Il Parco Archeologico di Centocelle è uno dei percorsi dell‘Ecomuseo Casilino di Roma. E’ prevista una visita per il 27 giugno nel turno unico delle 10, a cura di Francesca Bennardo. L’appuntamento per i partecipanti è la stazione della Metro C “Centocelle”. La prenotazione è obbligatoria e comprende un massimo di 30 partecipanti.
Quello del Parco Archeologico di Centocelle è un percorso che inizia dalla preistoria, attraversa l’era costantiniana e arriva ai fratelli Wright, ai baraccati e alle lotte contemporanee ed è composto da ben 4 anime: Archeologia, storia, natura, impegno civico.
Parco Archeologico di Centocelle, un po’ di storia
Situato nella periferia Est di Roma, il Parco Archeologico di Centocelle comprende un’area verde di ben 120 ettari che si estende nel territorio del V Municipio, a Sud del quartiere romano di Centocelle. Esso è delimitato a Ovest da Via di Centocelle, a Nord da Via Casilina, a Est da Viale Palmiro Togliatti, a Sud da Via Papiria.
ll Parco Archeologico di Centocelle abbraccia quindi i quartieri Quadraro, Torpignattara, Don Bosco, Lamaro, Cinecittà, Centocelle, Pigneto, Alessandrino, Viale dei Romanisti sulla via Palmiro Togliatti.
I suoi resti archeologici testimoniano una storia che parte dal VI secolo a.C.. Negli scavi effettuati verso la fine del XX secolo sono emerse tre ville di epoca romana: della Piscina, delle Terme e ad Duas Lauros (ai due Allori). Quest’ultima è compresa in una proprietà imperiale, quella dei Secondi Flavi, discendenti della dinastia costantiniana e residenza dell’Imperatrice Elena, la madre di Costantino.
La villa per le sue dimensioni venne chiamata Centum Cellae. Venne poi donata alla Chiesa e qui vi fu istituita la Diocesi suburbicaria subaugusta.
Parco Archeologico di Centocelle e la nascita del primo Aeroporto
Negli anni tra il 1877 e il 1891 venne edificato il Forte Casilina, uno dei 15 Forti costruiti verso la fine del XIX secolo a Roma. Esso si trova nel quartiere Q. XXIV Don Bosco. All’inizio del XX secolo una parte di quest’area fu trasformata in un aeroporto che entrò in funzione il 15 aprile 1909. In quell’occasione, Wilbur Wright, creatore dell’aereo Flyer venne a dare delle dimostrazioni a Francesco Baracca, destinato poi a diventare il principale asso dell’aviazione durante la Prima Guerra Mondiale.
L’aereoporto di Centocelle diventò così il primo aeroporto d’Italia e fu intitolato a Francesco Baracca. Nel 1926 fu destinato all’uso civile.
Negli anni ’30 la Stefer iniziò i lavori per la realizzazione del Tunnel detto di Mussolini, un primo tentativo di costruire una metropolitana a Roma, caratterizzata da un percorso misto (sotterraneo e all’aperto) che aveva lo scopo di collegare centro e periferia attraverso la linea Porta Maggiore-Centocelle-Torre Spaccata e la realizzazione di due capolinea, uno per raggiungere Termini in una direzione e l’altro per raggiungere Fiuggi nell’altra, attraverso apposite ferrovie.
La realizzazione del tunnel fu interrotta durante la guerra. Nel 1946 furono ripresi i lavori, ma furono di nuovo interrotti per costruire l’attuale Linea B della metropolitana in vista delle Olimpiadi del 1960. Dopo la chiusura, il tunnel è stato utilizzata come fungaia.
L’area fu oggetto di un piano regolatore nel 1962, venne ceduta dal demanio dello Stato al Comune di Roma. Successivamente il Comune di Roma l’ha trasformata in Parco archeologico ed è stata aperta al pubblico nel 2006, ma chiusa per motivi di sicurezza tra il 2008 e il 2010.
Questo processo non è mai stato semplice in quanto questa zona verde, che possiede anche un interessante patrimonio floristico, negli anni è sempre rimasta in sospeso. Una bellezza deturpata dal degrado, dall’abbandono e dall’inquinamento. La statua di Erma Bifronte rinvenuta nella Villa Imperiale Ad duas Lauros, rappresenta il simbolo di questa zona che combatte contro l’oblio per affermare la gloria e la bellezza del passato e vincere così sulla storia.
Molto intensa e vivace è infatti la partecipazione del P.A.C libero (Comitato per il Parco Archeologico di Centocelle) un esempio di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, una lotta per la bellezza e la vivibilità di un territorio che rappresenta una grande risorsa.
Noi ci auguriamo che queste iniziative giungano a valorizzare questi polmoni verdi e archeologici delle periferie della capitale.