Prima, donna. Margaret Bourke-White | in mostra dal 21 settembre al 27 febbraio 2022 al Museo di Roma in Trastevere. Esposizione curata da Alessandra Mauro che documenta con oltre 100 immagini la concezione e il vissuto controcorrente della fotografa statunitense.
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed è organizzata da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con Life Picture Collection, detentrice dell’archivio storico di LIFE. Catalogo edito da Contrasto.
Prima, donna. Margaret Bourke-White
Il percorso in mostra vede oltre 100 immagini provenienti dall’archivio Life di New York, suddivise in 11 diverse sezioni tematiche. Ciò che lega l’intero corpus è un filo, un viaggio lungo tutta la sua carriera artistica che pone in risalto le capacità visionarie e narrative dell’artista.
La rassegna comincia con la prima sezione intitolata L’incanto delle acciaierie, dove Margaret Bourke-White mostra i primi scatti di matrice industriale, dal suo esordio con il primo studio nel 1928 a Cleveland. Segue la seconda area – Conca di polvere – che documenta il lavoro della fotografa durante gli anni della Grande Depressione nel Sud degli Stati Uniti.
Il suo obiettivo in questi anni è sempre più vicino all’emergenza sociale degli Stati Uniti; sua è la celebre fotografia della fila di persone di colore, in attesa della distribuzione di un pasto, sovrastati dalla pubblicità di una automobile con a bordo la tipica famiglia americana e la frase World’s highest standard of living.
La terza sezione, invece, è dedicata agli anni di collaborazione con la rivista Life. Sguardi di Russia è il titolo della quarta sezione della rassegna: qui viene indagato il periodo in cui la fotografa osservò più da vicino quelle che sono le fasi del piano quinquennale in Unione Sovietica.
Fu questo un momento molto importante nella vita e nella carriera della fotografa, perché arrivò a realizzare diversi anni dopo – quando ormai era scoppiato il secondo conflitto mondiale – il ritratto di Stalin in esclusiva per Life.
Siamo arrivati alla quinta sezione della mostra intitolata Sul fronte dimenticato. Sono gli anni della guerra e sono gli anni in cui fu disegnata la prima divisa militare per una donna corrispondente di guerra. Anni in cui la fotografa viene inviata dalla rivista Life tra gli Stati Uniti, l’Africa, l’Italia e la Germania a documentare l’avanzata del nazismo.
Nei Campi – così si intitola la sesta sezione. Non occorre aggiungere altro. Sono immagini forti. Scatti che testimoniano l’orrore al momento della liberazione del Campo di concentramento di Buchenwald. Per lavorare dovevo coprire la mia anima con un velo.
Giungiamo alla settima sezione della rassegna. India raccoglie le immagini che vanno che vedono il momento dell’indipendenza dell’India e della sua separazione con il Pakistan. presente in mostra anche il ritratto di Ghandi intento a filare all’arcolaio – solo poche ora prima che venga ucciso.
Sud Africa è il titolo dell’ottava sezione in cui sono è documentata l’Apartheid. La successiva nona sezione dal titolo Voci del Sud bianco, segue il lavoro a colori del 1956 e quindi il tema del segregazionismo del Sud degli USA.
In alto e a casa, decima sezione, raggruppa alcune delle più importanti immagini aeree realizzate dalla fotografa nel corso della sua vita. Il percorso termina con La mia misteriosa malattia, undicesima sezione, dove ci troveremo davanti ad una serie di scatti che testimoniano la sua lotta contro il morbo di Parkinson.
Rarissima occasione in cui Margaret Bourke-White è protagonista del reportage che è stato realizzato dal collega Alfred Eisenstaedt capace di coglierne la forza interiore, il coraggio, l’umiltà, ma anche l’aspetto più fragile e sincero. L’esposizione sarà accompagnata da Storie di fotografe e di immagini un ciclo di incontri aperti al pubblico che ruotano intorno ai temi della fotografia e dell’identità femminile.