Il sito archeologico di Pompei non smette mai di stupire. Recente è la notizia di un nuovo ritrovamento. È stata infatti scoperta una tomba al cui interno è stato ritrovato un corpo semi mummificato. Una scoperta sorprendente, perché in quel periodo storico, i corpi degli adulti venivano sempre incenerati.
Ma entriamo più nei dettagli e cerchiamo di capire insieme cosa è emerso da questa scoperta.
La tomba di Pompei: Una miniera di informazioni
La tomba ritrovata, che si trova nei pressi di Porta Sarno, era di Marcus Venerius Secundio ed è l’unica tomba ad avere determinate caratteristiche. Vediamo quali sono partendo proprio dalle parole dell’archeologo spagnolo Llorenç Alapont, che ha spiegato dettagliatamente cosa è stato ritrovato:
Si tratta di una tomba a recinto, che dietro la facciata, dipinta con una immagine tradizionale di un giardino felice, nasconde una piccola cella destinata ad accogliere il defunto. E proprio questa camera sepolcrale è particolarissima, risulta essere stata sigillata con estrema accuratezza, proprio come se l’intento fosse quello appunto di non fare entrare neppure un filo di aria.
Ma non finisce qui. Gli studiosi già sono a lavoro per capire come è stato imbalsamato. Ma soprattutto si cerca di capire come mai Marcus Venerius Secundio sia stato inumato e non cremato. Vi ricordo che in quel periodo una legge romana proibiva di cremare i corpi di bimbi ancora senza denti, quindi si permetteva la pratica dell’imbalsamazione solo ai neonati.
Ma ritorniamoad analizzare il corpo di Marcus. Sullo scheletro sono stati ritrovati i resti di una sostanza che potrebbe essere in realtà asbesto, “un tessuto particolare che si usava proprio per preservare i corpi o una parte di essi dalla decomposizione”.
Una delle ipotesi è quindi proprio che il corpo del liberto fosse stato volontariamente mummificato, una cosa assolutamente non comune, “di cui non ci sono precedenti a Pompei“.
Un’altra possibilità, aggiunge, è che il corpo sia stato cosparso di sostanze naturali sempre con lo scopo di preservare : “saranno le analisi chimiche che faremo nelle prossime settimane a chiarirci, speriamo, questo mistero“. Già così però, sottolinea l’archeologo, la tomba di Marcus Venerius Secundio è straordinaria perché “In tutta Pompei non ce n’è un’altra così“.
La pratica di imbalsamazione era diffusa in Grecia, quindi Secundio avrebbe scelto di farsi fare una tomba “alla greca” rinunciando anche alla purificazione, che per i romani era possibile solo attraverso il fuoco e grazie al rito della cremazione.
Sono tante le ipotesi che girano a questa tomba pompeiana misteriosa. Tra le varie possibilità, Alapont ipotizza che “potrebbe essere legata a ragioni personali del defunto” .
Ma il mistero si infittisce, All’interno del recinto, infatti è stata trovata l’urna con le ceneri di una donna chiamata Novia Amabilis.
Insieme con le ceneri di lei abbiamo trovato quelle di almeno tre bambini. Potrebbe trattarsi della moglie di Secundio e dei suoi figli morti piccoli, ma Novia potrebbe essere perché no una figlia dell’uomo. Potremo saperne di più solo con le analisi genetiche.
La tomba, all’interno del sito archeologico di Pompei, farà emergere anche alcuni aspetti della vita sociale e modificherà l’idea che si aveva delle leggi romane. Infatti, si pensa che le regole dei riti funerari erano molto rigide e che tutti le dovessero seguire, pena l’ira degli dei. Marcus Secundio ci dimostra che, forse, c’era una certa libertà nel potersi scegliere il tipo di sepoltura.
Ma chi era Marcus Venerius Secundio? Era un liberto che nella vita era stato prima il custode del Tempio di Venere, un tempio molto importante perché proprio a Venere i romani avevano intitolato la città, nonché minister degli augustali e infine, sicuramente solo dopo la manomissione, anche Augustale, ovvero membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale.
Un ex schiavo, quindi, che dopo il riscatto aveva raggiunto un certo agio economico, abbastanza da potersi permettere una tomba di livello in un luogo assolutamente di prestigio. E tanto da potersi vantare, proprio nell’iscrizione del suo sepolcro, di aver dato “ludi greci e latini per la durata di quattro giorni”, cosa che poteva assimilarlo alla classe sociale più elevata e più colta della cittadina.
Zuchtriegel, il nuovo direttore degli scavi archeologici di Pompei, ci spiega con un semplice paragone, cosa significava conoscere la lingua greca per i latini: “la lingua greca era un po’ come oggi per noi l’inglese“. Molto diffusa, quindi, ma non alla portata di tutti a Pompei dove comunque le famiglie più agiate impazzivano per Omero, Eschilo, Euripide.
Chissà quanti misteri e quante cose ancora ci nasconde il sito partenopeo reso unico dall’eruzione del Vesuvio. Per il momento, non ci resta che visitare ed ammirare il sito archeologico e immaginare la vita degli abitanti.