mostra sarà visitabile dal 28 ottobre e rappresenta una delle occasioni più interessanti dell’autunno milanese per scoprire un autore che ha saputo unire poesia e design visivo.
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