Paolo Rossi, non c’è più e basta solo pronunciarne il nome e subito la memoria torna a quell’11 luglio 1982 quando allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid, gli azzurri di Enzo Bearzot e con loro l’Italia intera, sconfiggendo per 3 a 1 la compagine tedesca capitanata da Karl Heinz Rummenigge, diventarono campioni del mondo, sotto gli occhi dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, a fine gara festante in tribuna.
A darne l’anuncio la moglie con parole semplici:
Paolo si è spento all’ospedale di Siena in un ambiente che lo ha curato con grande professionalità e umanità: le cure e le attenzioni nei suoi confronti sono state totali, non solo dal punto di vista medico ma anche sotto il profilo affettivo, in un ambiente bello e sereno che ci ha permesso di vivere con intimità i momenti più duri della malattia così come gli ultimi attimi prima del saluto. Per questo il ringraziamento va a tutte le figure professionali che lo hanno assistito in questo periodo, nessuno escluso. Un abbraccio collettivo che rivolgo a tutti loro e che si unisce a quello delle tante persone che hanno manifestato il loro affetto nei confronti di Paolo
Paolo Rossi e il sogno mondiale
Tra quei calciatori c’era anche Paolo rossi che in quel campionato mondiale portò a casa ben sei reti in totale, diventando così capocannoniere di quella edizione.
Paolo rossi a quel mondiale del 1982 ci arrivò dopo una squalifica di due anni per una vicenda legata al calcio scommesse che ancora oggi a distanza di anni non manca di mostrare alcuni aspetti fumosi e mai chiariti definitivamente.
Sta di fatto che Paolo Rossi, soprannominato da quel mondiale in poi con l’appellativo Pablito, seppe tornare sull’erba dei campi da calcio nel modo più efficace, conquistando in quello stesso anno anche il pallone d’oro, riconoscimento a cui tutti i calciatori aspirano ma che ogni anno corona il sogno di uno solo di loro.
Paolo Rossi era nato il 23 settembre 1956 a Santa Lucia, paesino a nord di Prato. Il parroco della sua infanzia è lo stesso di oggi, don Mauro Rabatti, che lo ricorda con grande affetto con queste parole:
Insieme al fratello Rossano frequentava la parrocchia, qui ha ricevuto i Sacramenti e qui è cresciuto nella squadra del Santa Lucia. Fin da ragazzino dimostrava di essere un calciatore promettente e quando passò, prima all’Ambrosiana del Soccorso e poi alla Cattolica Virtus di Firenze, si capì subito che sarebbe diventato un campione
L’ultimo saluto ieri nella città di Vicenza che ha visto gli esordi calcistici professionisti di Paolo Rossi e che in un’accorata quanto commossa nota, il primo cittadino già preannuncia una serie di iniziative per ricordare il campione Paolo Rossi ma anche l’uomo da sempre impegnato nel sociale.
Sempre il Sindaco di Vicenza ha espressamente parlato anche di vedere favorevolmente la creazione di un murale, così che possa rimanere un segno moderno ma tangibile di cosa è stato Paolo Rossi per Vicenza e l’Italia intera.
Noi di iCrewPlay Arte seguiremo gli sviluppi di queste iniziative per dartene notizia già in corso d’opera.
Esattamente nelle ore in cui era in corso la funzione religiosa per l’estremo saluto al campionissimo, nella sua residenza di Bucine in provincia di Arezzo, ignoti facevano furtivo ingresso nella sua residenza, trafugando, a detta dei familiari, proprio l’orologio di Paolo Rossi, lasciando però al loro posto i trofei di una vita.
Quest’ultima notizia aggiunge sgomento a tanto dolore.