Sulle pendici dell’Aspromonte, in Calabria, si trova un borgo che sembra uscito da un racconto gotico: Pentedattilo. Il suo nome deriva dal greco antico penta daktylos, “cinque dita”, perché la montagna su cui sorge ricorda una gigantesca mano pietrificata che afferra il cielo. Oggi è un paese in parte abbandonato, ma le sue rovine, i vicoli deserti e le leggende che lo avvolgono ne fanno una delle mete più affascinanti e misteriose d’Italia.
Un borgo scolpito nella roccia
Fondato intorno al VII secolo a.C. dai coloni greci di Locri, Pentedattilo ha vissuto nei secoli invasioni, dominazioni e terremoti che ne hanno segnato il destino. La posizione spettacolare lo rendeva un luogo difensivo naturale, ma anche fragile: il violento sisma del 1783 spinse gran parte della popolazione ad abbandonarlo, lasciando il borgo in uno stato di semiabbandono per quasi due secoli.
Camminare oggi tra le case di pietra e le chiese in rovina significa immergersi in un silenzio carico di memoria, dove ogni pietra sembra custodire una storia dimenticata.
La leggenda del massacro degli Alberti

Il fascino di Pentedattilo è legato soprattutto a una leggenda che ha attraversato i secoli: la strage degli Alberti. Nel 1686, il barone Bernardino Abenavoli d’Aragona, invaghito della giovane Antonia Alberti, organizzò un massacro per vendicarsi del rifiuto e per colpire la famiglia rivale. Nella notte di Pasqua, il castello fu assalito e quasi tutti gli Alberti furono uccisi.
Da allora si dice che tra le rocce a forma di mano compaiano impronte di sangue indelebili e che nelle notti ventose si odano ancora le grida delle vittime. Una leggenda sanguinosa che ha alimentato l’aura di mistero del borgo.
Rinascita tra arte e turismo
Dopo secoli di abbandono, Pentedattilo ha iniziato a rinascere negli ultimi decenni grazie a progetti culturali e al turismo esperienziale. Oggi ospita il Pentedattilo Film Festival, rassegna internazionale dedicata ai cortometraggi, che attira artisti e visitatori da tutta Europa. Alcune case sono state restaurate e trasformate in botteghe artigiane o spazi culturali, ma il borgo conserva ancora l’aspetto sospeso e surreale che lo rende unico.

Un luogo tra mito e realtà
Pentedattilo non è soltanto un borgo fantasma: è un paesaggio simbolico, dove natura e storia si fondono in un intreccio di mito, sangue e rinascita. Guardando la montagna con la sua forma inconfondibile, sembra di vedere una mano che trattiene secoli di storie. Una Destinazione Sconosciuta che colpisce chiunque vi arrivi, lasciando l’impressione di aver toccato un luogo al confine tra realtà e leggenda.
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