Caro Icrewer, oggi ti parlerò della Street art del quartiere dove sono nata e cresciuta, prendendo spunto da un giro turistico curato dall’Associazione Roma Esplorazioni , che consiglio per appassionati e studenti.
Titolo dell’itinerario è La Roma di Pasolini, e si estende tra i quartieri romani di Pigneto e Torpignattara, antiche borgate nate nel dopoguerra e al di fuori delle mura aureliane e che erano altro rispetto alla Roma storica. Questi quartieri sono infatti frutto di migrazioni. Gente proveniente dalla Ciociaria, dalla Campania, dall’Abruzzo e dal Molise si rifugiò a Roma nella speranza di ricostruire una vita spezzata dalla guerra. Lo stesso Pasolini veniva da Casarsa nel Friuli Venezia Giulia, il primo luogo poetico dal quale ebbe origine il mito della Religione dell’innocenza, che verrà poi rielaborato dal poeta nell’ambiente della Borgata romana.
I primi abitanti venivano quindi dal Centro-Sud. Negli anni più recenti questi quartieri sono diventati dei veri “Melting pot”. Cinesi, africani, bengalesi, pakistani vivono qui da diversi anni e hanno creato una rete di attività economiche.
Pasolini e la street art: da via Fanfulla da Lodi, la strada di Accattone, alla “Caduta di Pasolini”
Via Fanfulla da Lodi, nel quartiere romano del Pigneto è la prima tappa del percorso organizzato dall’Associazione Roma Esplorazioni. Il Pigneto è stato luogo di famosi set cinematografici, sulla spinta del cinema Neorealista. Ad esempio Via Raimondo Montecuccoli è famosa per la tragica scena di Roma città aperta, dove Anna Magnani dà una grande prova della sua statura d’attrice:
Via Fanfulla da Lodi, che rispetto a Via Raimondo Montecuccoli si trova sul lato opposto di via Prenestina, fu invece il set di Accattone di Pasolini e oggi è caratterizzata da diversi murales a lui dedicati che hanno valorizzato questa via spoglia, dall’aria ancora popolare.
Nel 2014 la Street art gioca un grande ruolo nei quartieri di Roma, perchè ferma il passaggio di Pasolini in un quartiere che è perennemente in bilico tra innovazione e degrado. Se percorri la salita di via Fanfulla da Lodi, sulla tua destra trovi il murale dedicato alla figura di Maria, allora interpretata da Margherita Caruso, presente nella bellissima opera cinematografica di Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo.
Lo Street artist Mister Cleva sceglie di rappresentarla con il rosso del velo perchè è il colore dei cherubini e del fuoco divino. Il velo si arricchisce di elementi calligrafici e della scritta Mater theon (madre di Dio). La figura della Vergine Maria, spesso identificata con Susanna, la madre del poeta, è un elemento ricorrente nella poetica pasoliniana.
Pasolini costruisce la sua personale religione dell’Innocenza già a partire dalla poesia friuliana, e la Vergine Maria rappresenta la madre dei fanciulli innocenti personaggi di un mondo protostorico, con una sua precisa identità, che si pone fuori dalla storia ufficiale. Il mondo poetico pasoliniano viene poi trasposto in quello delle borgate.
Ancora oggi, nonostante il trionfo dell’Omologazione culturale, prevista da Pasolini, si colgono le differenze tra la Roma ufficiale e le antiche borgate che conservano quell’aspetto di piccoli paesi. Pasolini fu uno dei pochi all’epoca ad avere il coraggio di rappresentare il degrado delle borgate, un universo in cui il desiderio di prendere la vita a morsi camminava a braccetto con la morte e dove la povertà faceva da padrona.
Sulla sinistra troviamo invece il bellissimo murale dell’occhio realizzato da Mauro Pallotta, in arte Maupal che rappresenta L’occhio di Pasolini. L’intenzione dello street artist è stata quella di rappresentare l’aspetto profetico di Pasolini che ha saputo vedere le sorti dell’Italia con circa 30-40 anni di anticipo. La luce presente all’interno dell’occhio raffigura l’Italia che Pasolini analizza sui suoi lucidi articoli del Corriere della sera. L’occhio rappresenta anche la capacità di vedere la bellezza che il resto del mondo ignora. Una bellezza composta di miseria e vitalità.
Sempre sulla sinistra troviamo l’opera di Omino71, dal titolo Io so i nomi. Pasolini viene rappresentato con la maschera di super eroe. Il titolo dell’opera richiama il celebre articolo che Pasolini scrisse sul Corriere della sera nel novembre del 1974. Un articolo coraggioso e molto avanti che denuncia l’omertà del potere e dell’informazione sulle stragi di Stato. Questa forza e lucidità dell’intellettuale, viene purtroppo limitata dall’impotenza, determinata dal fatto di non avere le prove.
Diavù ha invece realizzato delle “Melting Icons” (Icone che si sciolgono) presso il cinema Impero a Torpignattara. Le opere sono state realizzate dove prima venivano collocate le locandine dei film. L’artista ha rappresentato Mario Monicelli, Franco e Sergio Citti, Anna Magnani e Pasolini nel ruolo di Giotto nel Decameron.
Il cinema Impero era stato chiuso dagli anni 70, pertanto Diavù, coadiuvato dai comitati di quartiere ha voluto dare un messaggio forte per riaprire un luogo della cultura. Monicelli ha girato diverse scene a Torpignattara, anche Anna Magnani ha recitato in queste zone in Roma città aperta di Rossellini, Bellissima di Luchino Visconti e Mamma Roma di Pasolini. I fratelli Citti che abitavano in zona, hanno introdotto Pasolini nel loro mondo.
Concludiamo questo percorso con la splendida Ostia, di Nicola Verlato opera conosciuta anche come “Cappella Sistina di Torpignattara”. Il pittore non è uno street artist, ma per la prima volta realizza una pittura sul muro a monocromo, ispirandosi alla pittura manierista e iperrealista.
In alto vediamo Pasolini che precipita, guardato dal suo assassino e dai poliziotti. Il poeta precipita verso un mondo ideale dove si trova la madre, Susanna Colussi e vede se stesso bambino. Accanto alla donna ci sono i suoi poeti prediletti: Francesco Petrarca ed Ezra Pound. Entrambi hanno voluto redimere la società, ma non sono stati capiti.
Siamo giunti alla conclusione di questo viaggio nella Street art pasoliniana. Ti invito a visitare questi luoghi.