Nino Cerruti, si sono spenti ieri 15 gennaio i riflettori sulla sua intensa vita.
Nato da una famiglia di industriali tessili il 25 settembre 1930 a Biella, città che lo ha visto ragazzino prima e poi adolescente, da dove ha scalato il tetto del mondo della moda, affermandosi nel secolo scorso come uno dei maggiori protagonisti del settore, tributo riconosciuto a livello mondiale.
Forse i suoi sogni di ragazzo non erano propriamente questi, quando a soli vent’anni, si vide investito di un grande impegno che lo ha portato giovanissimo a prendere le redini in toto del Lanificio F.lli Cerruti, alla morte del padre.
Proprio in quel periodo era iscritto alla facoltà di filosofia con il chiaro intento in lui di perseguire la via lavorativa del giornalista.
Ma si sa, l’uomo propone e Dio dispone e certamente non era quella la strada che l’allora giovane Cerruti era destinato a percorrere ma ora con il senno di poi, pur non sapendo se in cuor suo avesse o meno dimenticato il brusco cambiamento di rotta, possiamo certamente affermare che il destino l’occhio lungo in questo caso l’ha avuto eccome.
D’intelligenza vivace sempre pronto ad apportare innovazione in un settore in cui forse più di altri era difficile proporre ciò, Nino Cerruti non ebbe paura ad investire il tutto e per tutto nella ricerca, nello sviluppo dei materiali e nel design.
Innovazione galoppante e solidità di contenuti, questa la formula vincente, insieme ad uno stile tutto suo, che hanno portato il suo nome nell’olimpo della moda.
Lui che per conto del Lanificio Fratelli Cerruti, ebbe la geniale intuizione, a metà degli anni sessanta, di aprire le porte dell’azienda ai nomi nuovi della moda italiana che da esordienti si affacciavano a questo mondo patinato, assumendo l’esordiente Giorgio Armani e direi che poco va aggiunto.
Signore in passerella e fuori, Nino Cerruti, il nome che ha portato l’Italia nel mondo
Emblema della moda italiana, è scomparso ieri all’età di 91 anni, e da una nota stampa la famiglia riferisce che era ricoverato all’ospedale di Vercelli e l’inaspettato e tragico epilogo è sopravvenuto a causa alcune imprecisate complicazioni subentrate dopo un’operazione all’anca.
Rimarrà per sempre nell’immaginario collettivo, colui che seppe dare qualità all’eleganza ed al design, trilogia granitica che nulla ha temuto negli anni, proprio perché fondata sulla concretezza di un bello oltre tale parola.
E ne era consapevole Nino Cerruti pur avendo da sempre conservato quella morigeratezza di chi, consapevole del proprio genio, lo relega a semplice sfumatura, quasi casuale, del proprio essere, tanto era prevalente in lui la sobrietà nei modi e nei pensieri.
E proprio tanto di questo va intravisto in quel Lanificio F.lli Cerruti rimasto tale nel tempo, volato alto sul tetto dell’alta moda mondiale, sempre uguale, legato ad un territorio e alla storia di una famiglia che nello scegliere quel nome inconsapevolmente poneva la prima pietra di un impero, lo ripetiamo, fatto di genialità imprenditoriale, grande talento, avanguardia imprenditoriale, tanto fiuto e amore per l’arte.
Furono gli anni settanta a veder nascere un’icona: la giacca decostruita.
Con le sue linee morbide, del tutto alleggerita di quelle rigidità che l’avevano da sempre caratterizzata.
Una visione del mondo della moda, quella di di Nino Cerruti di chiara impronta internazionale che lo vide stabilire accordi commerciali in Giappone e Stati Uniti.
Ciò gli permise di aprire punti vendita in molte nazioni del mondo, permettendo al marchio di avere certamente più visibilità cosa che permise all’azienda di mantenere la competitività dei prezzi.
Stilista talentoso dunque che però divideva l’anima con l’ imprenditore di successo.
A seguire, negli anni sessanta, rilascia la linea donna per la prima volta, a cui seguirà nel 1975 la produzione e la distribuzione della maglieria attraverso la Hitman, per poi passare alle camicie e alla linea casual che tanto successo ha riscosso tra gli sportivi in auge in quel periodo, fra tutti facendo gran breccia nel mondo del tennis.
Da quegli anni il marchio Cerruti 1881 Brothers fu realtà